Capitolo 39

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《Forse ti viene troppo spesso il pensiero di essere una persona cattiva, senza considerare che esistono anche le persone buone e potresti esserlo》

Arold

Mi sono seduto sul tavolo della cucina. No, non su una delle sedie che circondano il nostro tavolo di legno, ma proprio sul tavolo. Ovviamente il ciò permesso dal fatto che mia madre non è in casa, è andata dalla parrucchiera per farsi la stessa capigliatura che si fa da circa vent'anni nello stesso identico posto e nella stessa identica maniera. Una vera novità! Che schifo che mi fa quella donna. Mando giù un groppo di saliva. In ogni caso stavo cercando qualcosa per la casa, non ricordo cosa, e non ricordo nemmeno come ho fatto ad arrivare a sedermi sul tavolo, e perché. So solo che sto molto comodo seduto quassù, mi fa sentire più grande e forte. Già, seduto qui con le gambe a penzoloni e il pavimento di sotto, ma che non riesco a toccare, e riuscire a vedere gli oggetti da un'altra prospettiva, più alta, diversa e nuova. Mio Dio, sto infrangendo le regole di casa. Comportandomi in questa maniera, sporco questo bel tavolo di legno pregiato e luccicante. Non è da veri signori, cosa mai mi è saltato in testa? Lascio uscire una fragorosa risata, vaffanculo mamma, tu e i tuoi veri signori. La buona compagnia non manca in questa casa lo stesso, perchè mio padre sta cucinando qualcosa per noi due, se ricordo bene, ha detto che avrebbe fatto degli hamburger, ma non ho voluto chiedergli perché non vuole farlo anche per mia madre, dopotutto anche se arrivasse a casa tardi, potrebbe mangiarli dopo, al suo ritorno. Oppure semplicemente ha capito anche lui che quella donna è troppo viziata per mangiare dei semplici hamburger. Onestamente mi va bene così, non se li merita. Nel frattempo il mio cervello si è tipo fermato da quando il mio sguardo si è perso nel vuoto senza motivo, e forse anche nel tempo e nello spazio. Mmh a rifletterci meglio, no, non credo sia possibile fermarsi sia nel tempo che nello spazio, non posso dire cose così stupide e impossibili. Penso che questa sia la volta buona che il mio cervello si è sciolto. Fortunatamente, questo momento di vuoto viene interrotto da mio padre che si avvicina a me con due piatti in mano, mi porge il mio e io mi costringo a risvegliarmi da questo stato. Afferro automaticamente il piatto in silenzio, mi devo riprendere e i miei sensi intorpiditi devono risvegliarsi, mentre lui si siede dietro di me sulla sedia e comincia a mangiare rumorosamente. Ha lavorato tutto il giorno, facendo lavoretti extra, per portare a casa qualche soldo, e appena arrivato, mia madre ha preso quei soldi ed è andata a spenderli per se stessa senza nemmeno ringraziare o preoccuparsi per noi. Mi fa una rabbia assurda che avvolte vorrei ficcarle in gola banconote su banconote e farla soffocare nella sua stessa avidità, forse la farebbe risvegliare nel mondo reale. Scendo dal tavolo e mi siedo accanto a mio padre, voglio trovare un modo per farlo sentire meglio. Non voglio pensare a quella bastarda di mia madre, voglio pensare a mio padre a aiutarlo come posso. Lo so benissimo come ci si sente quando la gente ti dà per scontato, quando non vede i tuoi sforzi, quando non vede i tuoi piccoli progressi e le tue buone intenzioni, quando semplicemente ti reputa spazzatura umana che non si merita nemmeno di aprire bocca, perché tanto qualsiasi cosa uscirà da quella bocca, sarà una cazzata. O almeno, questo è quello che pensano gli altri. E lo so che prima o poi anche mio padre perderà la pazienza e la speranza e diventerà come me, arrabbiato con il mondo e pieno di marcio. Lo stimo per non esserlo ancora diventato. Credo che il modo migliore per interrompere questo silenzio intriso di rancore, sarebbe fare una battuta leggera e simpatica, senza far saltare i nervi di nessuno ovviamente. Poso il panino nel piatto e mi alzo in piedi 《Piacere a tutti》mi inchino come farebbe una principessa del medioevo e parlo con voce acuta e fastidiosa 《Io sono una donna sposata con un marito e un figlio bamboccione, ma per fortuna io sono l'unica sana! Sapete, ogni tanto parlo da sola per i miei stessi nervi, prendondo in giro le altre persone che lo fanno, perché io posso farlo e gli altri no, inoltre sono la migliore perché ho preso un diploma, cosa che assolutamente nessun altro essere umano sulla terra può fare, e rifaccio le cose che hanno già fatto gli altri solo perché io so farle meglio, ma sono sana lo giuro, e sono bellissima, proprio come una bellissima principessa, ma attenzione, non come quelle della Disney, ma come quelle dell'antichità, le avete mai viste? Dateci un'occhiata mi raccomando》mimo un bacio con le mani e mi inchino nuovamente. Mio padre è rimasto a guardare la mia interpretazione e poi si è messo a ridere per la mia stupidità e i miei gesti scemi. Anche io mi metto a ridere, sono davvero un idiota, ma non si può dire che io non sia simpatico quando voglio. Il mio papà appoggia il panino nel piatto《Mi ricordo bene le immagini delle principesse nei miei libri di storia, quando ero a scuola, erano davvero bruttissime! Hai proprio ragione figliolo!》la mia risata cessa per qualche secondo per poter sentire il suono raro della sua di risata, è la più bella che ho sentito fino ad adesso, oltre quella di Alexia. Lo osservo bene, sembra un bambino cresciuto troppo in fretta, con il cuore troppo grande e debole《Allora fai attenzione anche alle lezioni ogni tanto》le sue dolci parole escono dalle sue labbra insieme alle risate, e infine vengono accompagnate anche da una piccola lacrima cristallina di felicità, che scorre sul suo viso sudato e sporco dal duro lavoro di oggi. Smetto di ridere pian piano al pensiero di Alexia. Alexia..Vorrei poter parlare con lei, perché un po' mi manca. Non so esattamente cosa mi manca, forse le sue parole, forse i suoi occhi azzurri o forse semplicemente lei. Ho notato che in questi ultimi giorni, in cui ho avuto meno contatto con lei, era spesso nei miei pensieri. Quando il silenzio invade la nostra piccola cucina, mio padre vede il mio viso un poco scoraggiato. Allora decide di sedersi più vicino a me e con grande affetto appoggia la sua grossa mano pesante sulla mia spalla 《Cosa c'è Arold?》la sua voce è profonda e preoccupata, è sincera, il che mi fa felice. Alzo leggermente lo sguardo, mi si scalda cuore: io ho consolato lui e adesso lui consola me, siamo una vera e propria squadra. Sforzo un leggero sorriso, non voglio farlo preoccupare per fatti banali, lui ha problemi più grossi dei miei. Tutti hanno problemi più grandi e importanti di me, di Arold, che è solo un fallito. 《Oh niente, solo..mi manca un po' una persona》sussurro con il cuore stretto. Lui sorride in un modo solenne, poche volte mi ha sorriso in modo così fiero e affettuoso 《Capisco di cosa stai parlando. La soluzione è semplice: scrivile》io lo guardo stranito, non sono bravo in grammatica, ma sono sicuro che il "le" è usato per le femmine, giusto? 《O scrivigli》sussurra lui correggendosi. Ma anche con le sue parole davvero calorose, non trovo il coraggio di scriverle. Non ho nemmeno il suo numero di telefono. Immagino che lo abbia capito, perché ora è diventato ancora più serio di prima 《Ascoltami attentamente, Arold》fa una breve pausa per accertarsi di avere la mia attenzione, percepisco che questo è un momento importante, uno di quelli che capitano poche volte e che ti rimangono dentro, come il bellissimo discorso di Alexia di qualche tempo fa, quello che mi ha detto dopo aver nuovamente perso il controllo e picchiato un ragazzo, è stata la cosa più bella che io abbia mai sentito, davvero unico. Lo sguardo di mio padre intercetta il mio e torno a concentrarmi su di lui《Noi due non passiamo molto tempo insieme, e mi dispiace, ma voglio dirti una cosa molto importante. Lo vedi in che situazione si trova il tuo caro papà, è sposato con una donna difficile, io la amo, non dico che non lo faccio, ma non nego che si sono stati e ci sono momenti molto difficili. Io voglio che tu abbia una vita felice con persone belle intorno a te. Mi dispiace per la situazione in cui siamo, in cui sei anche tu》parla con fatica, avvolte inceppandosi nelle sue parole e avvolte balbettando, so che non ha molte occasioni per parlare e dire le sue opinioni e i suoi pensieri, probabilmente non è abituato, come me. Penso che questo sia un momento speciale per lui. Non lo interrompo e ascolto attentamente. Ci sono pochissime persone che riescono a ottenere la mia completa attenzione e poche persone riescono a essere comprese da me, perchè io sono stupido e non capisco niente, a essere pure e semplici. Ritengo che oltre ad Alexia, a quella bellissima ragazza angelo, anche mio padre ne faccia parte. Vorrei dire al mio dolce papà che in realtà è colpa sua se siamo qui, è lui che ha sposato questa vipera ed è sempre lui che continua a starle dietro e a essere sottomesso senza pronunciare un singolo lamento, ma allo stesso tempo mi dico di non essere troppo insensibile e severo e non dare tutta la colpa a lui, è una vittima come me suppongo. 《Chissà, forse questa persona ti starà pensando lei stessa in questo esatto momento, e tu sei qui ad indugiare e crucciolarti in questa maniera, quando potresti farla sorridere nel parlarle》un grande sorriso si fa strada in me, è simpatico come cerca di convincermi e di farmi sentire meglio, è un modo tutto suo, completamente diverso da quello di Alexia, e mi piace. È la prima volta che mio padre mi dà questo coraggio e decido di non ignorare le sue parole, ma di agire. Mi alzo di scatto preso da questa emozione improvvisa e lo abbraccio 《Hai ragione!》esclamo, lui sorride e io ricambio, e dopo corro in camera mia. È vero, non ho il suo numero di telefono, ma esiste instagram e sono sicuro che anche lei abbia instagram, ma nel caso non ce l'avesse, le chiederò il numero di telefono appena la vedo. Si, farò proprio così! Cerco nelle tasche il mio telefono, e non lo trovo. Mi viene da ridere, finalmente ricordo, ecco cosa stavo cercando prima, il mio telefono! Torno in cucina e lo trovo appoggiato su uno scaffale, non ricordo assolutamente perché l'ho messo lì, ma chissene, tanto ora sono impegnato in qualcosa di più importante. Apro instagram e mi blocco. Come potrebbe chiamarsi? Digito "alex" cercando il suo nome, scopro che non troppe persone hanno questo nome. Clicco uno ad uno su tutti gli account e finalmente penso di aver trovato il suo account, si chiama "alexxstar". Penso sia il suo account perché ha messo una foto di sé allo specchio, ma non una di quelle foto che fanno altre ragazze dove sono mezze nude e flexano non so cosa, comportandosi da troie. La sua è una semplice foto per mostrare il suo bellissimo outfit stellare, credo sia il suo preferito, una volta l'ha indossato anche a scuola, e infatti le sta davvero benissimo. Vorrei guardare anche il restante delle sue foto, tutti i suoi post, tutte le storie in evidenza, ma la voglia di scriverle non me lo permette. Immediatamente apro la nostra chat. Mi sale una leggera ansietta che conosco molto bene. Succede perché ho paura di non essere all'altezza, di risultare stupido o cattivo, di non essere abbastanza, perché io so bene di non essere abbastanza, di non esserlo mai stato in vita mia dalla nascita. Dio sto sbagliando tutto. Mi sto lasciando divorare dall'ansia di nuovo, papà ha detto di scriverle e basta. So esattamente qual'è l'errore peggiore: pensare troppo. Non sono mai stato bravo a gestirmi, ma in questo caso mi prendo qualche minuto per rilassarmi e poi le scrivo. Ma se lei non si ricordasse di me? O se fosse impegnata? O se non volesse parlarmi? Okay okay, io le scrivo e se poi non vuole parlarmi non le parlo, non la disturbo e me la dimentico. Con impazienza le scrivo salutandola, presentandomi e chiedendole se si ricorda di me. Spero di sì. Mi risponde quasi subito e il mio cuore pompa a mille. Dopo il normale e basico scambio di "come stai?" rimango in silenzio senza sapere come aprire una conversazione. Dannazione, è cosi brutto avere poco contatto sociale quando ti serve. I miei occhi cupi restano fissi sulle poche parole che ci siamo detti, mi sembrano lo stesso un buon inizio. Ad un certo punto appare un suo nuovo messaggio. Emozionato lo leggo: mi ha chiesto cosa faccio di solito. Beh oddio, di solito mi drogo, mi ubriaco o fumo, non faccio nient'altro di interessante. Sono sicuro che però lei non condivida questo e non faccia di certo ciò che faccio io. Questi sono i momenti in cui mi odio più del solito. Presto - mi dico - pensa Arold, pensa a qualcosa di intelligente e interessante che tu hai fatto, anche in passato, qualcosa per colpirla, per impressionarla. Penso a lei. A giudicare dal suo abbinamento di vestiti e accessori sono sicuro che sia una persona molto creativa e artistica. Automaticamente le piacerà l'arte, le cose fai da te e i colori, e ovviamente anche le stelle, ho visto che le indossa sempre. Bene, non è difficile: "di solito studio moda, e tu ti vesti molto bene, mi piace il tuo stile stellare" le scrivo in modo professionale e serio e invio il messaggio. Wow, sono sorpreso da me stesso, non pensavo di riuscire a scrivere qualcosa di così intelligente. E infatti lei mi risponde immediatamente: "grazie! Anche a me piace il tuo stile! Ti piace tanto la moda?". Improvvisamente acquisto più sicurezza, mi sento migliore, perché lei mi vede in un modo che io non riuscirei più a fare e che non faccio da tempo. "Oh certo, adoro la moda! Ho anche notato che ami le stelle, è vero?" anche questa volta mi risponde subito: "si adoro le stelle, e tutto ciò che ha a che fare con l'astrologia". In quel momento mi ricordo la gita a quel museo che abbiamo fatto, e ringrazio me stesso di quel giorno di aver prestato attenzione per una volta. Mi metto più comodo sul mio letto: "figo! allora ti sarà piaciuta molto la gita al museo, a me è piaciuta molto" le scrivo, perché effettivamente è così, mi è piaciuta, ero stanco e un po' nervoso, ma dopo tutto non è stata male quella gita. Alexia afferma che ha amato quella gita, che è stata una cosa molto bella che ha fatto la scuola e ne è stata felice. E anche io ne sono felice, della sua felicità intendo. Cominciamo a parlare di stelle, di astrologia, qualche accenno anche ai segni zodiacali, ha detto che crede molto nell'oroscopo, io invece no, ma lei non l'ha presa male quando glielo detto, anzi, ha subito precisato che non si aspetta che gli altri abbiano i suoi stessi interessi e le sue stesse opinioni. Non avevo mai incontrato qualcuno come lei, è da quando abbiamo cominciato a parlare che sto sorridendo come un bambino a Natale. Peccato che la sua amichetta Vega non le assomigli per niente, secondo me quella non se la merita un'amica come Alexia. Poi cala di nuovo il silenzio tra noi due. Non mi risponde più. Non ha nemmeno più visualizzato. Come ultima cosa le ho scritto: "e a te cosa piace fare?" per sapere cos'altro le piace oltre l'astrologia, la moda e l'oroscopo, ma lei non mi ha più risposto. E se avessi detto qualcosa di sbagliato? E se mi trovasse antipatico? Noioso? Stupido? Invadente? E se avesse altro da fare e non vuole perdere tempo con me? Oddio, e se invece stesse male per qualcosa che ho detto? O se avesse qualche altra cosa che la fa stare male? Perché non mi risponde più? Dai Arold smettila di stressarti - mi dico. Eppure non ci riesco. Sto esagerando? Starà facendo qualcosa, devo solo avere pazienza e aspettare senza essere invadente. Devo aspettare. Alexia prima o poi mi risponderà. E se non mi risponde più? Resto con lo sguardo incollato alla nostra chat e rileggo tutto ciò che ci siamo scritti, cercando qualcosa di sbagliato nelle mie parole, ma non ne trovo. Individuo solo qualche errore nelle parole, per la fretta nel scriverle. Rimango così, fermo ad aspettare, nei miei dubbi e nelle mie domande. Mi divorano lentamente. Dannato cervello.

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