3. Impresa titanica

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«Eli, mi è arrivato il preventivo del carrozziere per la macchina» sua sorella apparve sulla soglia della sua camera da letto, ovviamente senza bussare. Non che avesse qualcosa da nasconderle, ma Elisa pensò pure che ogni tanto un po' di rispetto della privacy non avrebbe guastato.

«E..?» rimase in sospeso per qualche secondo con le labbra socchiuse.p
«E il danno che hai fatto è di ben 850 euro» sbuffò la ragazza incrociando le braccia sul petto.
«Innanzitutto non sono stata io.. lo sai»
«Sì sì, il ragazzino che ti ha tamponato e ha detto che avrebbe restituito tutto, beh contattalo, voglio risolvere il prima possibile questa storia e non voglio sborsare un euro, rospo» la chiamò con il suo soprannome da una vita, è dura a volte avere una sorella tanto più grande - Claudia aveva ben 10 anni più di lei - ma a volte era anche simpatica, e conveniente per certe cose.
Non bastavano le dita di due mani per contare i regali e i viaggi che sua sorella le aveva fatto nel corso degli anni.

«Te lo inoltro su whatsapp così puoi mandarlo anche a lui e vi mettete d'accordo»
«Che ansia Clà» replicò mettendosi a sedere sul letto con aria preoccupata. Si iniziò a torturare il labbro inferiore con i denti.
«Lo sai che odio parlare con gli sconosciuti, soprattutto al telefono»
«Elisa, hai 22 anni, non per forza dovete chiamarvi, sai meglio di come funzionano le chat eccetera.. chatta, scrivigli, mandagli un piccione viaggiatore, fai quello che vuoi, basta che mi restituisca i soldi del danno che ha fatto.» sorrise serafica prima di richiudere la porta alle sue spalle.

Di tutta risposta la riccia si lasciò cadere all'indietro sul materasso facendo un lungo e rumoroso sospiro, sentiva già l'ansia galoppare nel suo stomaco per il fatto di dover scrivere o quantomeno parlare con quel ragazzo, per quanto avesse lavorato su questo suo problema nel parlare al telefono con le persone, certe volte faceva ancora molta fatica. Soprattutto quando si trattava di cose non piacevoli, considerando che aveva ancora difficoltà a prenotare un tavolo in pizzeria, figuriamoci andare a chiedere dei soldi ad uno sconosciuto.
Tuttavia, sapeva che era una cosa che andava fatta, per cui si mise all'opera perché nella mezz'ora successiva si sarebbe dovuta preparare per andare a prendere la bimba all'asilo.

Digitò e cancellò quel messaggio una decina di di volte perché si sentiva patetica nelle frasi che utilizzava, poi finalmente decise di inviarlo perché aveva esaurito le idee, lanciò in seguito il telefono tra i cuscini del suo letto e indossò la tuta che aveva lasciato sulla sedia dalla sera prima.

Ricontrollò lo schermo del cellulare prima di infilarlo nella borsa, per vedere l'orario, questa volta sarebbe arrivata in tempo a prendere Sveva.



****


«Tata, Pippo bua» biascicò la piccola tirando un lembo della maglia di Elisa.
«Sveva, che ha fatto Pippo?»
La bimba le mostrò la sua manina cicciotta, dove non riusciva a vedere né graffi né morsi, osservò il piccolo barboncino bianco che dormiva beato vicino al divano.

«Non è nulla amore, vieni la tata dà un bacino e passa tutto» disse dolcemente dandole un piccolo bacio sulla mano e fingendo che una magia l'avesse automaticamente guarita, come si fa coi bambini. Sveva sorrise sdentata e se ne tornò a giocare serena con le sue costruzioni, seduta di fianco al cagnolino Pippo.

La ragazza si mise a lavare le stoviglie che aveva utilizzato per prepararle la merenda e le ripose poi tutte ordinatamente al loro posto. Ormai era come a casa sua, però ci teneva alla pulizia e all'ordine, soprattutto perché voleva che i padroni veri trovassero tutto come doveva stare, non voleva di certo sembrare maleducata.

Non passò molto tempo prima di sentire scattare la serratura della porta, per far apparire Manuela, la raggiante mamma di Sveva, con il suo solito cesto di capelli ricci color rosso ciliegia che sembrava quasi un enorme fiore con mille petali disordinati.

«Eccomi ragazze» si annunciò facendo una posa strampalata e sfoggiando un sorriso a trentadue denti. Quella donna era davvero un personaggio.

Sveva non esitò a correre tra le braccia della sua mamma.

«Grazie Elisa, se vuoi puoi andare via un po' prima, tra un po' torna anche Guido, abbiamo finito prima in ufficio oggi» le spiegò mentre si toglieva il trench e lo appendeva con cura all'attaccapanni nell'ingresso.

«Va bene, allora a domani, ciao Sveva» raccolse le sue cose velocemente e accarezzò la testa della piccola per salutarla, la quale di tutta risposta le abbracciò una gamba.

«Ciao Tata» mise su un broncio tenerissimo.
«Domani torna la tata, Sveva, stai tranquilla» la madre si abbassò all'altezza dei suoi occhi e la rassicurò. «Oggi giochiamo un po' col babbo e la mamma ti va?»
I piccoli occhietti azzurri si illuminarono e urlò un gioiosissimo «sìì!» iniziando a correre in cerchio per il salotto, che si trovava proprio adiacente all'ingresso di casa.

La mora si lasciò sfuggire una risata «allora ciao, buona serata» si richiuse la porta alle spalle, contenta di aver finito prima del solito.
Si avviò verso la macchina, decisa ad andare a farsi un giro per il resto del pomeriggio con un pit stop alla sua gelateria preferita, dato che fuori splendeva il sole e sembrava ormai aver preso il sopravvento la primavera, fu anche ispirata a mettere un po' di musica.

Collegò il Bluetooth dell'auto al suo cellulare, e solo in quel momento notò una notifica di whatsapp.
Pietro le aveva risposto.

Pietro Serafini:[Benissimo, se mi mandi il tuo iban ti faccio un bonifico istantaneo]

Nel frattempo in sottofondo iniziò a suonare la sua playlist preferita, tirò un sospiro di sollievo perche tutte le sue fisime per il messaggio erano state inutili - come la maggior parte delle volte - ed era andato tutto a buon fine.

Entrò velocemente nell'app homebanking e inviò le sue  coordinate bancarie al ragazzo, non fu molto stupita quando arrivata in gelateria le apparve la notifica della ricevuta di un bonifico di 850€.

Mentre si gustava il suo cono pistacchio e fondente inviò fiera lo screen del bonifico a sua sorella.

Sis:[Eureka! brava sorellina]

Sorrise per le parole che aveva usato, a volte Claudia sapeva essere molto divertente, nonché ruffiana.

Girò la stessa immagine nel gruppo che aveva i suoi migliori amici, per vantarsi della sua impresa che per lei era quasi titanica, mentre per una persona normale era una sciocchezza probabilmente.

Lollo:[Brava cuore, dritta al punto, tu chiedi e lui dà, com'è giusto che sia]
Giada:[E una bevutina offerta Pietro? susu come minimo glielo devi per il disturbo di averla tamponata, a questa povera ragazza di provincia]
Giada:[Ovviamente devi inoltrarlo a lui questo messaggio]

Elisa alzò gli occhi al cielo, niente al mondo avrebbe cambiato i suoi migliori amici, ma al tempo stesso realizzò che nemmeno lei avrebbe mai voluto cambiarli, per niente al mondo.





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N.d.A
Ehilà, capitolo un po' di passaggio, forse un po' noioso, ma si cominciano a conoscere bene le carte in tavola e i protagonisti della storia.
Spero che non vi abbia troppo scocciato o fatto sbadigliare, fatemi sapere se vi va cosa ne pensate. Magari questa settimana pubblico 3 capitoli se questo è stato troppo "poco" o "noioso".

Mai sonno || Fares Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora