Capitolo 46

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《C'ho n' sacco de cose da ditte, ma se te bacio faccio prima》

Arold

In questo momento vorrei scavare una buca sotto terra e infilarmici senza uscire. Non so cosa stia pensando adesso Alexia dopo la ridicola scenetta con quell'oca giuliva di mia madre. "Bé, almeno le è piaciuta" penso tra me e me, anche a mio padre è piaciuta Alexia, e sono così felice di questo. Cerco di concentrarmi solamente sulla ragazza che adesso sto accompagnando in camera mia per avere un momento solo io e lei. Merda, sto sognando o cosa? Non credo nemmeno io alle mie stesse parole: Arold, quel grandissimo stronzo bocciato e con chiari problemi mentali, è assieme ad una ragazza con gli occhi di un'angelo e il sorriso da far girare la testa. Non mi sembra vero. Mi sento il più fortunato di questa terra. Appena entriamo, lei si guarda attorno per ammirare quello spazio 4×4 che ho sistemato prima di uscire. Da quando sto con lei, come amici, ho cominciato ad essere stranamente ordinato. Io mi mordo il labbro dalla vergogna, mostrare casa mia e i miei genitori a qualcuno è come mettersi a nudo, è quasi un gesto più intimo del sesso per me.《Sì, lo so che fa un po' cagare ma accomodati pure...》sussurro imbarazzato《A me piace tantissimo》dice in modo genuino, ammirando quel buco bianco e nero che è la mia camera. Hehe, non la capirò mai questa ragazza. Mi piace da morire. Ci sediamo sul bordo di quel letto che di buono ha solo l'essere a due posti, perché per il resto ha solo due...tre, anzi no, penso quattro tegole rotte, il materasso bucato e lo schienale in pelle nero graffiato e rovinato. Cazzo che vergogna. Mi divora. Io tengo subdolamente una mano tesa verso la sua schiena, ma senza azzardarmi a sfiorarla, per assicurarmi che non cada, sperando con tutto il mio cuore che non stia pensando a nessuno dei difetti presenti qui. Vorrei avere il potere di leggere nel pensiero delle persone per capire cosa sta provando adesso. Disgusto? Imbarazzo? Ansia? Paura? Pena? Cristo, è così ovvio che non potrebbe provare altro che una di queste cose, lo faccio io stesso. Sento la frustrazione salirmi fino al collo. Aumento eccessivamente la tensione dei miei muscoli e lei sembra quasi percepeirlo.《Arold, rilassati, è da tutto il giorno che sei così teso. Che succede?》Cazzo, avvolte mi chiedo se la sua professione sia essere una maledetta sensitiva, perchè non è possibile capire solo ad occhio cosa una persona sta provando.《Lo so, scusami, è che spero di non averti delusa così tanto》lei inclina la testa leggermente, concentrando tutta la sua attenzione su di me《Perchè dovresti avermi delusa?》Io sospiro cercando di dare un senso, che nemmeno io trovo, alle mie parole.《Non so. Prima mia madre che ti assilla con tutte quelle domande, poi come ti ha trattata, come se fossi un'angelo mettendoti a disagio, adesso questo schifo di camera. Scusami, sono un disastro》Non ho nemmeno il coraggio di incrociare i suoi occhi nei miei, la vergogna mi sta facendo affogare nella sua stessa melma. L'improvviso contatto della sua mano sulla mia spalla mi fa quasi sussultare dalla sorpresa, non so come faccia ad essere in grado di toccarmi e parlarmi senza nemmeno un briciolo di risentimento o acidità.《Se quello che ti aspetti da me è un'inutile giudizio, allora stai parlando alla persona sbagliata. Non mi importa di tua madre, non mi importa di casa tua, nemmeno della tua camera. Io sono venuta qua perché l'unica cosa di cui mi può importare sei tu》io la guardo come solo si potrebbe guardare un'apparizione divina. Qualcuno mi spiega come cazzo fa? Come cazzo fa a saper dire sempre qualcosa facendomi sentire il ragazzo più fortunato al mondo?《Sei strana, lo sai? Non so nemmeno perchè sprechi tempo con uno come me》《Uno come te?》ripete la mia ultima frase quasi divertita《Perchè? Ce ne sono altri come te?》Credo che il mio cuore abbia appena saltato un battito. Ho una voglia incontenibile di qualcosa che non ho mai provato prima, la voglio tra le mie braccia e stringerla fino a farle capire quanto sono grato della sua sola esistenza, ma ovviamente mi devo contenere e limitarmi a sorriderle come un deficente.《E comunque essere strani è più divertente che essere "normali" e noiosi come tutti》
dice scherzosamente strappandomi una risatina. Ha proprio ragione. Sarà questo il suo fascino? Oltre ai suoi occhi, capelli, viso, guance, voce, mani... oh no. Più penso e più realizzo quanto posso essere ridicolosamente innamorato di questa ragazza.《Be', noi due sicuramente possiamo battere un manicomio intero》
Lei ride alla mia battuta e io rido con lei. I miei occhi sono fissi sulle sue labbra incurvate in quel sorriso da farmi ammalare per quanto ne sono in fissa. E mentre la mia voce svanisce per concentrarmi solo su quel punto, sento le mani formicolarmi. "No Arold, stai fermo" mi dico, come un rimprovero. Continuo a pensare tra me e me finchè Alexia non sposta di nuovo i suoi occhi glaciali su di me. Io non riesco nemmeno a resistere un'altro secondo. Poso una mano, prendendola dolcemente da sotto il mento, e con una mossa di eleganza, al pari di un blocco di mattone, la attiro a me, talmente vicino che non esito a far connettere le nostre labbra, e anche lei sembra contribuire al gesto non pensato. Appena mi accorgo cosa sto facendo mi sento un totale idiota. "No no, che cazzo stai facendo? Tu che baci lei? Stai scherzando?" questo è cio che la mia coscienza, in panico, mi dice, durante il mio primo bacio, dato in tutta la mia vita. Io sgrano gli occhi pensando di doverla allontanare prima d'imbrattare quelle labbra da principessa con i miei denti da bestia, ma appena la guardo, mi accorgo che lei in realtà si è avvicinata di sua volontà, e solo a quel punto i miei sensi sembrano lasciarmi definitivamente. Dopo quelli che mi erano sembrati secoli, decido finalmente di abbassare la guardia e allentare la tensione nei mie muscoli per avvolgerle la vita con le me braccia, per avvicinarla il più possibile al mio corpo. Devo averla vicina. Appena le sue labbra si staccano lentamente, è come se le sentissi bruciare ancora da qual contatto, di cui inizio già a sentirne la mancanza. Lei mi guarda con quelle retini chiare dove vedo qualcosa che nemmeno io riesco a capire. Ci vedo le stelle, le lune, i pianeti, ma sopratutto ci vedo ciò che mi fa stare bene senza ammazzarmi. Solo guardarla negli occhi fa cedere ogni mia voglia di resisterle, ma questa volta ci pensa lei a fare la stronzata prendendomi il viso da entrambe le guance per l'ennesimo bacio confermando ad entrambe i sentimenti di ognuno. Io mi sento abbandonare il cervello completamente. La stringo con più forza mentre sento le sue labbra sulle mie in modo perfettamente sincronizzato, come se conoscesse perfettamente ogni mia mossa e movimento a memoria.
Io invece mi concentro nel perdermi nel suo sapore. Lascio che il suo aroma paragonabile alla ciliegia mi annebbi i pensieri dal primo all'ultimo. La stringo a me come la cosa più bella e preziosa di questo mondo di merda, come se fosse vetro in procinto di frantumarsi. Quando quel momento finisce ci stacchiamo lentamente come se fossimo attaccati con la colla, e ci guardiamo con l'amore scritto nelle pupille.《Mi togli il fiato》ammetto mentre il respiro quasi mi esce a tratti.《Ma io preferirei che tu respirassi ad essere onesta...》mi risponde scherzosamente e io non riesco a trattenere una risata. Lei ride con me e io la porto sopra al mio letto, lo stesso che era stato sempre sudicio del mio stesso sudore e lacrime, adesso sembrava il paradiso con lei, ignorando il rumoraccio delle tegole scassate, ovviamente.
Mentre è stesa sotto di me non riesco a togliere le mani dal suo corpo, io la sento rabbrividire e mi fermo immediatamente, col terrore di oltrepassare qualche limite di cui non sono a conoscenza.《Stai bene?》
le chiedo senza nascondere il mio timore. La sento espirare a fatica mentre stacca gli occhi da me con quell'imbarazzo rigato sul volto a cui non riesco a resistere nemmeno sforzandomi per quanto lo trovo adorabile.《Sì... è solo che non sono abituata》sussurra un po' preoccupata《A cosa?》《Al tocco di qualcuno》le sue parole mi mandano in apnea per qualche secondo mentre mi rendo conto solo adesso di avere la cosa più pura di questo universo tra le mie braccia, ma sento che in verità c'è altro. Affondo le mie mani fino a catturare le sue, accarezzandole delicatamente ad ogni movimento. Non ho mai toccato così dolcemente qualcuno in tutta la mia vita.《Se non vuoi a me va bene, non sono di certo uno di quelle teste di cazzo che si offendono se non gliela dai》le dico con un tocco della mia ironia, anche se le mie parole sono sincere, non voglio che lei si senta costretta a fare qualcosa che non vuole con me. Alexia ridacchia silenziosamente e scuote la testa negando la mia affermazione.《No no, non è quello. Io lo voglio, è solo che...》 ma le parole le muoiono in gola. 《Non so come spiegarlo...》Io noto come stringe forte le maniche del suo maglione blu stellato, e non so come, ma avverto e capisco qualcosa che è più profondo della paura della prima volta.《Posso?》le sussurro mentre le mie dita sono appese al maglione. La vedo esitare prima che annuisca in silenzio. E quando lo tolgo definitivamente, sento il mio respiro tremare. Il suo corpo, ma sopratutto le sue braccia sono ricoperti da puntini marroni. Non so bene come, ma sono sicuro che si trattino di cicatrici.《Mi dispiace, se vuoi possiamo anche non farlo se ti disgusta. Io lo capisco, credimi》alzo gli occhi nei suoi e mi soffermo su di loro. Mi sento profondamente uno schifoso incoerente, perchè so che neanche troppo tempo fa sarei stato il primo a prendere per il culo qualcuno per questo genere di robe, ma averlo davanti, sulla persona a cui mi sono più affezionato, e vedendo la sofferenza intrisa in quei occhi da bambina, non riesco a provare altro che il suo stesso dolore. O almeno ci provo, non credo che potrei mai capire quella sensazione di avere l'inferno sulla pelle. Alexia mi guarda e capisce che mi sto facendo qualche domanda, che non mi azzarderei mai a pronunciare ad alta voce. 《Io..》sussurra 《Mi pizzicavo forte la pelle con le unghie, forte forte, fino a lasciare quelli, che con il tempo, da rossi, diventano cosi. Piccole cicatrici, che mi rovinano il corpo》il suo tono di amarezza e disgusto per se stessa è disarmante, perché vorrei toglierglielo di dosso subito.《Ti fanno male?》le chiedo poggiando lentamente le mie dita su di esse. Percepisco il suo respiro accorciarsi per un momento.《No. Sono solo cicatrici》lo dice quasi screditandone l'importanza. Allora sollevo il suo braccio delicatamente, come se stessi dipingendo un quadro su tela con le mie labbra. Procedo a stampare silenziosamente un bacio su ogni piccolo puntino marroncino, per poi andare sempre più in alto con l'intenzione di non ignorarne nemmeno uno.《Sono come delle piccole stelline sul tuo corpo perfetto, non dire più che te lo rovinano, perché ai miei occhi non sarà mai così》sussurro con tutta la delicatezza che riesco a trovare. All'improvviso la vedo. Una lacrima.
Luccica come cristalli nella notte, e io non esito ad asciugargliela per ricambiare tutte le volte che si è occupata lei di me. Ora è arrivato il mio turno, e ci metterò tutta la dedizione e l'amore che ho in corpo per trattarla come il fenomeno meraviglioso che è.
Mi Luna.
Alexia appoggia la sua fronte contro la mia in un gesto così romantico e profondo che non avevo mai provato prima《Ti amo Arold, ti amo come non ho mai amato nessuno》io sento il cuore scoppiare di gioia e non esito a farle capire quanto anche io la ami《Anche io ti amo Alexia, ti amo come i vecchi amano andare nei cantieri, ti amo come il sole ama la luna, ti amo come la matematica ama i numeri e come l'italiano ama le lettere. Ti amo, ti amo perché sei tu. Perché sei Alexia Barlow, perché sei semplicemente bellissima, la cosa più bella che ho》non resisto più e torno a baciarla.《Lo voglio》sussurra lei staccandosi dal mio bacio. Io capisco subito a cosa si riferisce.《Sicura?》lei non mi risponde e afferra la mia maglietta, togliendomela.《Si, sono sicurissima》a quel punto sorrido e afferro il suo maglione e glielo sfilo con delicatezza. In pochi minuti siamo nudi l'uno di fronte all'altra. Lei si stende e io salgo sopra di lei. Riprendiamo a baciarci appassionatamente e senza neanche realizzarlo lo infilo dentro con una spinta. Alexia ansima e capisco che le piace. Comincio a muovermi lentamente dentro di lei, le nostre lingue sono ormai unite da un bel po' e i nostri battiti sembrano sincronizzati. Cominciano ad uscire lamentini da entrambe le nostre bocche umide, e questo mi eccita solo di più. La mia mano scorre su e giù lungo il suo corpo bello come un'opera d'arte e lei ha una mano sul mio petto, accarezzandolo, e l'altra sulla mia guancia. Più andiamo avanti e più mi sento in paradiso con lei qui sotto di me. Alla fine veniamo insieme. I nostri petti si alzano e si abbassano sincronizzati《Dio, amore, ti amo, ti amo Mi Luna》sussurro leccandole le labbra. Lei ride《Anche io ti amo amore mio》sussurra. È così bella. Rido anche io《Abbiamo..perso la verginità》dico felice《Già, e ne sono felice, perché è stato con te, solo con te》io mi sento in tilt. Continuiamo a baciarci senza averne mai abbastanza. La amo, la amo tantissimo.

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