《Per ogni minuto che passi arrabbiato perdi sessanta secondi di felicità》
-Ralph Waldo EmersonSiro
Sono arrivato da circa quindici minuti e ho già incontrato molti dei miei compagni di classe, in particolare sono riuscito a trovare il mio gruppo di amici, siamo in sei, compreso me, ed ora sono con loro. Per giungere qui, mi hanno accompagnato con l'auto, l'intera famiglia. Prima di scendere, ho dato un bel bacio sulla fronte alla mia piccola stellina, mi ha guardato con i suoi occhioni azzurri, ha sorriso e mi ha detto di sorridere tanto tanto e di divertirmi. Perciò è proprio quello che farò, al massimo. Anche i miei genitori erano felici per me. Sorrido. Sono davvero felice di essere venuto al ballo. Non è il mio primo ballo, ma in ogni caso è sempre una bella sensazione quella del divertimento. Mi sono vestito in giacca e cravatta, sembro un pinguino infatti, ma con un tocco di stile: un bel fiocco di neve ricamato sulla stoffa, nel punto in cui si trova il cuore. L'ha ricamato mia madre prima per l'occasione, e questo lo rende solo più speciale. Per i capelli, ho preferito lasciarli così come sono. Un po' perché mi ricordano Vega, ribelli come lei, e un po' perché tanto neanche con la lacca restano dritti. Mi guardo in giro: le luci sono appese ovunque, ci sono delle bellissime decorazioni, tra fiocchi di neve e cuori di ghiaccio in cartoncino. Ci sono tre lunghissimi tavoli colmi di cibo e di punch, in un angolino c'è un mini bar e infine c'è uno spazio dedicato al DG, che a quanto ho capito è uno dei ragazzi di quinta. Il ballo di inverno è stato interamente organizzato da ragazzi e ragazze di quinta. Direi che tutto è stato pensato ed organizzato al meglio. Sospiro. Nonostante questa festa bellissima, nonostante la musica, le bevande, le decorazioni, gli snack e le persone fantastiche, non riesco ad avere la mente libera. Oggi è stata la prima volta da settembre che Vega mancava a scuola. Le sarà successo qualcosa? Non ho nemmeno il suo numero di telefono, non penso l'abbia dato a nessuno in classe conoscendola. 《Vado al buffet!》grido al mio gruppo di amici, allontanandomi. Quando arrivo al buffet decido di bere il classico punch. Chi non lo beve ad una qualsiasi festa americana? Mi guardo attorno mentre sorgeggio la bevanda, conosco ogni singola faccia presente, perciò la mia mano non la smette di salutare tutti. Devo ammettere di aver fatto molto in fretta amicizia con tutti gli studenti, di tutta la scuola. Vado a fare una passeggiata in giro per la sala piena, giusto per curiosità. O meglio, sono più nella speranza di incontrare Chow per chiederle di Vega, oppure incontrare Vega stessa, che sarebbe un vero miracolo. Riflettendo meglio, non penso sia il tipo da feste. Non trovando né l'una né l'altra, mi reco alla ricerca dei miei amici. Cammino tra la gente con calma, non ho fretta, la festa dura fino alle due o le tre circa di notte. Mentre cammino in tranquillità, cercando i miei amici tra la folla, vedo una faccia nuova: una ragazza. La guardo da lontano, sono davvero sicuro di non averla mai vista. Indossa un vestitino nero con delle stelle argentate ricamate, lo stesso vale per i tacchi che indossa. Ha i capelli rossicci che le ricadono perfettamente sulle spalle e quando incrocia il mio sguardo, noto il colore azzurro chiaro dei suoi occhi. Mi avvicino curioso, devo farci assolutamente amicizia. 《Ehi, bella la festa?》mi posiziono davanti a lei e lei mi sorride gentile 《Sono appena arrivata, lo scoprirò presto》ridacchia《Sei nuova a scuola? Non ti ho mai vista》lei continua a sorridere 《Già, sono nuova》decido di presentarmi 《Io sono Siro, e tu?》le porgo la mano e lei la stringe 《Mi chiamo Alexia》la musica si alza. Mi guardo attorno 《Ti va di spostarci in un posto più tranquillo?》le propongo 《Si, va bene》ci dirigiamo vicino a uno dei lunghi tavoli pieni di cibo, lì dovrebbe essere più tranquillo, insomma, meno pieno di gente che balla. Guardo il lungo tavolo, è stra colmo di snack, sia dolci sia salati. Afferro uno dei bignè alla crema e lo mangio, lei prende uno dei pasticcini al cioccolato 《Quindi sai già in che classe sarai?》le chiedo 《Sono di quarta, non so la sezione》morde il suo pasticcino al cioccolato《Anche io sono di quarta! Chissà, magari sarai proprio in classe con me!》ridiamo 《E di che sezione sei?》mi chiede 《Sono la B》. Mentre chiacchieriamo vedo Arold, voglio salutarlo. Sono anche io arrabbiato per ciò che è successo con Trina, ma voglio anche immedesimarmi in lui e comprenderlo. Non voglio escluderlo e insultarlo come fanno tutti i nostri compagni di classe, perché quello è comportarsi proprio da persone insensibili. 《Ehi Arold!》urlo e lo saluto con la mano. Lui mi guarda per qualche secondo, poi guarda Alexia, e se ne va senza salutarmi. Faccio spallucce, capita. Non voglio obbligarlo a essere mio amico. 《È un tuo compagno di classe?》mi chiede lei 《Già, si comporta un po' da big foot, ma credo abbia un cuore buono》sorseggio il punch e mi guardo attorno. Parte una delle mie canzoni preferite: il lento. Mi piace tantissimo. Mi ha insegnato a ballarlo mio padre, so che è un ballo vecchio stile e che ormai quasi nessuno lo sa ballare o li piace, ma a me piace, e tanto. Poso il bicchiere sul tavolo 《Ti va di ballare?》le porgo la mano come un cavaliere del medioevo. Vorrei ballarlo con Vega, davvero tanto, ma lei non è qui. Alexia prende la mia mano e arriviamo al centro della pista. La gente si sposta ai margini e ci guarda ballare. Sento tante vocine, tutti si chiedono chi è la ragazza con cui sto ballando. Tra la folla riesco a vedere anche il gruppo di amici che ho abbandonato prima. Mi sorridono e fanno gesti volgari, io li sorrido per educazione e poi li ignoro. Le altre persone le lascio parlare, avranno tempo di conoscerla poi. Balliamo tutta la canzone, devo ammettere che Alexia è bravina. La canzone finisce e torniamo al bancone per rinfrescarci. Mi verso altro punch e anche lei ne prende. 《È stato bello》ride lei 《Oh si! E onestamente, wow! Pochissime persone della nostra età sanno ballarlo, sono sorpreso! I miei complimenti, madame》mi inchino come i principi, lei ride 《Anche lei è stato bravo, monsieur》si inchina, rido e lei ride con me. Non mi aspettavo di incontrare un'altra ragazza così divertente e gentile. A tratti mi ricorda Chow, ma più ci penso e più capisco che hanno due modi di fare diversi. Noto con la coda dell'occhio che tutti ci guardano, alcuni ci fanno anche le foto. Mi avvicino di più a lei 《Devo essere sincero》sussurro 《La gente divora ogni singola cosa che non rientra nella normalità a cui sono abituati. Il fatto è che tu sei la novità nella loro perfetta normalità, ed ora, stanno cercando di divorarti》lei gira lo sguardo lievemente e lo vede. Vede tutti quei sciacalli affamati.《So come ti senti》le dico, a testa bassa, evitando il suo sguardo. Tento di nascondere il leggero tremore della mani, infilandole in tasca《Quando sei la novità, quando cercano di tradurti con lo sguardo》cerco le parole giuste 《Ma dopo un po' la smettono, tu cerca di non farci caso》lei mi guarda dritto negli occhi, più le guardo e più noto le sue iridi chiare. Alexia appoggia una mano sulla mia spalla e mi sorride calorosamente, sembra un angelo, anche se non ha i capelli biondi. 《È tutto okay, grazie per tutto questo divertimento insieme》le persone intorno a noi ne approfittano e fanno tante foto. Non sembra che a lei importi, e in realtà neanche a me importa. Ai ragazzi della nostra età piace fantasticare, inventare storie e frasi non dette realmente. Io onestamente la trovo una cosa immatura. Ma l'importante è che io e lei sappiamo la verità, il resto non conta niente. Mi sarebbe piaciuto continuare la mia serata in tranquillità, ma quando vedo un pazzo scatenato che corre per la sala, beh, è difficile da non notare e da ignorare. Lo guardo meglio, quello è proprio Arold. Ed è inseguito da dei ragazzi. 'Oddio' penso mentre guardo sbalordito la scena. Quasi tutti lo guardano male, e lui getta tutti per terra per riuscire a scappare, sta ricevendo un sacco di insulti, ma non gli importa e continua《Scusami Alexia, tanto tanto, ma devo proprio andare, ci vediamo tra i corridoi》bevo tutto il punch del bicchiere e lo butto, lei mi sorride 《Certo, magari anche in classe, chi lo sa》ci salutiamo e mi allontano in fretta, corro in direzione di Arold, lo inseguo per tutta la sala 《Arold, calmati, sono Siro, fermati!》gli urlo, ma sembra che non mi senta proprio.
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Yin e Yang
General Fiction||COMPLETA|| Questa è la storia del coraggio nel tentare ciò che non è mai stato tentato, di vedere la bellezza pure dove si è sempre pensato non ci fosse, del tentare di capire ciò che non si è mai capito. Questa è la storia di un amore considerat...