Capitolo 25

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《Ho il sole dentro ma è lunatico》

Siro

Da quando abbiamo fatto quella gita al museo con la mia ex classe, non riesco a stare tranquillo. I miei incubi continuano e ogni singola notte non riesco a dormire. Mi sveglio sudato, mi guardo attorno e vedo solo minacce. Perché non posso fare sogni normali come ogni altra persona? Io voglio solo dormire in pace. E nemmeno di giorno sono calmo, perché ho sempre pensieri su quella classe. Su quelle persone. Su cosa potrebbero fare. Sta diventando come un'ossessione. Per fortuna ho Carol, che almeno può dirmi cosa succede lì da loro, cosa pensano e cosa fanno. Oggi l'ho chiamata e le ho chiesto di venire a farmi visita e tenermi compagnia. Oggi non dobbiamo andare in ospedale, perciò c'è anche la mia piccola stellina a casa, e lei adora stare con Carol, e Carol adora stare con lei. Sono le mie due bimbe, e amo quando le vedo giocare e stare insieme. A volersi bene. Suonano alla porta. Io e lei siamo seduti sul tappetto del salotto a giocare, e lei mi lancia uno sguardo emozionato, capiamo subito che Carol è arrivata. 《Vado io!》urlo correndo alla porta e aprendola.《Ciao Carol, che bello vederti!》la abbraccio immediatamente e lei ricambia il mio abbraccio felice 《Ehii, anche per me è bello vederti Siro!》veniamo interrotti da lei che ci corre incontro 《Carol! Sei arrivata!》urla contenta e salta in braccio a Carol. Lei la prende e la abbraccia forte 《Ehi stellina! Come stai?》ridono entrambe 《Bene, e tu?》la guarda con i suoi occhioni azzurri, sento un calore nel petto guardandole 《Molto bene, mi piacciono i tuoi capelli, sono delle bellissime codine! Bionde bionde!》la mia stellina ride timida 《Grazie》sussurra, giocherellando con i capelli di Carol. 《I tuoi sono rossi rossi》dice guardandoli curiosa. Mia madre arriva e saluta Carol, felice di vederla. Ai miei genitori è sempre piaciuta Carol, e se piace a tutta la mia famiglia, perché non dovrebbe piacere a me? Poi mia mamma guardandoci, ha preso la piccola e l'ha portata con sé, ha capito che io volevo stare un po' solo con la mia migliore amica. Chicchierando, siamo andati in camera mia con calma. Ci sediamo sul piccolo divanetto che ho 《Come ti senti?》mi chiede preoccupata 《Mh, non so, ma non bene》riesco a sussurrare, lei mi accarezza i capelli ricci e ribelli 《Lo capisco, e so che vuoi sapere..》dice quasi triste 《Parlano di te, dicono che sei un vigliacco che scappa, e le solite cose che dicevano prima, sai come sono》bisbiglia, neanche a lei piace questa situazione. La guardo negli occhi 《Ma vogliono fare qualcosa? Qualcosa di concreto? Di fisico?》sono preoccupato per questo. Perché per me possono parlare anche fino alla morte, ma se fanno qualcosa di reale, è preoccupante. 《In realtà no, parlano solo. Sono loro i veri vigliacchi》io la abbraccio 《Grazie per esserci sempre》lei mi stringe più forte 《Non è giusto che soffri così》. La stanza è silenziosa e cupa, me ne accorgo solo dopo qualche minuto. Non c'è molta luminosità, il che rende le mura solitamente azzurre, grigie. Così sembra che..non so..mi alzo nervoso e tolgo le tende, facendo entrare più luce nella stanza. Carol si alza con me 《Non sopporto come si comporta Vega con te》dice arrabbiata. Eppure parlare di lei mi fa sempre sorridere. Dalla prima volta che mi ha rivolto la parola, ho percepito una rabbia dentro, ed anche io la sento, nel cuore. Lei ha quel caratteraccio e nessuno le si avvicina. Lei non sorride mai. Ma se la osservassero..se solo vedessero quando ride per cose banali, quando mangia le sue mele verdi, quando scherza con Chow o quando timida diventa leggermente rossa. Se solo provassero a conoscerla e solo lei lasciasse qualcuno entrare nella sua vita.《Siro? Tu cosa ne pensi? Non è troppo aggressiva? Ha davvero esagerato alla gita! Come se lei avesse il diritto di sapere tutto di te, è davvero arrogante》sbuffa infastidita. 《Non ti piace proprio quella ragazza eh?》la guardo divertito. Si, ha esagerato, ma alla fine, la sua colpa quale sarebbe? Quella di riuscire a percepire il male negli altri, perché è empatica. Però sono ancora arrabbiato e sconvolto per le sue assurde fantasie. Quello è davvero crudele.《Certo che non mi piace!》escalma ancora lei, dopo che tutta la stanza è finalmente piena di luce e l'aria comincia a girare e cambiare, ci risediamo l'uno affianco all'altra. 《Volevo parlarti proprio di lei》Carol si sistema meglio sul divanetto 《Ti ascolto》.  Prendo fiato《Il fatto è che lei ha detto delle cose su di te..su di noi..su di me..》lei sembra curiosa 《Cosa ha detto di preciso?》io rido《Cose assurde come che sei segretamente innamorata di me e che sei stata tu a causare tutte quelle cose a scuola, contro di me》lei rimane sorpresa, ma non si scompone dalla sua posizione elegante. 《Vedi perché non mi piace? Capisci che accusare qualcuno così è una cosa da squilibrati? Non è normale. Io penso sia solo gelosa di noi due, della nostra amicizia. Per questo fa così. Ma tu non devi permetterle di trattarti così o di farti il lavaggio del cervello. Tu sei più forte, non darle più retta. Ignorala totalmente. Forse smetterà così》io continuo a fare di si con la testa convinto delle sue parole. Carol ha perfettamente ragione. Lei si che mi vuole bene. Non come Vega. Non come gli altri. La porta della mia camera si apre all'improvviso e la piccola entra con in mano un piatto pieno di biscotti al cioccolato. 《Merenda!》esclama con il suo splendido sorriso. La facciamo sedere in mezzo a noi e mangiamo tutti insieme i suoi biscotti. Guardo l'orologio, perfettamente in orario, come tutti i giorni. Non sbaglia mai. Sadie si sporca tutto il visino candido di cioccolato e io notandolo, prendo un fazzoletto e l'aiuto a pulirsi. 《Fratellone..?》sussurra lei 《Carol e io possiamo andare a giocare insieme?》mi chiede con i suoi occhioni dolci azzurri 《Chiedilo tu stessa a lei, stellina》Sadie si gira verso di lei e Carol la prende in braccio e la fa sedere sulle sue ginocchia. 《Certo che gioco con te piccola, a cosa vuoi giocare?》Sadie ride e le sue due codine bionde si muovono con lei 《Giochiamo alle principesse!》esclama emozionata. Carol si alza tenendola in braccio come se fosse sua figlia o sua sorella 《Andiamo in salotto e giochiamo, gioca anche Siro con noi!》io mi alzo subito dopo di lei e ci rechiamo in salotto. A Sadie piace fare questo gioco ogni volta. Io sono il cavaliere che salva le due principesse da un grande drago. È sempre così. Abitudinario e divertente. Sempre allo stesso modo. 《Quanto sei fortunato Siro! Vorrei avere io una sorellina come lei!》Carol e Sadie ridono e io con loro. Mi fermo a riflettere. Devo continuare a non abbattermi, perché ho una sorellina fantastica e una migliore amica bellissima. Sono le mie due bimbe principesse. Le mie stelline. Gli incubi non mi prenderanno. E finché avrò loro, e anche gli altri, io non devo arrendermi. Il pomeriggio passa e Carol torna a casa. Ci abbracciamo calorosamente 《Cerca di riposarti Siro, okay?》si raccomanda e io le assicuro che almeno ci proverò. Chiudo la porta alle mie spalle. Sadie mi guarda, seduta sul divanetto del salotto, io vado a sedermi accanto a lei. 《Carol ha i capelli rossi》afferma dubbiosa 《Già, ha i capelli rossi, tu ed io li abbiamo biondi》le dico guardandola in tutta la sua bellezza infantile 《Gialli!》esclama lei e io non riesco a non ridere 《Si, sono gialli》lei si ferma a guardare i miei capelli 《Però i tuoi sono meno gialli dei miei》dice ancora dubbiosa. Effettivamente ha ragione. I suoi capelli sono di un biondo chiaro chiaro, invece i miei sono un biondo cenere. E sono molto ricci, invece i suoi sono solo mossi. 《Tu》mi poggia un ditino sul petto 《Sei grande》《Eh già, sono grande》《Ma quanti anni hai?》mi fa sempre questa domanda. Avvolte si dimentica le cose, è normale, è piccolina. 《Diciassette, tra poco ne faccio diciotto》le sue iridi si illuminano 《E diciassette è tanto?》si guarda le manine. Ho provato a insegnarle a contare sulle dita almeno fino a dieci, ma per ora sa solo il numero uno ed il numero due. 《Si, è tanto, più di te, ti ricordi quanti anni hai Sadie?》lei appare in difficoltà, io prendo le sue piccole manine nelle mie e le faccio alzare le ditina delicatamente 《Quattro, hai quattro anni》lei si guarda le dita bianche 《È poco?》io faccio di si con la testa 《È piccolo, ma crescerai e sarai grande anche tu, ci vuole tempo》lei si tocca il nasino 《Voglio essere grande come te, perché tu sei grande, sei tanto alto》dice con tono incantato, io rido 《Sarai alta e grande piccola stellina, lo diventerai》le sussurro baciandole la fronte.

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