Capitolo 1

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《Impara a vedere la purezza che sta sia nel bianco sia nel nero. Forse allora capirai più cose》

La notte mi avvolge l'anima e riesce a penetrare nel profondo del mio cuore, mi culla nel silenzio e io lascio che lo faccia. Domani mattina la scuola avrà di nuovo inizio e sinceramente non mi aspettavo di restare di nuovo sveglia fino alle due di notte ad ammirare il paesaggio notturno. Non mi è mai piaciuta la scuola e non penso che mi piacerà neanche in futuro, ma trovo assurdo il fatto che riesca a mettermi talmente tanta ansia andarci.
Mi alzo dalla sedia e la rimetto al suo posto davanti alla scrivania, è ora di provare a dormire.
'La luna veglia su di te durante la notte piccola Vega, dormi sogni tranquilli'
Le parole di mia madre risuonano nella mia testa come una dolce ninna nanna. Ammirando un'ultima volta la luna, mi rigiro nel letto e mi addormento lentamente.

Appena sento la sveglia suonare mi alzo dal letto e realizzo che è il primo giorno di un nuovo anno scolastico.
Scendo le scale e vado in cucina ad afferrare la mia colazione: prendo velocemente dalla cesta della frutta una mela verde e risalgo le scale per dirigermi in bagno e prepararmi. I miei pensieri passano da 'cosa mi metto' a 'che lezioni ho oggi?' mentre passo da una stanza all'altra della casa. Alle sette e mezza sono pronta per andare a scuola e dopo aver salutato mia madre esco di casa.
L'aria gelida del mattino mi rende le guancie arrossate, il che mi porta a stringermi nel mio cappotto blu scuro.
Di solito arrivo per prima davanti a scuola. Mi piace ammirare la tranquillità che ho attorno mentre ascolto il silenzio di questo luogo. I miei sensi si rilassano e mi sento un po' più pronta ad affrontare la giornata.
Alzo lo sguardo da terra: il cielo è grigio, gli alberi spogli, gli uccellini cantano e la gente si muove addormentata per le strade.
La piccola armonia di questo momento viene interrotta dal primo gruppo di studenti che arriva. Non conosco nessuno di loro, ma sentire anche solo le loro voci mi fa salire i nervi. Mi volto ed entro nell'atrio.
《Buongiorno Vega!》 Mi saluta la mia bidella preferita, Trina. È una donna giovane dai capelli biondi e gli occhi bruni, è poco più alta di me. Mi sono davvero affezionata a lei dal primo giorno in cui ho messo piede in questa scuola, penso sia una di quelle persone dal cuore buono che entrano nella tua vita un po' per caso e un po' per fortuna.
《Ciao Trina》borbotto mentre mi siedo su una sediolina e abbandono il mio zaino per terra.
《Pronta per un nuovo anno scolastico?》
La guardo come se stesse scherzando 《Io? Pronta? In questo momento preferirei sbattere la testa contro un muro》
Trina si siede davanti a me, so già che è pronta con le sue dolci pillole di parole di incoraggiamento 《Vega, sei molto fortunata ad andare a scuola, te l'ho già detto, devi sfruttare questa occasione. Guarda il lato positivo delle cose okay? C'è sempre un lato positivo, bisogna solo saperlo guardare》Mi sorride 《Bene, adesso vai》
La guardo senza capire《Andare dove?》
《Da qualche tua compagna di classe o compagno, ovvio》
La squadro dalla testa ai piedi, dovrebbe aver già capito che non intendo socializzare. Ma lei mi sorride ancora di più e continua ad incoraggiarmi. Alla fine le concedo un lieve sorriso, non si arrende mai. È speciale la mia Trina.
Mi alzo e afferro lo zaino, per poi allontanarmi. Pian piano l'ansia che mi tiene prigioniera ogni giorno si fa strada lungo ogni centimetro del mio corpo.
《Vega! Nuo- arriva-!》
Alle orecchie mi arriva solo qualche parola spezzata di ciò che ha appena detto Trina. Mi volto all'improvviso 《Cosa?》le urlo, ma lei mi sorride e torna al suo lavoro. 'Bah..'.

La prima ora di lezione è trascorsa leggera, con l'aiuto dei soliti convenevoli. Penso che ambedue le parti, i professori e i studenti, amino parlare delle vacanze trascorse. Io invece in quei momenti mi perdo completamente in pensieri anche banali. Il mondo non esiste più, esiste solo il vuoto. Un vuoto che ti anestetizza il cervello, che ti accarezza e ti dà un posto dove non sentire il peso della vita.
Le grida attorno a me si alzano tutte d'improvviso, più forte di prima. Mi risveglio nella realtà e mi guardo attorno per capire il perché di tanto rumore.
Affianco alla professoressa di scienze c'è qualcuno che non ho mai visto prima《Ragazzi da oggi avrete un nuovo compagno di classe, Siro Worley》
Il burlone di turno seduto all'ultima fila non poteva risparmiarsi una battuta 《Ma Siro tipo siringa mi faccio una dose?》
Le risatine escono clamorose dalla bocca di tutti, penso che questo umorismo sia compreso solo da persone con lo stesso quoziente intellettivo. Il burlone si sistema il berretto capovolto che ha sulla testa, mentre con la penna imita una sigaretta.
《Signor Arold, si sieda composto, venga a scuola con un abbigliamento adatto al contesto scolastico e la prego, sia più educato con il nuovo compagno di classe. Altrimenti sarò costretta a bocciarla anche questo anno. Credo che sua madre non ne sarebbe contenta, giusto?》gli sorride, contenta nel vedere nei suoi occhi imbarazzo e un pizzico di paura 《Bene, allora cambi atteggiamento》. L'ordine e il silenzio vengono ristabiliti.
Lancio un ultimo sguardo bieco al simpaticone e poi concentro tutta la mia attenzione sul nuovo arrivato. Noto subito che ha i capelli castano chiaro mossi, sembrano talmente morbidi che per qualche secondo scatta in me il pensiero di toccarli.
Sorride. 《Ciao a tutti, come già detto, io sono Siro》. La professoressa gli indica un posto dove andare a sedersi e lui senza indugiare si siede, sembra del tutto a suo agio, come se già conoscesse questo posto alla perfezione.
È seduto a due posti dal mio.

Il resto della lezione è stato un continuo di vocine, tutte incuriosite da un estraneo. È questo che succede quando in un campo di margherite sbuca una viola, tutti si chiedono il perché, costruiscono la loro versione della storia e attraverso lo sguardo cercano di leggere tutta la tua vita. Ma non è questo che mi sorprende, è quel sorriso così a suo agio che mi fa emergere dubbi. Come è possibile che un ragazzo nuovo non si senta per niente a disagio in un ambiente del tutto nuovo? Come è possibile che si muova come se questa fosse casa sua?

Suona la campanella. Tutti si recano intorno al suo banco, tartassandolo di domande invadenti. Lui sorride, rispondendo solo in parte alle domande che gli porgono. Risponde in modo talmente rilassato e convincente che nessuno nota che risponde neanche alla metà delle domande poste e a quante poche informazioni dà su di lui. Dopo qualche minuto ad osservare quella scena, decido di alzarmi e fare una passeggiata in giro per i corridoi.
Ripenso a ciò che è successo da quando mi sono svegliata. Ecco cosa aveva detto Trina: 'nuovo arrivato', voleva avvisarmi. Devo trovare Trina, magari riesce a darmi qualche altra informazione su questo Siro.

Arrivo nell'atrio e subito il mio sguardo si posa su Trina, sta spazzando il pavimento. 《Trina, cosa sai sul nuovo arrivato?》
Mi sorride gentile 《Sei interessata a Mister Bel Sorriso?》
Alzo gli occhi al cielo 《Quindi cosa sai?》
Appoggia la scopa al muro 《Solo che ha cambiato scuola per qualche problema》
Il mio interesse si accende di più 《Che genere di problema?》
《Perché non ci fai amicizia?》
So dove vuole andare a parare. Vuole che mi faccia degli amici, lei ci vede un'opportunità, io ci vedo una tortura.
《Sono apposto così grazie》
《Come vuoi》fa spallucce, ma quel sorriso non scompare, continua a pensarla a modo suo: un'opportunità. Questo suo atteggiamento positivo mi sembra quasi patetico e senza farlo apposta sorrido.

Torno sui miei passi ed entro in classe. Il mio sorriso si spegne di colpo. Certo, non ero felice di tornare a scuola, solo, non mi aspettavo che già dal primo giorno questi animali inferociti si alzassero le mani.
Avanzo velocemente tra questo ammasso di persone e senza paura di fare del male o risultare antipatica scosto tutti, liberando il passaggio. Al centro di questa massa, Arold ha una mano appoggiata sulla nuca di Siro, che ha la testa schiacciata contro il banco. Rialza lentamente la testa e dal naso inizia a colare sangue. La folla viene smossa dalla voce dell'insegnante 《Ma siete impazziti di prima mattina? Spostatevi! Andate a sedervi!》quando si ritrova davanti a quel spettacolo di violenza terminata, cerca di trattenere il più possibile la rabbia 《Andate subito dal preside! Subito! Spiegherete tutto lì!》
Siro prende un fazzoletto dalla tasca e cerca di bloccare l'uscita di sangue, mentre Arold prende lo zaino ed esce, seguito poi da Siro.

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