《Piangere non indica che sei debole. Sin da quando sei nato, è sempre stato un segno che sei vivo》
-Charlotte BrontëVega
Papà mi ha chiesto di venire con lui. Non ha precisato dove o perché. È semplicemente venuto in camera mia..o forse..nostra, e mi ha svegliata, facendo attenzione a non svegliare anche Alexia. E mi ha sussurrato in maniera pacata la domanda. Io l'ho guardato con gli occhi che ha qualsiasi altro essere umano appena sveglio, chiedendomi che ore fossero se fuori non c'era nemmeno il sole. Gli ho detto di sì, ma ora, mentre mi vesto, mi chiedo come mi è venuto in mente di accettare. Cioè, potevo restare a letto e dormire fino a sta sera, invece mi sono alzata per andare chissà dove, a fare chissà che cosa, con mio padre. Perché? Forse ero troppo stanca per inventare una scusa. O forse avevo paura. Ora non posso tirarmi indietro, perciò sto accettando mentalmente ciò che sta per accadere. Usciamo di casa in silenzio e saliamo in auto. L'aria gelida del mattino mi entra perfino dentro le ossa e mi dà una scossa che mi risveglia. Ora sento di essere abbastanza in forma per comportarmi da solita me, prima ero troppo addormentata per capire e reagire. Stanca, scontrosa e avvolte ironica. Ecco come sono io. 《Sembra una bella giornata eh?》sussurra contento per la mia presenza. Io mi sforzo di sorridere nel migliore dei modi e di non rispondergli malissimo. 《Già già》riesco solo a sussurrare, senza aggiungere altro. La macchina parte e cominciamo a girare per le strade. Quando ero piccola, accompagnavo sempre mia madre e mio padre in qualsiasi commissione avessero da fare. Conosco queste strade alla perfezione. Se gira per una via, riesco a supporre quale sia la destinazione. E riflettendo sui luoghi presenti nella direzione in cui andiamo, e conoscendo mio padre, presumo mi stia portando ad un piccolo laghetto qua vicino. Uno dei quali mi portava quando ero bambina. Perché mi sono sempre piaciuti i luoghi naturali, come i laghi, i fiumi, le montagne ed i parchi. E anche ai miei genitori sono sempre piaciuti, molto. Sono stata la mia infanzia. Infatti, avevo proprio ragione. Mi ha portata a quel lago. Al nostro arrivo, ci sono grossi nuvoloni nel cielo, l'acqua sembra congelata e l'aria non è da meno. Perché siamo usciti con questo clima? E perché così presto? Mio padre apre il portabagagli e tira fuori due piccole canne da pesca e una specie di bauletto. Conosco bene queste cose. A mio papà piace la pesca, quella sportiva in particolare. È sempre stato bravo, infatti ha fatto varie gare e le ha vinte. Ha insegnato a me a pescare, e in estate, ogni singolo weekend portava me e mia madre a pescare all'aria aperta e ci divertivamo. Era così bello passare del tempo insieme, magari anche con la compagnia di una grigliata. Quante risate. Quanto divertimento. Quanti bei ricordi. Ma ricordo bene anche come finivano quelle grigliate. Il mio cuore non potrebbe mai dimenticare. Mai. Anche se voglio strapparmi con le unghie quei ricordi, strapparli fino a farli sanguinare e poi continuare a strappare e graffiare. Finché non sono sicura di aver eliminato tutto. 《Ho pensato che sarebbe stato bello passare del tempo insieme, come un tempo!》esclama emozionato. A me fa male il cuore. Sono io quella stronza ad odiarlo e a non perdonarlo oppure sto facendo qualcosa di bello e giusto per me stessa? 《Mi sembra una bella idea》afferro la mia canna e ci posizioniamo vicino al laghetto. Infilo le mie mani congelate nelle tasche e mi accorgo di non aver portato con me il mio telefono. Mi passano per la testa mille scenari, mille possibilità. E se accadesse qualcosa e io non potessi chiedere aiuto? Il mio respiro aumenta e io tento di tenerlo a bada e di nasconderlo. È tutto okay, andrà bene. Non devo allarmarmi. 《Hai bisogno di aiuto per sistemare l'amo?》mi chiede, ed io mi siedo accanto a lui 《Effettivamente si》ridacchio. Prende la mia canna e me la prepara per pescare. Io osservo ciò che ci circonda, in tutti i suoi piccoli e delicati particolari. Prendo un respiro profondo e riempio i miei polmoni di aria fresca e pulita. Dopo una manciata di minuti, entrambe le canne sono pronte. Lanciamo la pastura nel lago, qui si pescano principalmente carpe e trote, e pazientemente e silenziosamente iniziamo a pescare. 《Stavo pensando che》dice lui guardandomi 《Forse potremmo fare una grigliata noi quattro, anche con Alexia》mi propone un po' indeciso. A me vengono i brividi di terrore nel rivivere ancora quelle esperienze. 《Con questo tempo papà? Ma non scherziamo, fa troppo freddo》mi difendo con la scusa del meteo e lui sembra comprendere 《Beh forse hai ragione》. Il sole inizia a sorgere e colora tutto con i suoi dolci raggi. L'aria si riscalda leggermente, i nuvoloni scompaiono pian piano e il cielo si tinge di colori bellissimi, con sfumature tra il giallo e il rosa, e le acque del lago diventano più luccicanti. Ogni volta mi si scalda il petto a vedere questi paesaggi. D'un tratto vedo che il mio galleggiante che si muove leggermente. Anche mio padre l'ha visto, ed ora mi osserva per vedere cosa farò e se mi ricordo ancora come si fa. Io aspetto qualche secondo e poi mulino velocemente la lenza. Una trota. Ho pescato una bella trota. Mio padre mi sorride fiero 《Bravissima! Ti ricordi ancora come si fa! Dammi qua, gli faccio una foto e poi lo liberiamo》prende la mia trota e con il suo telefono fa una foto, poi come detto, la libera. Si lava le mani e poi mi abbraccia calorosamente 《Sei quasi più brava di me》appena le sue braccia mi avvolgono sento un senso di..forse disgusto. Non riesco a sopportare la sua presenza e vicinanza fisica. Tento di ricambiare l'abbraccio senza destare sospetti, ma forse non ci sono riuscita. Il nostro abbraccio si scioglie, ma lui continua a fissarmi 《Stai bene? Sei arrabbiata? Sei triste? Cos'hai?》mi chiede allarmato, alza lievemente il volume della voce. 《Tutto bene papà, sono solo stanca》lui mi guarda 《Oh okay! La principessa di papà è stanca, okay》comprende e non dice più niente. Si guarda attorno, percepisco che non ha abbandonato completamente l'idea della grigliata. 《Vega guarda, comincia a fare caldo》dice ammirando il cielo. Lo guardo anche io. Ha ragione. Oggi fa più caldo dei giorni precedenti, il che è anche eccezionale considerando che siamo in pieno inverno. Il meteo non sembra essere dalla mia parte. 《Dai la facciamo una grigliata? La mamma e Alexia ne sarebbero felici, dai》insiste, mi sembra quasi un bambino, con quella voce implorante e quel viso capriccioso. Continuo a ripetere a me stessa che non posso accettare. Non posso dirgli di sì, altrimenti accetterei una condanna per tutte e tre. 《Ma papà, non conta se fa più caldo, ci raffrediamo lo stesso, non vedi?》cerco di fargli notare l'arietta non del tutto riscaldata e i nuvoloni grigi molto lontani. Lui osserva bene tutto. 《Ma cosa dici? Ma sei stupida? È ovvio che non vi raffreddate! Vi coprite e basta. Non mi interessa, chi sei tu per chiedere a te il permesso? Io sono tuo padre, posso fare quello che voglio. E ho deciso che faremo la grigliata. Anzi, metti tutto apposto, ora andiamo a casa, prepariamo tutto e torniamo tutti e quattro qua e facciamo la grigliata. Muoviti!》il suo tono di voce si alza improvvisamente e diventa aggressivo e il suo umore si altera pericolosamente. "Sono tuo padre, posso fare quello che voglio" quando era piccola diceva sempre questa frase, ma ci aggiungeva anche un altro pezzo alla fine. Ed era quello che più mi terrorizzava, ma allo stesso tempo mi faceva salire i nervi. Io in silenzio, ma svelta, raccolgo le nostre canne e prendo il bauletto nero di papà, pieno di cose per pescare, e carico tutto in macchina. Salgo in auto subito dopo e osservo mio padre fuori. Si fuma una sigaretta in modo nervoso, e quando finisce, sale anche lui in auto. 《Dai ci siamo divertiti no?》il suo alito sa di fumo e mi costringo a non voltarmi mentre mi parla, per paura che si arrabbi, il suo tono di voce mi sembra più calmo e io mi riempio subito di falsa gioia 《Certo! È stato bello!》esclamo felice, e anche lui sembra più felice. Dopo qualche minuto arriviamo a casa. Guardo l'orologio appeso in cucina. Ora sono le 11 di mattino, mi chiedo a che ora mi sia svegliata. Mamma e Alexia ci raggiungono immediatamente, sentendoci rientrare. 《Dove siete stati?》chiede subito mia madre e si avvicina a me 《A pescare》dice mio padre. Alexia si avvicina a me e mi guarda, io ricambio il suo sguardo. Ma sta volta, non nascondo le mie emozioni. Con gli occhi cerco di far capire ad Alexia che c'è un imminente pericolo, e lei pare capirmi subito. 《Ragazze andate di là su, io parlo con la mamma》mio padre afferra mia madre dalla mano. A me torna a fare male il centro del petto. Non riesco a muovermi. Non voglio lasciare mia madre sola con lui. Alexia lo vede e mi afferra per un braccio delicatamente e mi porta in camera nostra. Io mi siedo sul letto e comincio a tremare.
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Yin e Yang
General Fiction||COMPLETA|| Questa è la storia del coraggio nel tentare ciò che non è mai stato tentato, di vedere la bellezza pure dove si è sempre pensato non ci fosse, del tentare di capire ciò che non si è mai capito. Questa è la storia di un amore considerat...