Capitolo 30

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《La mia solitudine non dipende dalla presenza o assenza di persone. Al contrario, io odio chi ruba la mia solitudine, senza, in cambio, offrirmi una vera compagnia》
-Nietzsche

Vega

Sono intenzionata a scappare. Ma è davvero un'idea così buona? Continuo a chiedermelo ad ogni passo che faccio. C'è pure Siro che insiste nel venire con me. Ma io non voglio coinvolgerlo in tutto ciò. Non è giusto. Non deve sapere tutto su di me. Nessuno deve. Mentre parliamo, veniamo interrotti da una voce che ormai mi è diventata famigliare. 《Vega!》Ci giriamo e vediamo Alexia, a pochi metri distante da noi. Subito dopo che poso lo sguardo su di lei, lo distolgo e la ignoro. Non voglio essere trovata. Da quando ho avuto quell'attacco di panico, mi sta più simpatica, ma non voglio lo stesso immischiarla troppo. Forse non ha senso il mio ragionamento. Abita con me. È la mia sorellastra. Scaccio i miei pensieri al riguardo e dico a me stessa di pensarci dopo, in un momento più opportuno. Vorrei mettermi a correre, ma non ha senso, tanto mi inseguirebbe e forse peggiorerei solo la situazione. Rimango immobile e alla fine, vedendolo, decide di venire lei da me. Siro mi guarda e capisce che deve allontanarsi, ma non di troppo. Alexia ci raggiunge, si mette davanti a me e mi osserva dalla testa ai piedi 《Vega, stai bene? Perché sei scappata?》io la fisso e non dico niente. 《Vega, sai che non è questa la soluzione?》il suo tono è piuttosto allarmato, perciò decido di spiegarle il mio piano, se riesco a convincerla magari mi aiuta pure 《Invece si, si lo è. Se io scappo e sto via tutta la giornata, loro non andranno a fare la grigliata senza di me, e così evito tutto, capisci?》lei non dice niente, mi ascolta in silenzio 《Mi stanno cercando?》sussurro con paura 《Si, tua madre e papà sono andati per di là, ci siamo divisi e ti ho trovata prima io》prende il telefono e pare che voglia avvisare di avermi trovata sana e salva, io in un gesto di disperazione le strappo il telefono dalle mani《Ti prego Alexia, ti prego, ascoltami un attimo, funzionerà okay? Tu devi tornare da loro e dire che non mi hai trovata e fare finta di non sapere niente. Io questa sera tornerò a casa e dirò che una mia amica stava molto male e sono dovuta andare da lei e che mi dispiace non aver detto niente. Tutto qui. E così per adesso eviteremo un disastro》lei non sembra convinta delle mie parole 《E la prossima volta? Chi scappa? Io?》mi metto il suo telefono in tasca e prendo le sue mani nelle mie 《Lo so che non pensi sia una buona idea, ma per favore, solo per questa volta, per favore, poi prometto che non lo faccio più》lei resta indecisa 《Ma non puoi girare per la città da sola》Siro si avvicina in quell'istante, forse stava ascoltando la nostra conversazione 《Non è sola, starò con lei tutto il tempo, promesso》lancio un breve sguardo a Siro, mi sta aiutando, mi sostiene nel mio piano stupido. Lascio le sue mani e afferro il suo telefono dalla tasca, glielo porgo lentamente e un po' tremante《Sei d'accordo?》Alexia guarda il telefono, poi guarda un'ultima volta sia me sia Siro 《Va bene》afferra il telefono. 《Ti voglio bene Vega, ricordalo》mi abbraccia e io ringrazio, grata per avermi dato ascolto, poi afferra Siro dal braccio e lo trascina da un lato. Anche se di poco distanti, riesco a sentire le loro parole《Ascoltami bene, non la perdere di vista nemmeno un secondo, perché è veloce e furba, se le capita qualcosa Siro..》《Stai tranquilla, conosco bene la signorina Barlow》scherza lui per tranquillizzarla, e Alexia pare più calma. Poi ci saluta, andando nella direzione opposta alla nostra. Noi ci giriamo e con una rapida e breve corsa cominciamo ad allontanarci, non vorrei mai che ci vedessero per errore. Più andiamo lontano, e più inizio a non riconoscere la zona. Siro non smette di guardarmi pieno di domande. Se ha ascoltato l'intera conversazione con Alexia giuro che lo strozzo. Poi ci penso un attimo su. No, lo strozzo solo per metà, perché mi sta aiutando, anche se ero contraria all'inizio. 《Worley》richiamo la sua attenzione 《Al posto di guardare me, guarda dove stiamo andando, altrimenti ci perdiamo, non vorrai mica perderti due volte in un giorno giusto?》lui ride 《Sto facendo molta attenzione Barlow, non ti preoccupare, la strada di casa, in un modo o nell'altro, la ritroviamo》lui pare rilassato, ma io non riesco ad esserlo anche se mi ripeto che sta andando tutto come avevo pensato. Lui lo nota e si ferma, mi fermo con lui 《Ti rilassi Vega? Siamo al sicuro e Alexia ti sta coprendo, è tutto okay giusto?》mentre parla rifletto attentamente se è sbagliato prenderlo per il collo e tentare di strozzarlo. Lo guardo fisso negli occhi con serietà 《Ascoltami attentamente Siro, tu non ti devi interessare a ciò che faccio e non devi ascoltare le mie conversazioni private, capito? Altrimenti ti farò smettere di ridere, te lo assicuro》lui pare comprendermi. È una reazione che non mi aspettavo, pensavo più che avesse qualcosa da ribattere. Invece è solo comprensivo. Meglio. Così torniamo a camminare più lentamente. La giornata sta passando in fretta, suppongo sia già pomeriggio, qualcosa come le tre o le quattro. Il sole è ancora in cielo, ma sta cominciando a diventare pian piano nuvoloso. Spero non piovi. 《Vega guarda!》Siro mi indica un parchetto per bambini, con tanto di altalena, scivolo, dondolo e il gioco della campana disegnato per terra con i gessetti. Io ne sono felice, ma per qualche motivo rimango ferma a guardarlo nei dettagli e non mi muovo, perciò Siro mi prende dalla mano e mi porta al parco. Ci sediamo sulle altalene, sono giusto due. Sbaglio, o si sta prendendo troppe libertà nel toccarmi? Beh, non mi dà fastidio stranamente. Una volta seduti, ci dondoliamo con tranquillità. Ricordo che quando ero piccola mi spingevo il più in alto possibile, volevo toccare le nuvole. Rimaniamo in silenzio, nessuno dei due parla, probabilmente non troviamo un argomento decente di cui parlare. Un argomento che non faccia salire attacchi di panico o di rabbia a nessuno. Perché anche se è bravo a gestire le sue emozioni per la maggior parte del tempo, io lo so che anche lui ha emozioni pericolose dentro, proprio come me. 《Perciò, come hai conosciuto Alexia?》Siro fa un tentativo per cominciare una conversazione, in modo cauto e quasi goffo. Ma io dico, ma tra tutti gli argomenti di sto mondo, con tutte le domande che poteva farmi, proprio di questo vuole parlare? Oh certo, ai suoi occhi è solo una mia amica. Nulla di più. 《Mh?》faccio finta di non aver capito e tiro fuori un altro argomento per distrarlo, anche se so che potrebbe diventare dubbioso su questo《Da quanto tempo conosci Carol?》io lo so che questo non è meglio, e che forse a Siro non piacerà, ma non ci posso fare niente, è la prima cosa che mi è venuta in mente. Lui sorride al ricordo di Carol 《L'ho conosciuta alle medie, ma in realtà i nostri genitori si conoscevano già in precedenza. Non chiedermi come, onestamente non lo so》io lo ascolto, contenta di non dover parlare di me. 《Capisco, perciò sono..》《Circa sette anni》fingo di mostrarmi sorpresa 《Wow, sono tanti, è bello vedere che un'amicizia dura così a lungo》ma lui ride 《Non fare la falsa con me Barlow, lo so bene che non sei sorpresa e che hai pensieri molto diversi per Carol》rido anche io, già, ha ragione. All'improvviso i nuvoloni grigi prendono possesso di tutto il cielo e il sole scompare dietro di loro. 《Guarda che bel cielo Siro》sussurro ammirandolo, lui mi guarda stranito 《Sei sarcastica?》io poso lo sguardo su di lui 《No, non sono sarcastica. È bello, è semplicemente bellissimo》《Ma è grigio e cupo, perché dovrebbe essere bello?》io torno a guardare la volta celeste 《Non è bellissimo sapere che anche il cielo avvolte si prende dei momenti per sfogarsi? È sempre così limpido, soleggiato e azzurro, ma quando ne ha bisogno, diventa grigio, quasi nero, e piange. Piange tanto. Questo perché non ha paura di mostrare le sue emozioni, non le tiene dentro. Anche il cielo si prende dei momenti per piangere senza vergogna o paura. Questo è confortante, e bellissimo》le sue iridi chiare sono posate su di me con molta ammirazione e concentrazione, come se fossi molto importante in questo momento. Divento leggermente rossa. Sono stupida a dire queste cose. Lui sposta lo sguardo sul cielo 《Hai ragione, anche il cielo è triste avvolte, ma non per questo deve essere meno bello》sussurra concordando con me. Sorrido. Anche lui sorride. Mi sento meno stupida. E subito dopo, puntualmente, comincia a piovere come se non avesse più piovuto per anni. Ci guardiamo attorno e riusciamo ad individuare e a ripararci sotto il porticato di un palazzo. Siro scoppia a ridere senza motivo. All'inizio lo reputo un po' da pazzo e stupido, ma la sua risata è troppo sonora e contagiosa per non ridere insieme a lui. 《Anche questo è mostrare apertamente le proprie emozioni?》mi chiede con gli occhi splendenti di gioia《Si, anche questo lo è》 ammetto《Bene, perché stare sotto un porticato in mezzo alla pioggia è divertente, soprattutto con te》ci guardiamo negli occhi e sorridiamo. In realtà non è nè pazzo né stupido. Sono felice che sia con me e che io non sia sotto questa pioggia da sola.

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