Capitolo 37.2

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Megan

Era il momento.
Molti erano distratti: Jordan era da Taylor e Cole imbucato da qualche parte con Jen, Katie non la finiva più di parlare con Henry e Noah e tutti gli altri giocatori erano impegnati a bere, urlare e guardare qualsiasi ventenne gli passasse davanti.

L'unico con la testa sulle spalle, come sempre, era Derek, che stava smanettando al cellulare. Ma non poteva essere distratto anche lui per una maledetta volta?

Rubargli le chiavi come quel pomeriggio era fuori discussione, dato che se ne sarebbe accorto e probabilmente le aveva in tasca, quindi dovevo optare per la seconda idea.

"Derek." Lo chiamai, e lui si voltò a guardarmi.
"Ho perso un braccialetto molto importante per me, me lo aveva regalato Tom." Inventai, con finto tono dispiaciuto. "Ho cercato ovunque ma non lo trovo, un po' di tempo fa mi avevi dato un passaggio nella tua macchina, non è che posso controllare? Probabilmente non lo troverò, ma vorrei almeno provarci..."
Il suo sguardo era imperscrutabile. Mi ritrovai a incrociare le dita perché mi dicesse di sì.

"Va bene, tieni le chiavi." Acconsentì, e tirai un sospiro di sollievo. È stato più facile del previsto.
Lui mi passò le chiavi e io uscii dal locale guardandomi attorno per non rischiare di essere vista.

Aprii l'auto e recuperai il cellulare, che era proprio dove l'avevo nascosto. Non l'avevano visto, per fortuna. Poi richiusi la macchina e nascosi il telefono nella borsa, che era spento. Probabilmente si era scaricato in tutte quelle ore di registrazione.

Mi sentivo in colpa per aver spiato mio cugino, ma la curiosità e la preoccupazione avevano la meglio. Fremevo dalla voglia di avere delle risposte, anche se speravo vivamente di essermi sbagliata e che non corressero alcun pericolo.

Tornai dentro e riconsegnai le chiavi a Derek.
"L'hai trovato?" Mi chiese.
"Come pensavo, purtroppo no. Grazie lo stesso."
"Mi spiace."

Adesso non dovevo fare altro che aspettare. L'attesa era straziante, non vedevo l'ora, per la prima volta, di tornare a casa.

Manca poco, Megan. Presto, forse, scoprirai tutto.

Charlotte

Era sera, circa le otto, e stavo camminando sul viale che mi avrebbe condotta a casa di Patrick.

Lui si era ammalato, ma io volevo vederlo comunque, così, anche se lui non poteva venirmi a prendere, ci sarei andata ugualmente a piedi.

Non mi piaceva passeggiare da sola, soprattutto a quell'ora. Era terribile il fatto che ormai le ragazze non potessero andare in giro tranquille per paura di fare incontri spiacevoli con depravati che non sapevano accettare un no.

Comunque, la casa di Patrick non era molto lontana, perciò non correvo alcun pericolo.

Svoltai l'angolo e mi ritrovai in un viale un po' più isolato, che avevo intenzione di percorrere il più velocemente possibile.

Mi immobilizzai peró quando scorsi una figura accucciata dietro a un bidone della spazzatura piuttosto ampio.

Riuscii a intravedere solo gli occhi color miele. Mi sembrano famigliari.

Lui mi fece segno di stare in silenzio portandosi l'indice davanti al naso.
Ero spaventata a morte.

"Chi sei...?" Chiesi, forse a voce troppo alta, perché lo vidi farmi segno di nuovo di stare zitta.
"Non sto zitta!" Esclamai, in preda al panico. Era inquietante.

La figura nascosta si alzò in piedi, era altissima, e riconobbi fosse un ragazzo.

Venne verso di me e mi si serrò lo stomaco per la paura. Adesso mi rapisce e mi uccide, e nessuno troverà più il mio corpo.

You again- un cuore in due Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora