I lunghi capelli ricci di Elisa ricadevano bagnati sulle spalle, li aveva acconciati con cura con il suo miscuglio di schiuma e crema per ricci e modellando con le dita ogni riccio che non le piaceva.
Era il suo rituale di rilassamento dopo la doccia, e dopo quella giornata ne aveva bisogno.
Diede un'asciugata veloce con il diffusore ma ben presto la pelle del collo e del viso si fece madida di sudore, nonostante fosse uscita da veramente poco dalla doccia, motivo per cui decise che avrebbe concluso con un'asciugatura al naturale.Si sedette sul balconcino della sua camera a guardare il sole morire dietro alle montagne, in un cielo aranciato macchiato da nuvole plumbee.
Una leggera brezza le accarezzava le guance rosee e creava un dolce fruscio tra le piante del suo giardino.Pensò a lungo alla proposta dei ragazzi del bnkr, prima cercando di convincersi che lo avessero fatto solo per cortesia e non perché intendessero seriamente invitarla, poi autobotandosi perché da sola non se la sentiva di andare, ma era assolutamente fuori discussione il fatto di chiederlo a Giada. Non voleva vederla buttarsi tra le braccia di Faster di nuovo, o peggio, non avrebbe sopportato di vedere la faccia della sua amica se lui l'avesse ignorata.
Certo, avrebbe potuto chiamare Lorenzo, ma sarebbe stato strano uscire solo in due ed escludere Giada così, sarebbe stato come tradirla.Ogni indizio la portava a scacciare quella idea dalla sua testa, sapeva che si sarebbe sentita fuori posto, in fondo erano tutti amici tra loro, lei sarebbe stata l'unica estranea al gruppo.
Eppure c'era una strana sensazione sul fondo dello stomaco che le diceva che forse, per una volta, doveva provare ad uscire dalla sua zona di comfort.Mentre si lasciava cullare dal leggero brusio degli alberi e dal frinire dei grilli, udì il suo telefono squillare prepotentemente dall'interno della sua camera.
La voce acuta della sua migliore amica le perforò il timpano, ne rimase un po' sorpresa perché l'aveva pensato talmente poco tempo prima che si sentiva quasi osservata, come se le avesse potuto leggere nei pensieri e poi chiamarla.
La sua paura si fece ancora più tangibile quando Giada le disse che voleva in ogni modo essere presente alla serata all'Ottobit con il Dj set di Ghera - lo aveva letto dalle storie Instagram del locale - per rivedere Faster e "chiarire" come avevano chiuso.I rifiuti da parte di Elisa servirono a poco, perché Giada si era già auto-invitata a cena a casa sua e mentre ancora si trovavano al telefono la vide davanti al suo cancello tutta agghindata per la serata.
Già si vedeva sua mamma rimproverarla perché stava sempre in casa - a maggior ragione quel giorno che era pure sabato - e non voleva mai fare nuove conoscenze, al contrario di sua sorella.Non le faceva male, ormai non più, il paragone con Claudia.
Per Elisa sua sorella maggiore era sempre stato un soggetto da ammirare, lei faceva tutto bene, si era cimentata in talmente tanti lavori che non sarebbe riuscita nemmeno lei ad elencarli tutti, aveva fatto l'università senza però terminarla - una pecca in una vita da figlia modello - e alla fine, allo scoccare dei trent'anni, era diventata un'imprenditrice aprendo un bar, che aveva avuto e continuava a riscuotere molto successo nella zona di casa loro.Elisa, per motivi piuttosto ovvi, si era sempre rifiutata di lavorare in quel posto. Preferiva evitare il costante confronto con Claudia anche in tale occasione.
Piano piano, dopo tante interminabili sessioni di psicoterapia, era riuscita ad accettare e perdonare anche sua mamma per ciò che aveva sempre fatto.
Come tutti, ogni tanto capitava di avere qualche debolezza, ma normalmente riusciva bene a dare rilevanza a ciò che faceva lei tanto quanto quello che faceva sua sorella.
Sapeva che aveva ancora tempo per riscattarsi, e che comunque non aveva per forza bisogno di fare qualcosa di "grande" per vivere una vita degna di essere chiamata tale.****
«Come mai dopo tutto questo tempo?» Elisa ruppe il silenzio, fino a quel momento rotto solo da un quasi impercettibile sottofondo musicale, mentre guidava verso la loro destinazione.
«Avevi altre occasioni per beccarlo in giro» rifletté a voce alta, anche per dare voce ai suoi pensieri.
«Un po' non avevo coraggio, un po' ho provato a fare chiodo schiaccia chiodo con altri su Tinder e non ho trovato di meglio, un po' la tua intervista in radio stasera..»
Elisa rischiò di inchiodare al semaforo rosso che le si era presentato davanti.«Hai sentito l'intervista?» balbettò.
«Certo, tra l'altro sei molto brava, affabile, a tratti direi anche professionale, se non lo avessi saputo non avrei mai detto che forse la sua prima volta in radio» le sorrise lasciandole una carezza sul braccio.
Aggiunse poi, subito dopo, abbassando gradualmente il tono di voce: «Ormai siete amici, non potranno rifiutare te, anche se ci sarò pure io» strinse sempre di più i denti ma purtroppo l'udito della riccia era molto sviluppato, soprattutto in certe occasioni.«Giada praticamente mi stai usando per arrivare a quello?» la luce verde si illuminò e partì più velocemente di come avrebbe voluto, un po' ferita dall'affermazione della rossa.
«E poi cosa ti dice che ci siano tutti?» continuò con tono offeso, montando su un'espressione corrucciata e fingendo di non sapere che ci sarebbero stati tutti veramente, perché come le avevano già anticipato, a mezzanotte sarebbe stato il compleanno di Fares.
«Dai, Eli, non te la prendere» l'amica addolcì il suo tono di voce «è che sai, settimana scorsa mi ha messo like a una storia, vorrà pur dire qualcosa..» tentò di giustificarsi guardando fuori dal finestrino come una semplice protagonista di un videoclip musicale.
La mora rimase per qualche secondo basita, Giada era una persona estremamente intelligente, ma quando si trattava di ragazzi a volte veramente perdeva il lume della ragione e si trasformava in una cretina patentata.
«Giada, cazzo, è solo l'ennesima conferma che quel deficiente sia un malessere!» urlò con fin troppa foga, più forte di quanto volesse.
Dopo questa affermazione così dura stettero in silenzio per quasi un minuto.
«Voglio andarci comunque, ormai, se per te va bene» spezzò il silenzio e la tensione che si erano creati tra loro.
Elisa aveva ormai imboccato la strada che portava al locale, il viaggio era concluso, avrebbe avuto poco senso tornare indietro a quel punto.
Le costava molto ammetterlo a se stessa, ma ormai doveva dargliela vinta.«E comunque, se esistesse un manuale per sottoni, tu ne saresti l'autrice» la corvina prese in giro l'amica, riportando una risata sulle labbra di entrambe.
***
N.d.A
Hello, avevo detto che non sapevo se avrei pubblicato. Ma siccome la coerenza non fa parte di me, eccomi già tornata su questi schermi!
Questo capitolo era già pronto (in realtà ce ne sono tanti altri già pronti) e ho pensato di pubblicarlo oggi. Devo dire anche che ne sono abbastanza soddisfatta, soprattutto della primissima parte, fatemi sapere voi cosa ne pensate.
Grazie grazie per tutto, bacini 🩷
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Mai sonno || Fares
FanfictionElisa, abituata a fare da sfondo alla vita degli altri piuttosto che essere la protagonista della propria, all'età di ventidue anni ancora non sa cosa voglia fare del suo futuro. Uno "scontro" più che casuale la porterà progressivamente a cambiare a...