Capitolo 42

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(premessa: scusate la settimana di assenza, ma un mio parente è stato molto male, spero possiate capirmi🙏)

Jennifer

Natale. Una festività che tutti amano, giusto? Io la vedevo più come qualcosa di commerciale per vendere, fare pubblicità e guadagnare soldi.

Il vero spirito del Natale sta nel festeggiarlo in famiglia, uniti e felici, mangiando e aprendo regali attorno all'albero e alle decorazioni.

In casa mia, invece, era tutta una finzione, un'occasione di incontrare anche gli altri parenti (che vedevamo circa due volte all'anno e con cui non avevamo alcun tipo di rapporto) e fingere di essere uniti, mostrando la faccia della medaglia impeccabile e che non commette errori.

Beh, dopo quello che mi era successo anni prima, per i miei genitori era stato molto difficile aggiustare la reputazione da famigliola esemplare, dato che secondo loro io gliel'avevo rovinata.

Insomma, era tutta una messa in scena quella festa. Mille raccomandazioni il giorno prima, come "State composte a tavola" o "comportatevi con parsimonia", "mostrate i vostri voti scolastici", "non parlate con la bocca piena" e ancora "sorridete sempre."

Ecco perché, mentre mi preparavo in camera, mi ritrovavo a sperare che quella stupida festa si concludesse il prima possibile.

Alla fine, dovevo indossare una maschera anche in casa mia. Perfetto, la mia vita è un continuo palco scenico.

Caesey entrò in camera mia con un broncio sul viso. Anche per lei doveva prospettarsi una giornata noiosissima.

Avrei tanto voluto darle una vita diversa dalla mia, ma non potevo fare miracoli. Ed era inutile far finta di niente: presto sarei andata all'università, e lei sarebbe stata sola in casa coi miei genitori.

Non appena avrò finito ti verrò a prendere, Caesey, promesso.

"Sono scomoda..." Mugugnò, tirando la stoffa del vestitino rosso che mamma le aveva ordinato di indossare.
"Lo so, però sei bellissima." Risposi, schioccandole un bacio sulla fronte.

Si buttò sul mio letto, sbuffando. "Io non ho voglia di vedere gli zii e i nonni, mi fanno domande a cui non so rispondere."
Sorrisi apprensiva. "Lo so, ma vedrai che non durerà troppo. E poi, tu hai il permesso di andare a riposare dopo pranzo, dato che sei ancora piccina."
Lei ghignò. "E tu invece no." Mi fece la linguaccia.
"Ah ah, davvero simpatica. Dai, adesso vai che devo prepararmi."

Caesey mi stampò un bacio sulla guancia e uscì dalla mia stanza.

Mi sedetti davanti alla mia scrivania. La piastra era ormai calda, così cominciai a lisciarmi i capelli.
"Ti voglio impeccabile, Jennifer, come sempre."

Mi veniva così facile essere perfetta. Eppure, mi chiedevo come ci si sentisse a fregarsene di cosa pensava la gente.

Applicai un burro cacao chiaro e un po' di mascara sulle ciglia, nulla di esagerato. Poi mi vestii con un abito rosso elegante e grazioso.

Sapevo perfettamente i vari look per ogni occasione, perché non c'era un abbigliamento adatto a tutto. No, ogni luogo ne richiedeva uno adeguato e diverso dagli altri.

Per le feste, indossavo tubini audaci o calze a rete, rossetto rosso fuoco e ombretto luccicante. Per la scuola, la divisa ordinata, magari con qualche bottone aperto sulla scollatura, nulla di esagerato, e un trucco all'apparenza semplice, ma con dietro diversi strati di fondotinta (Dio solo sa le occhiaie alla mattina).
Per le rare volte in cui tutta la famiglia si riuniva, poco trucco e vestiti coprenti, nulla di appariscente. Proprio qui ricevevo di più gli sguardi e i commenti giudicatori, e sinceramente preferivo evitare.

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⏰ Ultimo aggiornamento: 2 days ago ⏰

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