26. Bagno a mezzanotte

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Il piede nudo della mora strusciava leggermente sulla superficie sabbiosa, creando un leggero fruscio rilassante, insieme al rumore delle onde che si infrangevano sulla battaglia in lontananza, l'altra gamba era invece piegata sotto quella a penzoloni e creava un punto di appoggio per lo strumento che stava suonando.
Oscillava avanti a indietro sul dondolo di uno stabilimento balneare occupato abusivamente, aveva pensato che nessuno se ne sarebbe accorto che lei fosse lì a quasi notte fonda, per giunta la sera di Pasqua.

La chitarra era stata spudoratamente rubata a Marco che l'aveva lasciata incustodita mentre faceva una partita di beer pong con gli altri.

Elisa era sempre stata un po' solitaria - ad eccezione che con i suoi migliori amici- e negli ultimi mesi si era data alla socializzazione e aveva fatto un sacco di nuove conoscenze, aveva girato un po' varie città insieme ai ragazzi del bunker per girare alcuni videoclip, ma ogni tanto aveva bisogno dei suoi momenti di stacco in cui si estraniava da tutto e tutti.

Quei ragazzi le erano entrati nel cuore talmente tanto da diventare il "chi vuoi" del famoso detto "Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi".
Quella sera di aprile era piuttosto fresco, da quando era calato il sole l'umidità si era fatta sempre più feroce e si attaccava ai vestiti prepotentemente.

Immersa nel suoi pensieri, senza farci nemmeno troppo caso iniziò a suonare delle note che le uscivano dal cuore.

«E ora dove vaaaai, se la notte si ferma e non hai mai sonno?» la voce delicata seppur inaspettata di Pietro la fece sobbalzare sul posto.
Sentì il suo cuore galoppare all'impazzata, fare come un'impennata e risalirle in gola.

«Vuoi per caso farmi venire un infarto?» sbottò portandosi una mano al petto, il cuore le martellava nel torace a cento all'ora per lo spavento.
O almeno lei voleva attribuirlo a quello, ma doveva ammettere che da un po' di tempo si sentiva strana quando stava vicino a Pietro.

Lui sorrise appena, con le mani affondate nei pantaloni beige che fasciavano alla perfezione la sua figura snella.
Rimasero per un attimo a guardarsi, poi Elisa batté la mano sul posto vuoto al suo fianco, il biondo non se lo fece ripetere due volte, andando ad occupare quel piccolo ritaglio di legno.

Il dondolo su cui si trovavano acquistò velocità, e sorrisero insieme senza mai incrociare lo sguardo l'uno dell'altra mentre si lasciavano trasportare.

«Posso chiedere il perché della scelta della canzone?» il biondo aprì le braccia appoggiandole allo schienale, mettendosi comodo.
Prima di rispondere Elisa lo osservò bene, rapita dal leggero bagliore di un lampione lontano che batteva sulle sue ciocche dorate, insieme al chiarore della luna che si rifletteva nelle sue iridi verdastre e le tendeva ancora più belle.
Quando scorse un sorriso cortese sul volto dell'amico, dovette trattenersi dall'arrossire, il suo sguardo guizzò verso il basso e scossò il capo pieno di ricci facendo al tempo stesso spallucce.

«Così, mi piace» annuì «in realtà, è una delle mie preferite, e secondo me è una canzone adatta da cantare al silenzio in una notte di primavera in spiaggia»
«Sei veramente romantica, non conoscevo questo lato di te» sorrise leggermente «e ora sei arrossita» sghignazzò toccandole una guancia con la punta dell'indice della mano destra.
«Vuoi smetterla di prendermi in giro? Stavo cantando una canzone seria»

Fares alzò le mani in segno di resa «mi scusi, madame» si schiarì la voce ridacchiando sommessamente «continui pure»
«No, adesso mi hai deconcentrata, non riesco più» sbuffò come una bambina agitando le gambe a penzoloni dal dondolo.

«Sai in realtà ero venuto per un altro motivo qui» il volto dell'amico tornò serio, e così istintivamente fece pure Elisa.

Il suo petto si contorse in una sensazione di stupore misto a terrore, cosa doveva dirle?

«Sai, ormai sei entrata nel nostro gruppo, e fa a tutti molto piacere averti intorno, è venuto così naturalmente..» iniziò alzandosi in piedi e facendole cenno di imitarlo.
«Però devi sapere che c'è una cosa da fare quando si entra nel nostro gruppo»
Lo sguardo della ragazza si faceva sempre più confuso e interrogativo.

«E viene fatta la sera di Pasqua da sempre» fece una pausa riprendendo fiato.
«Il bagno a mezzanotte» disse con semplicità.
«No, mi prendo un broncopolmonite io, non si può fare un'eccezione?» sbattè le palpebre cercando di convincerlo con uno sguardo languido.
«Sapevo avresti risposto così» un sorriso beffardo si dipinse sul suo viso
«Andre, via» Pietro afferrò l'amica con una mossa di wrestling per le gambe facendola capitombolare sulla sabbia, e sollevandola poi di peso insieme al moro che era sbucato fuori da non si sa dove.
Un urlo acuto scappò dalle labbra di Elisa, imprecò mentre veniva spostata di peso dai due, accorgendosi poi che tutto il gruppo era al seguito dietro di loro.

«Qualcuno mi salvi!» gridò mentre la riva oscura del mare si faceva sempre più vicina, cercando di dimenarsi e liberarsi da quella presa.
«Ho il telefono in tasca!» urlò ad un passo dalla battigia.
Huda le corse incontro cercando l'oggetto nei suoi pantaloni.

«Grazie Huda, bell'amica» la rimproverò con gli occhi, guardandola in cagnesco.
«Le regole sono regole sorella» la più piccola fece spallucce allontanandosi col suo cellulare in mano.
Proprio in quel momento riuscì a divincolarsi dalla presa, sbattendo il sedere per terra, un guizzo di gioia le balenò nelle pupille, ma Pietro fu più veloce e l'afferrò per i fianchi saldamente, gettandosi insieme a lei tra le onde.

L'acqua le entrò nel naso e le fece bruciare gli occhi, era stato tutto così inaspettato, era davvero fredda e percepì ogni membra del suo corpo congelarsi, anche se il biondo la teneva ancora aggrappata a sé e percepiva un po' del suo calore corporeo.
Riemersero dopo una decina di secondi.

«Pietro Serafini sei un uomo morto» urlò disperata tremando dal freddo, e mentre l'altro le rideva in faccia, gli afferrò la testa e la infilò sotto l'acqua.
«Bastarda» rispose riemergendo e tossendo via l'acqua che aveva inalato.
«Bellini voi lì a guardare, sì» si alzò più pesante di qualche chilo, dato i vestiti zuppi, rabbrividendo ancora di più.
«Spero abbiate portato dei vestiti di ricambio perché se mi ammalo mi avrete sulla coscienza» sibilò arrabbiata, ma sorridendo di sottecchi.
«Ci sottovaluti veramente, amica mia» esclamò Allegra «solo che non abbiamo quelli per Pietro, non era pianificato che si buttasse pure lui»
«In qualche modo farò» scossò i capelli che ormai erano lunghi quasi a caschetto, passandosi una mano sulla barba.

Huda porse ad Elisa un asciugamano, dentro al quale quest'ultima si avvolse con avarizia, trovandosi poi a guardare Pietro che la scrutava al suo fianco, aprì un braccio come se fosse un'ala con il lembo dell'asciugamano stesso sopra, facendogli spazio vicino a sé.
Lo spazio era poco per due, decisamente, per cui si trovarono attaccati, a camminare sulla sabbia fredda verso il luogo dove si trovavano prima.
Fares le avvolse un braccio intorno alla vita nel tragitto, percependo i suoi tremori di freddo, lasciandole un fugace bacio tra i capelli.

Il cuore di Elisa perse un battito, e per qualche istante sperò che quel momento non finisse mai, anche se era già sfuggito come sabbia tra le dita.








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N.d.A
Bonsoir, io mi ero completamente scordata di aver aggiornato l'ultima volta 4 giorni qua, quindi eccomi qui stasera anche se con un capitolo che avevo in mente da un sacco ma alla fine non è venuto proprio come pensavo.
Non riesco a esserne convinta al 100% ma sono in ritardo e va bene così, mi farete sapere cosa ne pensate e nel caso lo modificherò dopo (?) non so.

Mai sonno || Fares Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora