Capitolo 7

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《Chiunque voglia portare la luce, deve conoscere le tenebre che sta per raschiare》
-Lao Tsé

Chow

È da mezz'ora circa che sto osservando i bei ricci morbidi di Siro e non capisco come faccia ad avere i capelli più morbidi dei miei. Nella mia testa rimbombano le frasi della professoressa che parla, sta facendo lezione, qualcosa riguardo la biologia. È sicuramente interessante, non dico questo, inoltre sono già abbastanza esperta in materia, però in questo momento sono più incuriosita dal tipo di shampoo che usa il mio nuovo amico ricciolo. Mi giro verso Vega, sta scrivendo meticolosamente appunti su ogni singola parola che dice la nostra insegnante. Mi avvicino a lei, talmente tanto che mi fulmina con il suo sguardo agghiacciante, sono sicura che tra pochi secondi dirà che ho infranto il suo spazio personale, di nuovo, e che devo rispettare le regole di "convivenza come compagne di banco" che abbiamo imposto, o meglio, che ha deciso lei. Per me non ci sono regole, mi va bene tutto. Perciò, prima che mi sgridi, devo parlare io. 《Secondo te come fa ad avere i capelli così ricci?》le sussurro all'orecchio guardando Siro. Lei alza gli occhi al cielo 《Non penso sia questa la cosa più importante ora》mi risponde con tono freddo e infastidito. 《Sono fiera di te Vega, hai risposto alla mia domanda prima di sgridarmi, brava!》lei mi guarda ancora più male di prima 《Bene, ora spostati e lasciami in pace》. Purtroppo però la mia curiosità supera il mio livello di attenzione per la lezione, quindi decido di scrivere un bigliettino al ricciolino. Apro il mio quaderno e strappo un pezzo di carta da una pagina bianca, afferro la mia penna preferita, quella rosa glitter, e scrivo "mi piacciono i tuoi capelli ricci, quale shampoo usi per averli così morbidi?". Poi lo piego a metà e mi giro per passarlo ad una mia compagna, lei lo passerà a Siro. 《Chow! Cosa stai facendo?》mi sussurra Vega allarmata. Sorrido: è preoccupata e si interessa di sua volontà a quello che sto facendo, sono grandi passi avanti nella nostra amicizia. 《Parlo con Siro, se vuoi posso chiedere qualcosa da parte tua》《No grazie, ne faccio a meno》mi risponde spigolosa, come sempre. Intanto vedo che il biglietto sta tornando indietro. Appena mi arriva fra le mani, lo apro entusiasta e ne leggo il contenuto: "Il miele fa miracoli Chow, te lo consiglio molto, ma anche ascoltare la lezione non è male" con l'aggiunta di una faccina sorridente. Penso proprio che oggi comprerò qualche nuovo shampoo ad alto contenuto di miele. Appoggio il biglietto sul bordo del banco e ascolto la lezione sorridente e fiera di me.

《Ma che razza di problemi hai?!》sento delle urla dal fondo della classe. 'Per fortuna è l'intervallo' penso. Mi giro immediatamente e vedo Arold litigare con un altro ragazzo. Nulla di nuovo. Mi rigiro tranquilla e lascio che facciano qualcosa gli altri, non c'è bisogno del mio intervento. Con la coda dell'occhio riesco a notare Siro che si alza e cerca di calmare la situazione. Poi guardo Vega, lei non si è minimamente girata, neanche per vedere cosa sta succedendo. È silenziosa, è persa nel nulla. Secondo me guarda il vuoto un po' tropppo spesso. Lei non è affatto come Siro. Lui sorride sempre, lui è gentile e caloroso con il prossimo, è sempre disponibile per tutti e cerca di aiutare il più possibile chi ne ha bisogno. Anche guardandoli uno accanto all'altra è strano, perché lui indossa spesso vestiti dai colori luminosi, come il bianco, il giallo pastello, l'arancione, anche il blu chiaro. Invece Vega ha sempre maglioni larghi dai colori scuri, prevalentamente nero, grigio e blu. Sembrano la luna e il sole. Sorrido.
I miei pensieri vengono interrotti da Arold che si alza di scatto dal posto, dopo aver insultato in tutti i modi il mio compagno, e esce dalla classe sbattendo la porta e calciando ciò che trova per terra. 《Vi odio tutti, coglioni!》urla uscendo. Il professore che stava entrando in classe per iniziare la lezione, posa i suoi effetti personali e lo segue fuori, dicendoci di non fare baccano in sua assenza. Ovviamente la classe comincia col fare tanto rumore appena lui esce dalla porta. Sono dei piccoli animaletti che se lasciati soli, con il potere di decidere tra la tranquillità e il disastro, scelgono il disastro senza pensarci neanche una volta. Rido ricordandomi una cosa che avevo sentito tempo fa sul rumore che fa una persona: "Se una persona ha un vuoto nella testa che non ha riempito con la conoscienza, fa più rumore all'esterno. Una persona dalla mente colma, non ha bisogno di fare rumore, perché è la sua conoscienza interiore che fa rumore". Credo che questo siano la maggior parte delle persone che conosco.
Penso che ora sia arrivato il momento giusto per intervenire. Mi alzo dal mio posto e vado dall'altra parte della classe, per parlare con delle mie compagne. 《Ehi ragazze, posso chiedervi una cosa?》chiedo alle due. Una si passa il rossetto sulle labbra, guardando il suo riflesso dentro un piccolo specchietto. Mentre l'altra scorre video sul telefono senza preoccuparsi del presente. Alzano lo sguardo su di me, dopo che mi riconoscono, mi sorridono 《Certo Chow, dicci pure!》《Voi che ne pensate del nuovo arrivato?》si guardano e poi ridacchiano 《Io penso sia molto molto bello》dice quella con il rossetto 《Per me è il migliore della classe》risponde l'altra. 'Quindi questo è l'effetto che fa Siro sugli altri'. 《Mh, capito, posso chiedervi ancora una cosa?》nel mentre che porgo la domanda, un'altra ragazza si avvicina. 《Ehi ragazze》le due la guardano malissimo 《Taci, non vedi che stiamo parlando con Chow?》la ragazza se ne va via con la testa bassa e un lieve broncio sul viso. 《Dicci pure cara》. Mi soffermo a guardare la scena, ho già capito che tipo di persone sono le due che ho davanti, le solite reginette: disprezzano chi non ritengono abbastanza, chi non rientra nei loro standard assurdi. Esistono anche persone di questo genere.《Che ne pensate di Vega invece?》si guardano male, con viso schifato 《Quella sembra una barbona!》《Già, poi è sempre imbronciata, per me quella è depressa》'E questo è l'effetto che fa Vega'. Dopo aver ringraziato le ragazze per la loro disponibilità, mi giro per tornare sui miei passi, ma quando sto per allontanarmi, quella con il rossetto decide di stupirmi. 《Ah e poi》aggiunge con tono superiore 《Quella è una messicana》. Mi rigiro lentamente verso di loro 《Come?》mi guarda come se avesse detto la cosa più ovvia del mondo 《È messicana, è un'immigrata di merda, mi fa schifo, a te no scusa?》mi chiede con gli occhi teneri 《Sono cinese》《E allora? Lei è messicana》. Non riesco ad elaborare una risposta sensata e semplice. Non so come comportarmi, non so se tentare di spiegarle in modo gentile la gravità delle sue parole e dei suoi pensieri, arrabbiarmi oppure abbandonarla e basta. Prendo un respiro profondo. 《Ci penserò su, grazie per la breve chiaccherata》. Torno al mio posto e poso lo sguardo su Vega. 'Quindi è questo il motivo del tuo costante silenzio? Della tua solitudine? O c'è di più lì sotto? Cosa tieni nel tuo animo, Piccola Luna?'.

Torno a casa con vari pensieri nella testa. Mi hanno educata nel non tenere mai i miei pensieri negativi solo e soltanto per me stessa, ma di liberarli appena si presentano, in qualsiasi modo io ritenga corretto. In questo caso ho forti dubbi sulla società americana. Mi ripeto spesso 'Se hai un dubbio, colmalo. Perché colmando quel dubbio, rendi più saggia la tua anima'. Perciò devo approfondire i rapporti degli americani con i messicani. Afferro il mio tablet e sorrido vedendo la cover che ho comprato da qualche giorno: è rosa e con tanti gattini piccoli e carini che sorridono contenti. Cerco in internet informazioni che possano saziare le mie domande e trovo vari testi interessanti, ma principalmente ne trovo uno che spicca rispetto agli altri, forse perché più semplice da comprendere. Il testo recita: "Immagino che tu sia a conoscenza del conflitto tra governo americano e messicano, ovvero tutta la storia di Trump che costruì il muro al confine Messico-Stati Uniti per evitare che dei messicani entrassero nel territorio. Ma ora ci chiediamo: perché è successo tutto ciò? A quanto pare uno dei tanti problemi degli Stati Uniti in quegli anni era che la criminalità stava aumentando spodenzialmente, e si dà dalle statistiche che più del 70% dei criminali venisse illegalmente dal messico, dato che gli Stati Uniti sono una grande potenza economica. Da quel momento l'opinione pubblica generale sui messicani, oltre ad affacciarsi al solito stereotipo di messicano con abbronzatura, baffi, cappello e burrito per questione d'ignoranza culturale, è che i messicani possano essere potenzialmente dei criminali, dei truffatori, dei manipolatori e ovviamente inferiori alla razza superiore USA. Ovviamente, cari lettori, sto generalizzando. Non è per tutti così, esistono persone intelligenti, ma c'e comunque un forte razzismo verso i messicani. Per quanto riguarda le discrimanzioni, è difficile da dire, ma generalmente è l'opinione pubblica che influenza maggiormente anche solo alla vista di un soggetto messicano. Ci sono insulti, ma anche discrimanzioni a lavoro purtroppo. Violenza fisica non è molto utilizzata, ma in ogni caso, ogni tipo di violenza o discrimanzione, verbale o fisica che sia, non è sicuramente qualcosa di accogliente, buono o positivo."
Chiudo il tablet e mi siedo sul letto, afferro la busta di biscotti sul comodino e ne mangio qualcuno mentre rifletto su ciò che ho appena letto. Non mi ero resa conto di ciò che sta accadendo ormai da anni. Si, qualche discrimanazione qui c'è, ma non pensavo questo. Anche la mia famiglia all'inizio non è stata accolta al meglio, ma abbiamo trovato persone buone e le cose sono migliorate con il tempo. La Piccola Luna convive con dei stereotipi probabilmente da tutta la vita, per qualcosa che non ha fatto lei. Non è colpa sua. Pensandoci ancora però, non penso si tratti solo di questa crudeltà contro i messicani. Lei ha qualcosa nel profondo di più cupo. Lo si vede nei suoi occhi, il riflesso dell'anima.

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