Capitolo 37

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《La tua casa non è dove sei nato. Casa è dove cessano tutti i tuoi tentativi di fuga》
-Nagib Mahfuz

Siro

Non ho dormito niente questa notta. Non ho idea del motivo, forse per ciò che è successo ieri con Vega? Non lo so. Per venire a scuola ho dovuto usare il correttore di mia madre e nascondere le occhiaie. Non mi piacciono, rendono spenti i miei occhi chiari. Sta mattina ho visto il mio amicone, Arold, e lui invece non le nasconde le occhiaie, perciò io mi sono sentito l'unico che le nasconde. A proposito di Arold! Anche oggi ha combinato qualcosa: ha fatto una rissa. Appena l'ho saputo sono corso in cortile, ma quando sono arrivato, erano andati già tutti via, anche il povero sventurato, capitato tra le mani di Arold. Era rimasto solo lui insieme ad una ragazza, e ne sono rimasto sorpreso, perché solo dopo ho capito che si trattava di Alexia. Non ho detto niente e sono tornato in classe. Chissà perché Alexia era con Arold, non li ho mai visti parlare in classe. Forse sono diventati amici da un momento all'altro e io non me ne sono accorto. Strano, Arold non mi ha mai detto niente al riguardo di lei. Vabbé. Passo così tanto tempo con lui, anzi, sono l'unico di tutta la classe a parlargli, e sono davvero dispiaciuto per lui, perché non riesco ad aiutarlo come vorrei. Io lo so che ha tante emozioni dentro, ma dovrebbe capirlo che non è con le risse che si risolvono le cose. Non è così che i tuoi problemi spariscono. Non è così che le tue emozioni smettono di divorarti. Non è così che i tuoi pensieri peggiori vanno via. Però immagino che sia difficile capirlo quando sei totalmente accecato dalla rabbia. In ogni caso la giornata è finita, è ora di tornare a casa. Ho provato a convincerlo ad andare insieme a casa, almeno per un tratto di strada, ma lui ha insistito nel dire che preferisce rimanere in classe finché tutti vanno a casa. Non ho voluto chiedergli il motivo, ma se è ciò che desidera, lo accontento senza essere invadente. Spero solo che non voglia fare qualche danno o creare qualche problema. Esco dalla classe in solitaria, non sono dell'umore di avere qualcuno vicino. Prima di uscire vedo con la coda dell'occhio Vega che mi osserva uscire, e una volta di spalle, e come se riescissi a percepire i suoi occhi stanchi sulla mia pelle. Oggi era completamente distrutta, si è la parola giusta per descriverla. Quando è entrata in classe ho sentito una stretta al cuore a vederla in quello stato. Avrei voluto così tanto andare lì e abbracciarla semplicemente, farla ridere come quel giorno, quando correvamo per quelle stradine, invece non ci sono andato. Ho pensato stupidamente che se né Chow né Alexia sono riuscite a farla parlare o ridere, allora nemmeno io ci sarei riuscito. Ed ora mentre varco la porta d'uscita, sento che avrei almeno potuto provarci, non lasciarla in silenzio per ore. Mi è rimasto impresso nella mente il suo viso quando siamo arrivati a casa sua, dopo la "nostra" fuga. Guardava quella casa, casa sua, con paura, delusione e rabbia. Nemmeno io sono felice a casa mia, ma non la guardo così. Ho avuto così paura a lasciarla da sola lì, in quel posto, ma cosa avrei potuto fare? Appena mi trovo fuori dalla scuola, mi sale la voglia di tornare indietro e stare con Vega. È da tutto il giorno che mi chiedo cosa diamine le è successo, ma mi sono detto di non essere troppo curioso e di farmi i fatti miei, perché penso che non le piacerebbe se mettessi il naso nelle sue questioni personali. Un po' mi viene da ridere, lei ha fatto proprio questo con me. Ma neanche la risatina fa passare ciò che ho per la testa. Perché è scappata di casa? Perché era così oggi? Chi è che le fa del male? Alexia e Chow lo sanno? Continuano a tormentarmi queste domande, e la cosa peggiore e che non riesco a soddisfarle in nessun modo. Nessuno. Immerso nei miei pensieri, non mi accorgo che qualcuno sta camminando accanto a me. Alzo lo sguardo lentamente ed i suoi capelli rossi sono riconoscibili anche da molto lontano. 《Pensieroso oggi》mi sorride, io annuisco lentamente. Nella mia mente riemergono i discorsi fatti con Vega a proposito di Carol. Anche questo è un gran fastidio: l'essere in dubbio sulla tua migliore amica, la persona di cui mi sono sempre fidato. È come se avessi sempre creduto in qualcosa, e poi arriva qualcuno che mi dimostra il contrario. È ovvio che il mondo ti crolla addosso. E se provasse realmente qualcosa per me? Può diventare talmente gelosa da trattare male Vega? Alzerebbe mai le mani a qualcuno? Arriverebbe a fare minacce? Uff, non so nemmeno come fare a scoprire la verità. 《Come stai?》inizio ad innervosirmi a questa domanda, non so perché, ma non mi va di parlarle ora, di averla intorno, ed è la prima volta che succede. 《Tu lo sapevi?》sussurro con tono quasi aggressivo, lei mi guarda senza capire. Mi fermo di colpo e lei si ferma con me《Hanno cercato di aggreddirmi, i tuoi compagni di classe. I nostri..Tu lo sapevi?》lei mi guarda con espressione persa, ma io non mi fermo ed insisto, ormai ho cominciato e andrò fino in fondo a questa storia《Chi gliela detto che ero lì? Chi è che sa che vado al mercato esattamente quel giorno del weekend? Eh? Hai detto che non volevano fare niente》lei cerca di toccarmi e appoggiare una mano sulla mia spalla, ma io mi ritraggo《Siro, ma cosa stai dicendo? Insinui che io abbia detto loro dove eri? Che c'è? Non ti fidi più di me?》non so cosa rispondere. In realtà non lo so. 《È stata Vega vero? È stata quella a metterti questa roba in testa?》appena pronuncia il suo nome mi sale ancora più rabbia, non si deve più permettere di parlare così di lei. Ho sempre lasciato correre quando faceva batuttine e critiche su di lei, perché pensavo che avrebbe smesso. Che era la migliore amica, che potevo lasciar correre. In quel momento, mi rendo conto che in realtà posso verificare subito una delle cose che Vega mi ha detto: che Carol mi ama. Ho la necessità di saperlo, di sapere cosa sta succedendo con la mia migliore amica, perché ho troppi dubbi che mi tormentano, se ho la possibilità di eliminarne anche solo uno, perché non farlo? Non mi costa niente. Allora avanti, scopriamolo. Sono un poco incerto, ma poi mi faccio coraggio. È per scoprire la verità. Mi avvicino a lei guardandola negli occhi, nel modo più sicuro e determinato che posso, e poggio le mie mani sui suoi fianchi. Riesco a sentire un leggero brivido al mio tocco, e pare che Carol lo desideri di più. Appena vedo che avvicina il sul viso al mio, di suo spontanea volontà, per baciarmi, la mollo all'istante e faccio qualche passo indietro. Non lascerei mai che mi baciasse.《Quindi è come dice Vega》la osservo bene 《Sei innamorata di me》sussurro quasi deluso. Lei comincia ad agitarsi 《Cosa? No, no. Non..non..》cerca di trovare una scusa e cerca di negarlo, ma a quanto pare è stata travolta da troppe emozioni e non riesce neanche a formulare una frase. Mi giro e vado via, lasciandola in mezzo alla strada. Lei non prova neanche a venirmi dietro. Non so nemmeno perché sono arrabbiato e deluso. Arrabbiato con me stesso perché Vega su questo aveva ragione ed io non le ho creduto? Arrabbiato perché Carol ha dato della pazza gelosa a Vega, manipolandomi, quando invece era lei nel torto, ed io non ne ne sono reso conto? Arrabbiato perché chissà su quante altre cose potrebbe avermi mentito? Deluso perché la mia migliore amica non me l'ha mai detto? Lo capisco che avrebbe potuto dirmelo più in là, forse era quello che voleva fare, forse non se la sentiva, ma..ma non lo so. Adesso mi viene da pensare che anche le altre cose che Vega ha detto siano vere. Dopo tutto, perché avrebbe dovuto mentirmi? Sono stato così idiota. E sono così confuso. Arrivo a casa con la testa bassa, è come se avessi un macigno sopra. Varco la porta di casa e mi preparo per pranzare, i miei genitori sono all'ospedale con Sadie per le solite visite. Mentre mangio senza voglia della pizza, non riesco a distaccare il mio cervello da questa giornata. Non posso più fidarmi della mia migliore amica? E Vega poi. Vega. Ora sarà a casa sua, uno dei luoghi che odia, da sola, in pericolo. Ma cosa sto facendo? Sono qui seduto a mangiare, senza andarle a parlare dopo ciò che è successo? Forse è sciocco, ma voglio andare da lei. Voglio starle accanto, scusarmi per non averla calcolata oggi, per averla mollata a casa sua quando sapevo che non ci voleva tornare e per raccontarle di ciò che è successo con Carol, assolutamente. Mi alzo ed esco di casa, mia madre e mio padre torneranno sta sera, mando velocemente loro un messaggio per dirli che sono con un amico, di nuovo. Spero che se la bevano, mi dispiace mentire così, ma è per un buon motivo. So dove abita Vega, ma non è vicinissimo, perciò devo mettermi a correre se voglio raggiungerla il primo possibile. E se lei non volesse la mia presenza? Il mio aiuto? Se non ne volesse più sapere nulla di me? Ci rifletto, meglio non farmi paranoie, altrimenti mi impedisco di fare qualsiasi cosa ancora prima di provare a farla. Più corro e più mi sento così incoerente. Da un momento all'altro passo dalla parte di Vega. Beh, se devo fare una cazzata farò una cazzata e me ne farò una ragione, ma per una volta nella vita voglio dare retta al primo pensiero che mi viene in testa e seguire il mio istinto, perché sento che devo dare ascolto a Vega ora. L'aria fredda mi entra negli occhi mentre corro, così li chiudo, altrimenti rischio di diventare cieco. Non faccio in tempo a riaprirli, che vado a sbattere contro qualcuno, riapro subito gli occhi e cerco di capire di chi si tratta《Scus-》lei alza gli occhi nei miei, sono così rossi, così disperati. Mi fa male. Quei capelli castani e quei occhi cupi e stanchi, non potrei non riconoscerli.《Vega!》urlo, di istinto la abbraccio, con un poco di paura che mi respinga, invece lei ricambia. Sento la sua testolina contro il mio petto, è una sensazione piacevole, ma solo per qualche secondo, perchè si stacca velocemente e si allontana. Le vado dietro 《Vega, aspetta un attimo》la afferro dal braccio. Non scappare, ho troppo da dirti - penso. Lei non si ferma e non risponde, è troppo affranta per parlare ed è troppo agitata per fermarsi. 《Ho capito, vengo con te anche questa volta》le dico deciso, lei a quel punto si mette a correre, cercando di lasciarmi indietro, ma io le vado dietro. Dopo qualche metro si ferma e mi spinge con forza, tanto che faccio qualche passo indietro《Siro no!》mi urla addosso furiosa. Lo capisco immediatamente che non è arrabbiata con me, ha solo troppo addosso. Ci sono passato, lo so. Io mi avvicino e la prendo dalla mano dolcemente《Andiamo》sussurro. Dal suo viso è ben comprensibile che è meglio scappare di casa che rimanere, perché li non sta proprio bene, perciò andrò con lei e la proteggerò.

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