Capitolo 10

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《Si narra che il Sole amasse così tanto la Luna da morire ogni notte per lasciarla respirare》

Siro

La sveglia suona in modo assordante e mi costringe ad alzarmi dal letto. Cammino per la stanza agitato, inoltre percepisco una strana sensazione, è come se il mio corpo stesse formicolando tutto. Decido di lasciar perdere tutto questo e mi reco in cucina, tanto non può svanire, l'ho capito da qualche giorno. Mia mamma mi porge la stessa domanda del giorno prima, quello ancora prima e ancora ancora prima: "Stai bene Siro?". La guardo negli occhi mentre cerco di sorriderle "Tutto apposto mamma, vado a scuola". Afferro lo zaino con troppa forza ed esco di casa. A scuola la mia voglia di scomparire aumenta. Il mio cervello contraddice questi piccoli pensieri dicendo che non posso scomparire perché altrimenti lascio da sola la mia piccola stellina innocente ed io non posso farlo. Che persona sarei se lo facessi? Abbandonerei anche i miei genitori, loro mi amano, tanto, che figlio sarei? Devo sopravvivere con questo peso addosso.
Quando suona l'intervallo ricomincia il mio incubo, e non posso farci niente, io non voglio reagire, non voglio fare niente. Una sensazione di panico avvolge tutto il mio corpo e sento che..

Suona la sveglia sul comodino e mi sveglio di colpo, tutto sudato. Ecco perché tengo la sveglia attiva anche nei giorni in cui non vado a scuola, così mi salva dai miei incubi. Respiro a fondo e mi alzo dal letto, umido per il mio sudore. Cambio le lenzuola e mi cambio i vestiti velocemente. Succede spesso in verità, ma penso sia normale. Io devo solo continuare a stare tranquillo e vivere nel presente, devo continuare a ricordare a me stesso che questa è la realtà, che questo è il presente, e che non vivo più nel passato, quelle cose non succedono più. Ora sono in una nuova scuola, con il supporto dei miei genitori, dei miei amici e dei miei nuovi insegnanti. Prendo un altro respiro profondo. È tutto okay. Passo per il salotto e sorrido automaticamente. Vado in cucina per preparare una buona colazione. Mi piace cucinare per tutti e per qualsiasi occasione, lo faccio perché mi calma molto e onestamente penso sia un po' come un'arte. Mentre afferro la frutta per fare una buona macedonia, mi viene in mente involontariamente Vega. A lei piacciono le mele verdi, e le mangia spesso ora che ci penso su, l'ho vista molte volte con tra le mani una di quelle. 《Buongiorno Siro!》mio padre mi raggiunge in cucina e mi risveglia dai miei pensieri 《Fai la macedonia?》mi giro e gli sorrido 《Certo! Noi siamo persone salutari》scherzo io. Mi aiuta a preparare la colazione per tutti e a preparare la tavola. Non facciamo spesso colazione insieme: io sono a scuola e loro due sono impegnati, ma quando abbiamo la possibilità di stare insieme, ne approfittiamo al massimo. Il momento più bello, però, è quando la mattina siamo tutti a tavola per mangiare insieme. Mi piace ammirare i visi dei componenti della mia famiglia, dopo esserci svegliati siamo talmente tranquilli ed è davvero piacevole stare insieme in quel momento della giornata. Peccato che anche questa volta i miei genitori debbano andare in ospedale. 《Vengo con voi》affermo mentre aiuto a sparecchiare 《Ma Siro, devi anche riposare, non puoi venire sempre con noi》dice mia madre stanca, mentre i capelli biondo chiaro le ricadono sulle spalle, spesso guardandoli mi fanno venire in mente un angelo. 《Sapete che ci tengo, non è un peso per me》tento di convincerla. Lei alla fine si arrende e accetta, anche questa volta, che venga con loro. Ma la fortuna non è dalla mia parte, perché dopo esserci preparati, usciamo di casa e casualmente fuori c'è Chow. 《Buongiorno Siro! Come stai?》strilla dal marciapiede, i miei genitori la guardano ammaliati, perché da qualche anno non li presento più i miei amici, quindi ora quando li incontrano ne sono davvero felici. Io la raggiungo con calma 《Ehii Chow..bene bene, e tu? Che ci fai qui?》so di risultare maleducato, ma caspita, proprio qui doveva essere? Non voglio che lo sappia, faccio già fatica con Vega, non voglio anche lei addosso. 《Una passeggiata mattutina, tu dove vai di bello?》mi chiede sorridente. Mi soffermo a guardarla, avvolte sono invidioso del suo sorriso, mi chiedo se abbia mai pianto in vita sua. 《Andiamo a fare una gita》le dico, poi mi giro a guardare i miei genitori, ci stanno osservando 《Beh, penso di dover andare, ci vediamo a scuola, buona giornata》la saluto e scappo in direzione della macchina, prima che possa chiedermi qualcosa. Purtroppo vengo fermato dai miei genitori 《Siro, non ti va di passare la giornata con la tua amica? Almeno finché non torniamo a casa, sempre se lei può e le fa piacere》sorrido a mio padre, so cosa vuole fare, allontanarmi dall'ospedale. Pensavo che ormai l'avessero capito che per me non è un peso, ma evidentemente non è così. 《È molto impegnata》gli dico,  ma una vocina interviene 《A me va bene》Chow sbuca dietro di me e mi fa spaventare. 《Oh davvero?》chiede mia madre felice 《Certo, Siro vieni con me?》io mi trattengo dal guardare male tutti 《Va bene》dico a denti stretti. Ma la prossima volta non andrà così. I miei genitori mi salutano velocemente e salgono in auto allontanandosi. Non ho avuto neanche il tempo di.. 《Ehi Siro dai andiamo al parco, dai, dai, andiamo?》mi chiede entusiasta, sembra una bambina. 《Okay, andiamo》ci incamminiamo verso il parco e l'unica a parlare è lei, io sono in silenzio ad ascoltarla. Mi chiedo se abbia sentito qualcosa che non doveva sentire..《Quindi gita annullata?》mi chiede seria, io la guardo per qualche secondo e poi distolgo lo sguardo 《Si, a causa di un imprevisto》mi trattengo dall'aggiungere che l'imprevisto è lei. Arriviamo per caso in un parco e decidiamo di sederci su un muretto. Lei mi parla di alcune sue cantanti preferite, che io ovviamente non conosco, e anche del fatto che è indecisa su quale abitino indossare ad una festa che si svolgerà a breve. Mi fa vedere tre immagini e mi chiede quale si addice di più a lei. Io mi impegno e rispondo seriamente, penso che l'abito verde pastello le starebbe bene e lei ride contenta. Mentre continua a parlarmi mi chiedo cosa ci facesse davanti a casa mia. Stava realmente facendo una passeggiata? Perché se è così è arrivata proprio in un momento "perfetto". Chow mi sorprende sempre. 《Oh Siro, il tuo silenzio mi dice molto. A cosa pensi così tanto?》mi chiede con sguardo serio. Chow è una di quelle ragazze che chiamo "equilibrate": ride e scherza per la maggior parte del tempo, ma quando è necessario essere seri, lei è la prima. 《Ma nulla》ridacchio, ma lei continua a essere seria e non ride con me 《Tu sei un Sole Estivo》mi guarda fisso negli occhi 《E un Sole Estivo è quel sole che chiunque ama, quello che riscalda tutti con i suoi raggi, quello sempre presente per qualsiasi persona, indipendentemente da chi sia. Ma quando il Sole Estivo non sta bene, si nasconde dietro i nuvoloni delle pioggie estive, quelle tempeste che sono davvero forti ma che passano subito, hai presente?》si ferma per qualche secondo e mi osserva 《Un Sole Estivo non può mostrarsi triste ogni tanto senza i nuvoloni che lo coprono?》. Io non so cosa rispondere, non so bene cosa intenda dire. Ricambio il suo sguardo, l'unico modo che conosco per smorzare le situazioni così, sono le battutine 《Ora fai anche la filosofa, Chow? Sei multitasking, complimenti》rido, e lei fa una piccola risatina insieme a me. Le sue parole continuano a rimbombarmi in testa, cerco di allontanarle per pensarci in un secondo momento. 《Ma dove stavi andando prima?》le chiedo, un po' per cambiare argomento e un po' per curiosità. 《Avevo solo voglia di fare una passeggiata, anche per pensare alla festa》risponde tranquilla 《Giusto, la festa, dimmi di più》mi posiziono più comodo sul muretto e mi concentro su di lei 《Ci sarà il ballo di inverno della scuola a breve, ed io voglio pensare bene al vestito da mettere. Vorrei mettere così tanto un vestitino verde, ma forse non si abbina con il tema》dai suoi occhi capisco che è un po' preoccupata al riguardo 《Beh, ma che problema c'è? Se a te piace il vestitino verde, metti quello verde. Chissene importa del tema? Devi divertirti》lei sorride 《Forse hai ragione, ci penserò su. E tu vieni alla festa?》mi chiede curiosa 《Emh..》onestamente non sapevo manco che c'era questa festa. Cioè, ne avevo sentito parlare, ma non mi ci ero concentrato tanto. 《Forse》sussurro sorridendo《Ma devi andarci con qualcuno per forza?》《Io ci vado con le mie amiche, se non ci vuoi andare con una ragazza, vacci con i tuoi amici》dice sincera 《O anche ragazzo》la guardo perplesso 《Cosa?》ridacchio 《Con un ragazzo, intendo, cioè, io ho detto 'con una ragazza', ma magari sei gay, che ne so》ride e rido insieme a lei. Non mi ero reso conto abbastanza quanto Chow sia una buona amica. 《Mi sembra corretto, qua non facciamo discriminazioni》faccio il segno del 'no' con il dito e lei mi imita 《No no, niente discriminazioni》ridiamo. Quando vediamo dei nuvoloni grigi sulle nostre teste, siamo entrambi costretti a scappare a casa.

《Sono tornato》urlo e corro nel salotto, dove trovo mia mamma 《Ciao tesoro, ti sei divertito?》mi chiede tranquilla, deduco che sia andato tutto bene all'ospedale. 《Si, mi sono divertito dopo tutto. E voi? Come è andata?》mi siedo accanto a lei 《Come al solito, tutto bene》mi accarezza i capelli 《Le sei mancato, ha detto che ti aspetta di sopra》mi bacia la fronte. Io sorrido. Mi sta aspettando. Corro su per le scale contento.

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