Capitolo 15

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《Mutano i cieli sotto i quali ti trovi, ma non la tua situazione interiore, poiché sono con te le cose da cui cerchi di fuggire》
-Seneca

Arold

Questa festa fa davvero schifo. La musica mi fa cagare, le persone pure, le uniche cose che si salvano sono il cibo e gli alcolici. Oh si, gli alcolici. Per questo ballo ho deciso di ubriacarmi fino a svenire, magari mi portano pure in ospedale ed ho una scusa per non andare a scuola. Appena entro nella sala mi reco alla ricerca del mini bar dove servono ogni singolo tipo di alcolico. Mentre cammino fra la gente mi ricordo che però questa non è la discoteca. Questa è una festa a scuola per ragazzi minorenni, probabilmente non ci saranno nemmeno bevande troppo alcoliche e non le daranno certamente liberamente a chiunque. La testa mi gira, prima di venire qui mi sono fermato alla stazione dell'autobus a farmi una canna con un mio amico di vecchia data. Rido, quello è più drogato di me, minchia, io mi faccio una canna ogni tanto, quello se ne fa almeno quattro al giorno! Sento una voce che mi saluta da lontano, mi giro a cercarla, non capisco chi mai mi saluterebbe dopo quella cosa che è successa con Trina. Mi odiano tutti, più di prima, da quando è successo. Vedo Siro vicino al bancone del buffet, è lui che mi ha salutato, ed insieme a lui c'è una tipa con i capelli rossicci. Mi ha guardato per qualche secondo. Forse sono io che ormai ho il cervello perso, ma mi sembra di aver visto che aveva gli occhi azzurri come il cielo, un po' come quelli di un angelo. Bah, mi sembra improbabile. Faccio finta di nulla e non saluto Siro, vado dritto al mini bar dopo averlo individuato. 《Bella fra, vorrei una vodka》mi rivolgo al tipo che sta al bancone, lui mi guarda strano 《Non abbiamo la vodka, se vuoi ci sono dei cocktail》ci penso su, onestamente non so quanto possano essere alcolici, ma accetto, tanto sempre alcool è《Va bene va bene》il ragazzo si gira e mi prepara il cocktail. Lo osservo preparlo, chissà se si pagano. La scuola avvolte organizza feste dove si pagano le bevande e avvolte sono gratis. Spero con tutto il mio cuore che siano gratis, perché non mi sono portato dietro il portafoglio, che poi penso che fosse pure vuoto, ho usato i soldi per comprarmi le sigarette ieri. 《Ecco, tieni》mi porge il cocktail, io lo afferro subito 《Grazie amico》resto immobile a scolarmelo tutto in un colpo, se il fra non ha detto niente riguardo ai soldi, probabilmente è perché non devo pagare, per fortuna. Lui mi guarda disgustato 《Ma come fai a bere così l'alcool? Poi ti sentirai male》inizia a bruciarmi la gola 《È proprio quello l'obiettivo bro. Ne posso un altro?》lui mi guarda indeciso, sa che se finisco all'ospedale è anche un po' colpa sua perché ha accettato di darmi l'alcool in grandi quantità. O almeno, penso funzioni così la legge, ma non mi interessa più di tanto. 《Va bene, ma te ne do solo ancora uno per adesso, tra un'ora e mezza puoi tornare e te ne servisco altro》dice mentre prepara il mio cocktail, alle orecchie mi arriva solo qualche parola, sinceramente l'importante è che ha accettato di darmene un altro. Mentre aspetto noto che dietro di lui, su alcuni scaffali, ci sono delle grandi bottiglie di prosecco. Cazzo, quanto vorrei berle tutte d'un sorso. 《Fra》dico al ragazzo 《Guarda che laggiù c'è qualcosa per terra, sembra acqua, se qualcuno ci scivola va a finire male qua》lui guarda dove ho indicato 《Oh sul serio? Vado a vedere, mi controlli il bar per favore?》io faccio di si con la testa e lui si allontana. Davvero una pessima scelta fidarsi di uno come me. Appena non mi guarda più, mi sporgo e afferro una bottiglia. Quando sto per afferrare anche l'altra, mi interrompono 《Sta rubando!》grida una indicandomi con il dito. Porca puttana, mi viene da spezzarle quel dito. Perché non si fa i cazzi suoi? Il ragazzo del bancone corre verso di me 《Ehi! Posa subito quella bottiglia!》. Rido. Mica sono qui per obbedire. Sale l'adrenalina nel mio corpo e decido di scappare con la bottiglia. Corro per tutto la sala, scaraventando persone per terra a caso. Il ragazzo mi insegue disperato 《Vi prego! Fermatelo!》urla ed io non riesco a fare a meno di ridere fortissimo. Ho il cuore a mille, mi sto divertendo da matti. Raggiungo la porta, ma quando sto per aprirla, vengo afferrato da tutte e due le braccia e gettato per terra. È la sicurity del ballo. Mi prende la bottiglia dalla mano e la restituisce al ragazzo appena ci raggiunge. 《Grazie, grazie mille》prende la bottiglia e torna al bancone. L'omone mi guarda incazzato 《Secondo me tu non hai tante tipe, sei una noia mortale》gli dico, lui si incazza solo di più. 《Ora chiamo la polizia per tentato furto, poi vediamo chi è noioso》mi minaccia. Perfetto, così faccio venire un bellissimo infarto a mia madre, poi magari scappa in Inghilterra e non torna più. Arriva anche Siro. Figuriamoci, è sempre in mezzo al cazzo questo, si comporta da buon samaritano, deve riuscire a salvare tutti lui, è l'eroe intelligente e perfetto della situazione, sempre. L'omone lo ferma, impedendogli di avvicinarsi a me 《No no, sono un suo amico, voglio aiutarlo, cosa è successo?》la guardia lo guarda serio《Il furbetto ha pensato bene di rubare una bottiglia di prosecco, ma l'ho fermato. Ora lo denuncio》si scambiano ancora qualche parola e poi riesce a convincere la sicurity a farlo passare, e si siede accanto a me per terra. 《Arold che hai fatto?》per qualche secondo mi sembra di sentire la voce di mia mamma al posto della sua. Quella voce stridula che mi rimprovera e giudica sempre. L'alcool e la droga insieme stanno facendo tanti brutti scherzi alla mia mente. La sala gira e le luci lampeggiano accecandomi. 《Tutto apposto Siro》gli dico, lui storce il naso, sicuramente il mio alito non ha un buon odore. 《Ascolta Arold, ti rendi conto che stanno chiamando la polizia? Ti stanno denunciando per furto》dalle mie labbra riesce ad uscire solo una fragorosa risata. Mi immagino mia madre quando la telefoneranno. 《Cosa hai fumato?》poggia una mano sulla mia spalla, come se fossi triste e avessi bisogno del suo supporto. Vorrei rispondergli e dirgli che io sto benissimo, non deve preoccuparsi per me. Ma nonostante quanto mi stia sui coglioni, non reagisco e lascio che mi parli e mi tocchi. Non so, forse sono il mio cervello ed il mio corpo che sono troppo stanchi per reagire. 《Una canna, vuoi anche tu una?》gli chiedo. Mia madre, quando ero piccolo, mi ha sempre detto di condividere ciò che posso condividere. 《No grazie amico mio》mi sorride triste 《Sai che non è una canna a salvarti dai tuoi problemi?》mi sale una rabbia improvvisa dentro. Lo spingo forte e riesco a spostarlo. Nessuno deve dirmi cosa fare. Nel frattempo la polizia arriva, sono due agenti uomini, grandi e forti. Sicuramente loro due hanno sempre mangiato tutto quello che avevano nel piatto, anche le verdure. Sono davvero forti.《Come ti chiami?》mi chiedono, ma il cuore batte troppo veloce e non riesco a capirci più niente. Gira tutto troppo veloce. Amo questa sensazione, quando tutte quelle sostanze, tra fumo, alcool e droga, mi tolgono il cervello. Cioè, non ragiono più! Non percepisco più il mio corpo! È fantastico, è meglio di una medicina cazzo! 《Abbiamo chiesto come ti chiami》insistono. Io mi alzo di colpo 《Piacere, sono Fluffy l'unicorno》rispondo ballando felice. 《Il ragazzo è sotto effetto di sostanze stupefacenti, non possiamo fare altro che aspettare che si riprenda》dice uno dei poliziotti. Lo guardo meglio, ah no, sono un uomo e una donna. Che coglione che sono, non so neanche riconoscere la figa quando la vedo. Siro si avvicina a me 《Andiamo Arold, ti accompagno io in centrale, lì potrai riposarti e starai meglio, vedrai》faccio di si con la testa, non ho nemmeno capito cosa mi ha proposto, ma la sua voce è leggermente più chiara rispetto alle altre. Usciamo fuori dalla sala, c'è un auto lampeggiante parcheggiata. Mi fanno salire e chiudono la portiera, ma trattengono fuori Siro. 《Quanti anni hai ragazzino?》gli chiedono, non sento bene quello che dicono, ma vedo loro due fare no con la testa, e Siro dispiaciuto. Apre la portiera 《Ascoltami Arold, sono minorenne, non posso venire con te, scusami, scusami tanto》mi dice davvero triste 《Ma tu promettimi che ti comporterai bene, farai ciò che ti dicono e dormirai tranquillo》io non riesco a comprendere ciò che dice, vorrei dargli una risposta, ma davvero, non capisco niente. 《Mi basta anche un mezzo cenno con la testa Arold, per favore》muovo leggermente la testa, questo l'ho capito. I poliziotti salgono in auto e partono. Guardo dal finestrino Siro che diventa sempre più piccolo. Non so dire dopo quanto tempo siamo arrivati alla centrale, ma ci siamo arrivati. 《Ora vai a sdraiarti lì》il poliziotto mi indica una piccola cella con un un lettino, io mi sdraio, con fatica, dopo aver respinto la mia voglia di scappare. 《Come ti chiami?》mi chiede, questa volta è la donna. Io chiudo gli occhi 《Arold》《E Arold ha anche un cognome?》mi chiede gentile. Apro un occhio e la guardo 《No, non esiste il mio cognome》affermo convinto. Se insiste sarò costretto a ribaltare tutta questa stanza. 《Va bene》devo dire che non mi aspettavo questo atteggiamento tranquillo 《Mi dai il numero di tua mamma? O di tuo papà》. Mi alzo piano dal lettino, continua a girarmi la testa, le dico lentamente tutto il numero di telefono di mia madre. Anche solo pronunciare una cosa legata a lei, mi fa venire il voltastomaco.《Bene, bravissimo》prende il telefono e la chiama《Signora, suo figlio è stato denunciato per tentato furto di un alcoolico》riesco a sentire da qua le sue urla da pazza, la sua rabbia e la sua disperazione. Rido. Questa si che è soddisfazione.

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