Capitolo 18

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《Non c'è nulla di nobile nell'essere superiore a qualcun altro. La vera nobiltà è essere superiore a chi eravamo ieri》
-Hemingway

Vega

So già che questa sarà davvero una giornata disastrosa. Una di quelle che ti svegli e vuoi direttamente finirla e tornare a dormire. Vorresti tipo poter viaggiare nel tempo. Dopo una serata passata a festeggiare, non so nemmeno cosa, è tornato il momento di andare a scuola. Ma le cose peggiori sono principalmente due. La prima è andare a scuola in compagnia di Alexia. La seconda è andare a scuola, sopportando la presenza di quel coglione di Siro. Cerco di ignorare questi due fatti terribilmente fastidiosi e scendo al piano di sotto per fare colazione. Alexia si era svegliata prima di me e ha già fatto colazione. È seduta a tavola, mia madre affianco a lei e c'è anche mio padre. Mi sorridono tutti, come la famiglia del Mulino Bianco. Mi sale il vomito di prima mattina, potrei vomitare tutto direttamente sul tavolo e rovinare a tutti la mattinata. Invece, prendo un respiro, accumulo la mia poca pazienza e mi sforzo di fare colazione. Mentre sorseggio la mia tazza di latte caldo, noto le occhiaie profonde di Alexia. Avrà l'ansia del primo giorno di scuola? Mi torna in mente tutto ciò che è successo fino ad ora e mi ricordo che lei è la mia sorellastra. Non mi importa. Non mi importa se ha ansia. Può tenersela e renderla anche la sua migliore amica. Torno in camera mia e mi cambio velocemente, probabilmente spinta dai miei nervi. 《Vi accompagniamo noi》mi propone mia madre. Assolutamente no. Andremo a piedi, e per la precisione, Alexia starà dall'altro lato della strada e non mi rivolgerà la parola. 《Non c'è ne bisogno, cammineremo》afferro le chiavi di casa e trascino dal braccio Alexia con me. Mi avvio per andare a scuola, lasciando lei dietro. Cerca di stare al mio passo mentre io cammino a passo svelto lungo il marciapiede. 《Come ti senti?》mi chiede con tono paziente e dolce. Io non la guardo minimamente 《Bene》mi sforzo a risponderle. Ma dannazione, davvero devo sopportarla anche a scuola? Davvero? Se me la mettono vicino, la infilzo con la penna. Non sto scherzando. Arriviamo davanti a scuola e io entro nell'atrio. 《Ma è concesso?》mi chiede lei incredula. Io la ignoro e mi dirigo direttamente da Trina, lei è la mia salvezza in tutta questa situazione assurda. Scaravento lo zaino per terra e mi siedo accanto a lei. Alexia si siede vicino a me in silenzio. Io cerco di ignorare la sua presenza. Trina la guarda con curiosità e inizia a sistemarmi i capelli, mi sono dimenticata di pettinarli. 《Allora, lei chi è?》mi chiede e le sorride. Se apre bocca per risponderle, le tolgo anche le corde vocali. 《Una mia amica, è nuova》rispondo io velocemente, non deve permettersi di dire in giro che siamo sorellastre. Ma Trina mi conosce bene, percepisce la mia tensione e sa che io non ho amiche. Nonostante ciò, non insiste nemmeno, e le sono eternamente riconoscente per questo. Suona la campanella. Mi alzo di scatto e Alexia mi segue. Vado in classe e lei mi viene dietro come un cagnolino. Mi scappa una risatina. Mi siedo al mio posto e lei sperduta, si siede accanto a me, al posto di Chow. Purtroppo mi sale la rabbia di primo mattino e la prendo per i capelli 《Ascoltami bene, quello è il posto di Chow, tu puoi restare tranquillamente in piedi. E non permetterti di dire in giro che siamo imparentate, altrimenti ti stacco la lingua con le mie mani, intesi?》anche se le sto tirando i capelli, lei non reagisce e non mi guarda troppo male. La lascio andare appena sento dei passi, arrivano anche il restante dei miei compagni di classe. La lezione comincia, il professore ha sistemato quella sventurata poco più lontano da me, è più vicino a Siro in verità. Diamine, Siro. Vedere il suo sorriso sta mattina mi ha solo ricordato il suo sguardo deluso di ieri notte. Come fa a non credermi? Come? Il mio flusso di pensieri viene interrotto dalla dolce voce di Chow 《Come ti senti Piccola Luna?》mi chiede squillante come sempre. Le sorrido, penso sia la prima volta che adoro sentire la sua voce di prima mattina. 《Fisicamente sto meglio》rispondo sincera e lei lo capisce. Mi poggia delicatamente una mano sulla spalla 《Emotivamente invece, io ci sono》mi sorride gentilmente.
Suona la campanella. Sorrido automaticamente. Ora ci divertiamo. Mi alzo dal mio posto e vado verso di Siro, sta chiacchierando tranquillamente con i suoi amici. C'è anche Alexia nel mezzo, la stanno divorando di domande. Questo mi ricorda leggermente il primo giorno di scuola, quando era Siro quello nuovo. La guardo attentamente, direi che sta gestendo bene la situazione dopo tutto. Ma la realtà è che a me non interessa. Mi avvicino e mi posiziono accanto a Siro 《Come ti senti oggi, Worley?》lo guardo negli occhi con aria di sfida. Lui deve credermi. Deve farlo. 《Fresco come una rosa, Barlow, e tu?》ricambia il mio sguardo. Ha la sua buona dose di testardaggine. 《Benissimo! Mai stata meglio!》gli dico con un falso sorriso sul viso. Ci guardiamo fisso negli occhi per qualche secondo, poi lui distoglie lo sguardo e si rivolge ad Alexia, come se volesse cercare di ignorarmi. 《A te è piaciuta la festa Alexia?》le chiede con tono gentile e lei sorride 《È stata molto carina》lui ride 《La parte migliore è stato il ballo, te la cavi bene eh》scherza con lei e Alexia ride. I lineamenti del suo viso sono così rilassati, a differenza di questa mattina, e la cosa mi dà solo più fastidio perché significa che con Siro è più tranquilla. 《Anche tu sei bravo!》esclama ridendo. Penso di non aver capito molto bene. Li guardo incredula. Di cosa cazzo stanno parlando? 《Come?》chiedo rivolgendomi ad entrambi. Smettono di ridere improvvisamente. Mi guardano con uno sguardo tra un misto di imbarazzo e si serietà. 《Abbiamo ballato un lento ieri sera》mi dice Siro, mi guarda dritto negli occhi. Mi salgono i nervi al massimo e se non vado via da qui immediatamente, rischio di avere un crollo davanti a tutti. Esco dalla classe di corsa e cerco il bagno più vicino. 《Vega! Aspetta un attimo!》Alexia mi sta seguendo. So già cosa vuole dire. Qualcosa tipo "te lo avrei detto" oppure "non pensavo che...", ma a me non interessano le sue inutili parole. Entro in bagno e lei subito dopo di me, mi viene vicino e cerca di calmarmi. 《Perché ti arrabbi così?》io la guardo malissimo e mi trattengo dal scoppiare a piangere. 《Perché non me lo hai detto prima?》le chiedo con tono esasperato. 《Come facevo a sapere che..?》risponde confusa. Forse ha ragione. Come faceva a sapere che Siro fosse un mio compagno di classe? E perché io sto piangendo come una bambina? Hanno solo ballato. Nulla di grave. Eppure a me fa male il cuore. Tutti i miei pensieri si bloccano di colpo e rimango come immobile a pensare. Papà che viene ad abitare da noi. Ho una sorellastra. Carol che mi minaccia. Siro che non mi crede. Mamma esasperata. Io che trattengo la rabbia. Magari è per questo che sto piangendo. Mamma me lo diceva da piccola che le emozioni possono essere pericolose se non trattate nel modo giusto. E io non le ho mai trattate nel modo giusto. 《Vega..?》Alexia mi tocca la spalla e mi risveglio all'improvviso.《Lasciami in pace》sussurro e le levo la mano dalla spalla, la guardo un'ultima volta ed esco dal bagno, tornando in classe. Respiro a fondo. Va bene. È tutto okay. Le cose si aggiusteranno con il tempo, non c'è bisogno che mi disperi in questa maniera. Mi guardo attorno nel tentativo di calmarmi e al fondo del corridoio vedo Arold entrare in classe, oggi non era ancora venuto a scuola. Lascio che entri prima lui, non so nemmeno perché. Forse per evitare un suo sbalzo di umore o forse per rimandare il momento in cui dovrò vedere la faccia di merda di Siro. Mi siedo al mio posto in silenzio, evitando lo sguardo di tutti. L'intervallo è finito e Chow è la prima a notare il mio umore. Mi osserva per qualche secondo e poi tace. Non dice niente e non mi tocca. La lezione comincia. Con la coda dell'occhio vedo che lancia sguardi veloci ad Arold. Poi Chow si avvicina a me pian piano, come se fossi una bomba pronta ad esplodere e lei avesse paura di azionarla.《Ieri la polizia è venuto a prenderlo》mi sussurra. Mh, questa cosa è abbastanza interessante. Mi chiedo solo come faccia a sapere sempre tutto di tutti. 《Perché?》le chiedo con tono calmo, mi distrae un po' pensare ad altro. 《Ha provato a rubare un alcolico. Ha passato qualche oretta in cella, finché non è venuto a recuperarlo la sua mammina ricca》bisbiglia divertita. Lei ama i gossip. Non le rispondo niente, mi limito a lanciare un breve sguardo ad Arold. Ha delle occhiaie incredibili, puzza di fumo e alcool e il suo umore penso sia anche peggio del mio. Si è isolato al fondo dell'aula e nessuno ha provato a parlargli. O meglio, nessuno gli parla più da una settimana, a causa del suo atteggiamento con Trina. Noi siamo così. Puoi comportarti da stronzo con i tuoi compagni di classe, ma se anche solo sfiori Trina sei considerato il più terribile dei mostri. Non riesco a prestare attenzione alla lezione, perché in testa ho solo quella rossa. Se solo la prendessi dai capelli..poi la sbatterei contro il tronco di un albero. Starei più tranquilla dopo. Sorrido. Per la testa mi passano mille cose che potrei dire e fare per dimostrare a Siro quanto è tossica quella sua amichetta del cazzo. Devo avere pazienza e fare le cose per bene. Sono io ad avere ragione e lo dimostrerò.

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