Capitolo 38

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Megan

Ero ferma con gli occhi spalancati da almeno venti minuti.

Non riuscivo a credere a quello che avevo sentito, realizzare era impossibile.

"...si tratta del Bronx, sono delinquenti, figurati se non gli interessa la vendetta. E poi, ovviamente, lo pagheremo."

"Siamo da soli, ragazzi, e se non ci sbrighiamo sapete bene chi metteremo a rischio."

"Quando hai intenzione di andare?"
"Nelle vacanze natalizie. Non manca tantissimo ed è l'unico momento in cui mio padre sarà via per un bel po' e non sospetterà nulla."

"Dobbiamo essere prudenti. Stiamo parlando del Bronx."

Quindi non mi stavo sbagliando, le mie paranoie erano fondate...
Avevo ragione, mio cugino e i suoi amici erano in pericolo.

Mi chiedevo se fosse coinvolto anche qualcun altro.
Sicuramente c'erano delle persone in pericolo, l'avevano detto loro stessi, quindi la situazione era più grande del previsto.

E poi cosa diavolo centrava il padre di Jordan? Lui non ne parlava mai. Era loro complice? Oppure un loro nemico?

E come mai dovevano andare al Bronx? Cazzo, era pericoloso, nessuno usciva mai da quel quartiere una volta entrato.

Avevo troppe domande per la testa, ma una cosa era certa: non li avrei lasciati andare. Piuttosto sarei andata con loro, ma non avrei permesso che accadesse qualcosa a mio cugino.

Volevo arrivare in fondo a quella storia, capirci di più, ma non sapevo a chi rivolgermi. Di chi potevo fidarmi? Chi altro era al corrente di quello che stava succedendo? Avrei dovuto chiamare la polizia?

Probabilmente mi avrebbero uccisa se l'avessi fatto.

Iniziai ad agitarmi seriamente, e dovetti fare dei respiri profondi per calmarmi. Avrei potuto parlare con mio cugino, farmi dire cosa stava succedendo.

Odiavo dirlo, ma forse l'unico modo per farlo parlare era ricattarlo. Avrei potuto metterlo alle strette: o mi spiegava cosa diamine stava succedendo, o avrei fatto sentire la registrazione alla nostra famiglia.

Mi sentivo una merda a fare certi pensieri, ma mio cugino veniva prima di tutti. Non capivo perché non si confidasse mai con me, e mi ritrovai a chiedermi se anche lui ci teneva tanto quanto ci tenevo io.

Eravamo cresciuti insieme, era una presenza fondamentale per me. Saperlo in pericolo non mi dava tregua.

E adesso che lo so, come faccio a fingere che vada tutto bene...?

Taylor

Erano trascorse due settimane dalla serata al mio locale, in cui la squadra di Hockey aveva festeggiato la vittoria.

In quelle due settimane avevo per lo più studiato e lavorato senza sosta. Non ero quasi più uscita, e per fortuna non avevo più avuto a che fare con Terence, anche se mi lanciava ancora occhiate lascive in corridoio.

Per quanto riguardava a Jordan, invece... beh, non ci eravamo quasi più parlati.
Avevano vinto un'altra partita, ma non ero riuscita ad andare ad assistere per via degli infiniti compiti.

Non avevo lasciato perdere ciò che gli riguardava, però, anzi, a mio malgrado la curiosità mi divorava. Solo che non sapevo a chi rivolgermi.

Era il venti di dicembre, il ventidue sarebbero iniziate le vacanze natalizie e non vedevo l'ora di prendermi una pausa per dormire e guardarmi i film di Natale dove nevicava, fenomeno impossibile da verificarsi in Florida.

You again- un cuore in due Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora