Capitolo 24

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《Chi non vuole ascoltarti non lo fa nemmeno se urli, e chi vuole capirti ti capisce anche se non parli》

Alexia

Non pensavo di riuscire a sentirmi al sicuro nella camera di Vega. All'inizio era strano e difficile riuscire a dormire, ma ora mi sto abituando e faccio di nuovo sogni tranquilli. Questa mattina ho proprio la sensazione che Vega non voglia nessuno intorno, nemmeno me, anzi, soprattutto me. Perciò vorrei uscire e prendere una boccata d'aria, e poi così vedo anche la città in cui sono capitata. Questo non significa che abbandono mia..sorella, significa solo che le lascio i suoi spazi. Fin dall'inizio non l'ha presa bene questa situazione, e la comprendo. È okay se non mi sopporta e se mi urla in faccia, io ci sarò lo stesso, è sangue del mio sangue, anche se per metà. Non è colpa sua se siamo entrambe in questa situazione. Passeggio per la casa annoiata e incontro la madre di Vega. Ogni volta che la guardo non riesco a non pensare a quanto sia forte. Lo si vede dai suoi occhi stanchi ma sempre pronti a sorridere. Sempre gentile e mai di cattivo umore. Non scarica sugli altri i suoi problemi.《Oh! Buongiorno tesoro, come ti senti oggi?》mi sorride felice 《Bene, davvero bene, grazie, e lei?》lei cambia espressione 《Ma te l'ho già detto, non darmi del lei okay? Dammi del tu senza problemi》《Oh okay! Allora, come stai?》in mano tiene un cesto pieno di panni sporchi, davvero pieni《Indaffarata, ma bene, sai già cosa farai oggi?》qualche panno cade per terra, perché sono troppi, io mi accovaccio e lo raccolgo 《Una passeggiata per la città》la accompagno alla lavatrice e la aiuto a fare il bucato 《Grazie grazie Alexia, comunque mi sembra un'ottima idea! Ci vai da sola?》《Si, Vega vuole stare un po' per conto suo..》lei sembra preoccupata, ma non capisco se per me o per Vega, o per entrambe 《Vega è pur sempre Vega》sospira 《E se ti perdi? Potresti andare con quella amica di Vega..quella con i capelli rossi, non ricordo come si chiama, ma sembra molto dolce e gentile. Oppure con quella ragazza così estroversa! Mi sembra sia cinese》le sorrido in modo educato 《Si forse forse, ma non ti preoccupare so cavarmela, è tutto okay》《Va bene, se hai bisogno chiama eh》finiamo di occuparci del bucato e torniamo in soggiorno. 《Io vado, torno entro l'ora di pranzo》《Certo certo, divertiti!》la madre di Vega rimane indecisa se abbracciarmi o darmi un bacio sulla guancia, così intervengo io e la abbraccio in modo deciso e affettuoso. Dal primo momento in cui sono arrivata, lei non mi ha mai trattata male o ignorata, mi ha trattata come se anche io fossi sua figlia e ha tentato di non farmi sentire quella sbagliata in tutto ciò o la colpevole. Io lo so bene di non essere il problema. Il problema è lui. Lui che ha fatto tutto ciò. Per anni è stato assente, pensavo di non avercelo nemmeno un padre, e poi arriva a casa nostra come se fosse un supereroe e si preoccupa di fare il bravo marito e papà. E dopo ancora, ha il coraggio di rivelare di avere un'altra famiglia. Mi chiedo davvero cosa stia facendo ora. Perché è sempre occupato in altro, a casa c'è poche volte e quando c'è rende tutto così tossico da desiderare di scomparire. Esco di casa e mi metto subito le mie adorate cuffie, apro spitify, avvio la playlist casuale e capita proprio una delle mia canzoni preferite:

I always thought I might be bad
Now I'm sure that it's true
'Cause I think you're so good
And I'm nothing like you

Look at you go
I just adore you
I wish that I knew
What makes you think I'm so special?

La dolce melodia mi rimbomba in testa e mi culla con le sue parole. Si chiama "Love Like You Do" di Steven Universe. Già, perché anche se ho 17 anni, amo lo stesso quel cartone animato, proprio come quando ero piccola. Non me ne vergogno. Questa sono io. Mi guardo attorno e il cielo cupo ma calmo mi trasmette una sensazione di pacata tranquillità. Ma per la strada, mi rendo conto di non saper effettivamente dove andare. Ricordo che Vega parla spesso di un parco grande e di una fontana bianca e bellissima. Mmh, mi chiedo solo dove si trovi. Decido di camminare in giro, magari trovo un qualche cartello se il parco è nelle vicinanze. Canticchio nella mia testa il testo della canzone, felice, ma vengo distratta da una persona. Vedo una donna anziana seduta per terra, avvolta da coperte sporche, appoggiata contro il muro di un grande palazzo. Davanti a lei c'è un piccolo bicchiere di plastica rotto, immagino stia facendo l'elemosina. Il suo aspetto trascurato e rovinato mi fa venire male al cuore, i suoi occhi spenti e devastati si guardano attorno senza la voglia vivace di vivere. Intorno a lei c'è qualche busta di plastica di snack terminati e ha solo una bottiglia di plastica con ancora un poco di acqua. Ogni volta che vedo persone del genere, mi si spezza il cuore. Quando ero piccola mi facevano talmente tanta pena che mi dicevo che sarei diventata ricca solo per poter aiutare loro. Era una delle poche cose che desideravo. Mi infilo le mani in tasca e riesco a trovare una banconota dimenticata, con lo sguardo cerco un qualche negozio. Dietro all'angolo trovo un piccolo supermercato e ci entro subito. Con i soldi che ho riesco a comprare cinque bottiglie di acqua naturale, un pacco di biscotti e due hamburger già preparati, pronti per essere mangiati. Vorrei poter prendere qualcosa di più, ma purtroppo non ho altro. Vado alla cassa e pago velocemente, ho quasi paura che quella signora si alzi e vada a fare elemosina da un'altra parte, per disperazione, e che io perda l'occasione di aiutarla. Infilo tutto all'interno di una busta, ringrazio il commesso ed esco. Mi tolgo le cuffie, per poter sentire bene la donna e magari per poterci parlare. Deve sentirsi piuttosto sola, magari vuole un po' di compagnia. Ma se non la volesse, andrebbe bene lo stesso. Giro l'angolo e goisco nel trovarla ancora là. Mi avvicino lentamente 《Buongiorno signora, le ho portato qualcosa da mangiare e da bere, ecco, prenda pure》le porgo la busta con all'interno ciò che le ho comprato. Lei mi guarda negli occhi e sorride felicissima. 《Davvero? Per me?》mi chiede incredula, con voce anziana ma allo stesso tempo femminile e acuta. 《Certo, prenda》insisto nel porgerle la busta e lei con pazienza e con mano tremante lo afferra. Pare che voglia godersi il momento in ogni suo piccolo secondo. 《Grazie, grazie mille, davvero, ci sono pochi giovani con il cuore ancora buono e nobile》gli occhi sono lucidi e ogni sua parola viene pronunciata con lentezza e gioia, mi si scalda il cuore 《Ti va di sederti accanto a me? Se non ti fa troppo disgusto la mia sporcizia..》io la guardo e sorrido 《Grazie, e stia tranquilla, un po' di sporcizia non mi ucciderà》ridacchio e lei ride con me 《Hai ragione, hai proprio ragione》mi siedo accanto a lei. La donna apre la busta e tira fuori ogni alimento con calma. Poggia tutto davanti a sé e li guarda. Come prima cosa prende uno dei due hamburger e inizia a mangiarlo. D'un tratto mi guarda come se si sentisse in colpa 《Ne vuoi un po' cara? Al giorno d'oggi le ragazze sono sempre così magre, anche tu lo sei》io rimango colpita dalla sua bontà, ma non posso accettare 《Oh no, non si preoccupi, ho mangiato proprio prima》lei fa un cenno con la testa per intendere che ha capito e continua a mangiare 《Scusa se mangio così, ma ho molta fame》balbetta sporcandosi di salsa 《Non si preoccupi, anche a me succede, a tutti succede》sorrido contenta. Termina di finire l'hamburger e beve un bel sorso d'acqua. Poi prende il restante e lo ripone di nuovo nella borsa, io la guardo un pizzico stranita e dubbiosa, e lei lo nota 《Lo metto da parte, non so quando sarà la prossima volta che riuscirò a trovare cibo》mi sorride un po' malinconica. Poi mi osserva per intero. Si sofferma sui miei capelli e sui miei occhi. 《Lo sento》sussurra, io non capisco a cosa si riferisca 《Cosa sente?》chiedo curiosa 《Tu hai il cuore buono, e sei intelligente e sveglia, sei una ragazza speciale, lo sento》dice fiera, e io mi sento..strana. È bello ricevere complimenti da qualcuno così. Così puro come questa povera signora. Ma mentre mi godo questo momento, mi ricordo cosa mi aveva detto una volta mio padre. Eravamo andati a fare la spesa insieme, uscendo un signore chiedeva se avevamo qualcosa da dargli, e mio padre lo aveva scansato con violenza. Io ci ero rimasta davvero male e me l'ero presa con lui. Ricordo bene la nostra breve conversazione: 《Ma perché hai fatto così? Quel povero uomo ha solo fatto una domanda!》lui mi aveva guardato con sguardo severo e scocciato 《Alcuni si fingono poveri lo sai? Sai perché vanno a finire per strada Alexia? Perché nella vita sono stati dei sfaticati e non hanno fatto niente. Non hanno studiato né fatto altro di buono. Perciò si meritano questo. Io mi spacco la schiena ogni giorno, invece loro non fanno niente, sono solo dei sventurati》io non ero riuscita a ribattere altro. La donna mi guarda e mi risveglia da quel ricordo 《Però hai delle preoccupazioni》sussurra 《Che non ti lasciano vivere bene vero? Tu hai una forte vivacità dentro di te, ma staresti ancora meglio se le tue preoccupazioni non ci fossero》alle sue parole rimango spiazzata. È davvero empatica questa persona. 《Il mio consiglio è di pensare bene alle tue preoccupazioni. Vuoi davvero che contamino un animo buono come il tuo?》mi guarda seria con i suoi occhi stanchi. Io le sorrido 《Ha ragione, ci penserò su. Grazie di tutto》lei ride 《Grazie a te cara, grazie per star usando bene la tua esistenza》mi alzo lentamente, perché è arrivato il momento di tornare a casa. Non vorrei mai fare tardi e dare dispiaceri alla madre di Vega. Ci salutiamo e mi allontano, rimettendomi le cuffie per il breve tratto di strada che devo fare.

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