Capitolo 17

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《Essere amati profondamente da qualcuno ci rende forti. Amare profondamente qualcuno ci rende coraggiosi》
-Lao Tzu

Chow

Le feste sono così: imprevedibili e avvolte ingestibili. Io penso siano belle proprio per questo. Le persone vanno alle feste con la stessa felicità con cui alle elementari andavano alle gite scolastiche. Perché? Perché non sapevano cosa sarebbe successo. Non aveva importanza il fatto di svegliarsi presto la mattina, l'importante era l'esperienza nuova e diversa. Dovremmo vivere così le nostre vite ogni giorno, con l'emozione di provare qualcosa di nuovo, proprio come per le gite alle elementari. Nella sala, la musica grida in tutto il mio corpo e mi sembra che il cuore stia battendo più felice del solito. Mi giro verso Vega, per controllare come si sente, ma non la trovo più dietro di me. Allora mi giro dall'altra parte per vedere Alexia, ma non c'è nemmeno lei. Mi fermo di colpo. Mannaggina, ed ora cosa faccio? Vega non riuscirà a passare una festa sociale da sola e Alexia è nuova, qua sono tutti come dei sciacalli. Mantengo la calma, perdere il controllo sarebbe solo un altro tipo di problema. Sorrido a me stessa e mi dirigo al buffet, magari sono proprio lì che sono finite. Quando arrivo davanti al lungo tavolo ricco di snacks e bevande, rimango del tutto immobile. Ci sono davvero così tante cose che potrei scegliere. Sono indecisa. Seriamente, c'è di tutto, tranne le mie amiche. Respiro, intanto prendo qualcosa da qui e poi vado a cercarle. Non ho nemmeno tempo di capire se voglio qualcosa da mangiare o da bere, perché vengo interrotta da una voce maschile 《Ehi Chow, ciao, anche tu al ballo?》mi chiede con tono quasi timido. Mi giro e lo guardo, ci impiego qualche secondo a ricordarmi che è uno dei miei compagni di classe 《Ma ciao! Anche io al ballo, eh già, bella festa, non trovi?》. Mi ricordo anche che è uno degli amici di Siro, fa parte del suo gruppo. E a me tutto ciò fa molto piacere, ma purtroppo inizia a crearsi un leggero velo di imbarazzo, perché in quattro anni avremo parlato tipo tre volte e tutte riguardavano la scuola. Non ricordo nemmeno come si chiama, ricordo solo che è un ragazzo molto semplice, di quelli che studiano, che si comportano bene e che non si fanno troppo notare. Uno normale. 《Proprio una bella festa》dice mentre mi guarda fisso negli occhi. Io afferro il punch e lo sorseggio, sorridendogli. Quando sto per allontanarmi dal tavolo alla ricerca di Vega e Alexia, mi interrompe di nuovo 《Ti va di ballare?》con quel tono quasi disperato come faccio a dire di no? Gli sorrido e mi avvicino a lui, giusto in tempo comincia un lento. Lo so ballare, immagino anche lui. Balliamo tranquilli, praticamente nell'angolo della sala, ci sono circa altre due o tre coppie che ballano il lento, il restante delle persone è in disparte a guardarci. 《Come ti sta andando la scuola?》gli domando per fare un po' di conversazione. In teoria da qui, se sono in sala, dovrei riuscire a vedere anche le ragazze. 《Molto bene, come sempre, anche a te immagino, sei una delle ragazze più brave》mi sorride gentile e io ricambio 《Grazie per il complimento》sussurro. Continuiamo a ballare al suono di queste note musicali bellissime. Mi è sempre piaciuta la musica, davvero tanto. E amo ballare, amo anche cantare. Vengo trascinata dal momento e per qualche istante il mio cervello si scollega. Dimentico Alexia e dimentico Vega, c'è solo la musica.《Come sei bella》mi sussurra ad un orecchio mentre inizia a stringermi più forte il fianco. All'inizio non ci faccio caso, suppongo sia un normale atteggiamento, ed io voglio solo divertirmi come se non ci fosse un domani. Voglio vedere Vega ridere e dirle che ha un sorriso bellissimo, perché voglio mostrarle quanto sia bello il divertimento.《Vieni più vicino》sento il suo alito sul collo. Il mio istinto dice di allontanarmi e di non avvicinarmi più troppo. Non è una persona affidabile. Mi guardo attorno, è rimasta solo ancora una coppia a ballare, non sarà un problema se ci togliamo anche noi due. Lui inizia ad accarezzarmi la schiena. Sento le sue mani grosse addosso, che mi coccolano e mi desiderano. Sento il mio corpo che non reagisce anche se dovrebbe. Vedo il suo sorriso malizioso e noto i suoi occhi brillare. Non è una questione di "ho paura e non reagisco". È più una questione, sbagliata, di "sono educata e non voglio essere io quella cattiva, lui è disperato, non malvagio". Ma non funziona così. Riesco a portare il nostro ballo ai margini della sala e smettiamo di ballare lentamente. Lui non mi lascia andare, così devo spingerlo dolcemente lontano da me in modo disinvolto. Cerco di non renderlo evidente. Guardo la coppia rimasta in pista. Sorrido. Sono Siro e Alexia. Ho appena trovato una delle due disperse. Ne manca una. Mi allontano, ma vengo afferrata da un braccio e trattenuta. Lo guardo con odio, ma lui non sembra intimorito 《Resta qui Chow, possiamo ballare altro insieme, possiamo divertirci》insiste e io con un gesto rapido e violento riesco a fargli togliere la presa da me. Cammino a passo svelto che quasi corro. Sento ansia su tutto il corpo. Cerco di analizzare il più volti di persone possibili, ma non riesco proprio a trovare quello di Vega. Inizio a preoccuparmi. Prendo dalla borsetta il telefono e la chiamo. Una, due, tre, quattro volte. Non risponde. I miei occhi balzano da una parte all'altra e il mio respiro si fa sempre più veloce. Lei voleva divertirsi. Io dovevo farla ridere. Respiro a fondo. Niente panico. Continuo a guardarmi intorno e la cerco. La cerco disperata. Dopo qualche minuto, finalmente la vedo. È lì, in piedi vicino all'entrata, immobile e con lo sguardo perso. Il tubino nero che avvolge le sue dolci forme. È proprio Vega. Corro nella sua direzione e le metto una mano sulla spalla 《Vega, tutto apposto?》le chiedo disperata, ma lei non mi guarda neanche 《Vega, rispondi, anche un cenno, stai bene?》insisto terrorizzata. Sembra distrutta. Muove di qualche millimetro la testa. Lo prendo come un cenno di risposta e la prendo dalla mano dolcemente 《Va bene, va bene. Adesso andiamo a recuperare anche Alexia e andiamo a casa, okay?》lei non dice niente, ma mi stringe più forte la mano. Mi si incrina il cuore, è come se stesse cercando di aggrapparsi in tutti i modi alla speranza, a me. Come se qualcuno la stesse inghiottendo viva. Mi costringo a non piangere e entriamo insieme dentro la sala. Volevo divertirmi, far divertire tutte, ma in questa condizione non posso obbligarla. Deve tornare a casa, al sicuro. Fortunatamente Alexia stava già venendo nella nostra direzione. Sembra tranquilla, e ne sono felice, almeno lei ha passato una serata tranquilla 《Ehi Alexia Caramella》cerco di scherzare per non farla preoccupare dello status mentale di Vega. Le lancio una rapida occhiata. Dannazione, sembra quasi in coma. A mala pena respira. Alexia si getta subito su di lei e le tocca le guancie 《Hai la febbre?》le chiede con premura, ma Vega continua a non rispondere. 《Andiamo a casa Alexia, chiamo la mamma di Vega e ci faccio venire a prendere》prendo il telefono e chiamo la madre di Vega. Sapevo che il suo numero mi sarebbe stato utile. Ci prepariamo tutte e tre fuori, sotto il cielo della notte, e dopo dieci minuti vengono a recuperarci. Saliamo in macchina con fatica. 《Come è andata?》chiede sorridente la mamma di Vega. Mi metto subito davanti ai volti di entrambe e sorrido 《È stata davvero piacevole questa serata, ma siamo tutte stanche》le rispondo gentile. Di sfuggita riesco a vedere di profilo suo padre. È silenzioso e sembra stanco. Mi chiedo che tipo di persona sia. Arriviamo davanti a casa e aiutiamo Vega a scendere. I genitori di Vega entrano in casa e ci lasciano un attimo sole. 《Ehi Alexia》sussurro 《Prenditi cura di Vega per favore, anche da parte mia》lei mi sorride e mi calma 《Certo Chow, tu non ti preoccupare, ci penso io》. Mi avvicino a Vega 《Ehi Piccola Luna, dormi bene e riprenditi okay?》le bacio la guancia 《Noi ci vediamo a scuola, sono la tua compagna di banco preferita》cerco di farla reagire alle mie parole, ma lei continua a fissare il vuoto. Vorrei solo sapere cosa le è successo di così grave da mandarla in questo stato.《Chiamami se hai bisogno》mi sforzo di sorridere ad Alexia. Poi saluto entrambe e mi allontano. Cammino fino al fondo della strada, svolto in un vicolo e quando sono sola, chiamo mia cugina per farmi dare un passaggio fino a casa. Resto nel silenzio per minuti che sembrano infiniti, finché non sento un forte rumore d'auto e capisco che si tratta proprio di lei, guida davvero male. Salgo velocemente e mi siedo accanto a lei. È bello avere una cugina poco più grande. Ci copriamo spesso a vicenda, ci aiutiamo e siamo presenti l'una per l'altra. Le voglio davvero un mondo di bene. 《Se può valere qualcosa, sei davvero bella》tenta di sollevarmi il morale. Io sorrido e le dò un pugnetto sulla spalla 《Grazie》sussurro. Arriviamo davanti a casa mia e mi scarica sul marciapiede. Entro con molta calma e cercando di fare il più possibile silenzio. Se i miei parenti si svegliano, non si arrabbiano, ma non voglio svegliarli io. Loro sono così gentili con me, amo la mia famiglia con tutto il mio cuore. Non è giusto che si sveglino nella notte. Salgo le scale e arrivo in camera mia, mi guardo un'ultima volta allo specchio. 《Però è davvero bello questo vestito》sussurro ammirandolo. Alla fine suppongo che il verde si abbini con l'inverno. Sorrido stanca.

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