32. Messa a nudo

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«La vostra candidatura per Sanremo Giovani 2023 è stata ufficialmente accettata» lesse a voce alta Gherardo guardando lo schermo del pc nella sala della Venere al bunker.
Fu seguito da un applauso e un rumore di bottiglie di birra che sbattevano tra loro.

Elisa applaudiva e sorrideva a più non posso, abbracciando tutti, con il cuore che le scoppiava di gioia.

«E quando si sa se arrivate tra gli ultimi selezionati?» chiese Brando, bevendo dalla sua bottiglia.
«Eh verso fine ottobre» rispose il manager del gruppo, un po' sconsolato.
«Minchia» commentò l'altro facendo ridere tutti.

«Sono così fiera di voi» disse stringendosi tra le braccia di Andrea, che le fece qualche carezza sulla schiena e poi le circondò le spalle con un braccio, tenendola stretta a sé.
«Abbiamo fatto la cazzata, non succede ma se succede..» alzò la sua bottiglia in vetro per chiamare un altro brindisi.
«Certo che succede, io ci credo in voi» esclamò Elisa, appoggiando la testa sulla spalla dell'amico.
«Facciamo una scommessa?» calò il silenzio tra loro, e tutti si misero a fissare i due dai capelli corvini in mezzo alla stanza.

Elisa deglutì rumorosamente, in preda all'ansia, si sentiva troppo osservata, e aveva paura di cosa potesse tirare fuori Faster da quella mente contorta.

«Se ci prendono e tu e Fares siete ancora single, vi dovete dare un bacio e un primo appuntamento» quella proposta fu seguita da dei cori da ultras e delle risate sguaiate di tutto gli amici che pullulavano il bunker.

La riccia fece un'espressione infelice, cercando gli occhi del biondo, che era seduto su uno sgabello a chiacchierare con altre persone poco più in là.
Incatenò per un attimo fulmineo il suo sguardo a quello di Pietro, che le sorrise scuotendo la testa per la proposta assurda campata in aria dal suo amico.

«Non capisco il senso della scommessa, Andrea» balbettò cercando di apparire il più sicura di sé possibile.
«Ci credi o no che arriviamo a Sanremo giovani?» insistette ancora l'altro, con gli occhi iniettati di maliziosa eccitazione per la proposta che gli era venuta in mente.
«Certo che ci credo..» rispose seria.
«E allora accetta la scommessa» le parò davanti la sua mano per suggellare quel giuramento.
«Dai che vuoi che sia» la incoraggiò Jack che era su di giri, toccandola compulsivamente sul braccio.
«Eddai Eli» gridò Duccio ridendo a crepapelle.
«Mi sembra una cosa da bambini delle medie sinceramente» il brusìo di sottofondo si stava facendo più intenso, forse in realtà non tutti stavano ascoltando quella conversazione, ed era un bene.

«Paura, Potter?» la istigò sorridendo beffardo Faster.

Sbuffò rumorosamente prima di stringergli la mano in mezzo alle esultanze degli altri, erano mezzi brilli, non capivano sicuramente bene la situazione, ed era meglio così.

Si prese un bicchiere di birra e iniziò a sorseggiarlo, sentiva le mani pizzicarle dalla rabbia, e dopo non molto che cercava di dissimulare, afferrò Andrea per un braccio e lo portò nello studio, lontano da sguardi indiscreti
«Ma che ti passa per la testa, eh?» sbottò.
«Perché ti scaldi così tanto, riccioli d'oro?» la prese in giro ridacchiando da solo.
«Perché mi fai fare figure di merda davanti a tutti»
«Non è una figura di merda, è una scommessa, così per gioco, tanto non ci finiamo a Sanremo giovani» si sedette sulla sedia di Jack quasi lanciandosi di peso, e accendendosi una sigaretta dal pacchetto che aveva in tasca.

«Perché ti scaldi così tanto eh?» ripetè, continuando ad osservarla, così seria e pensierosa, non l'aveva mai vista così.
«Sono robe da ragazzini, ormai abbiamo una certa età, dovresti iniziare a divertiti con altre cose..» lo sgridò sedendosi in bilico sulla sua gamba. Lui le poggiò una mano sul fianco per non farle perdere l'equilibrio.

«Vuoi?» le offrì un tiro, che non rifiutò, ogni cellula del suo corpo era in allerta, sentiva il nervosismo impossessarsi di lei.
Aspirò avidamente la nicotina, godendosi la sensazione di calore ai polmoni e alla gola, per poi ripassare l'oggetto infernale all'amico.

«Se c'è qualcosa che vuoi dirmi, lo sai che il buon vecchio Andrea è sempre pronto ad ascoltare» si battè una mano sul petto «ciò che dici a me, rimane tra noi, sono una tomba.» sbuffò una nuvola di fumo fin troppo vicina al suo viso, facendola tossire.
Sembrava quasi che lui sapesse qualcosa che lei non sapeva, o almeno così voleva farle credere.

La riccia si alzò in piedi.

«Sì, grazie, ora devo andare un attimo in bagno, a dopo» si dileguò dalla stanza lasciandolo interdetto.

Mentre usciva dallo studio per caso fortuito si trovò davanti Allegra, non si curò delle persone con cui stava parlando e le afferrò una mano trascinandola dietro di sé, al di fuori di quello scantinato claustrofobico.

«Si può sapere che ti prende?» le chiese l'amica correndole dietro.
«Hai da fumare?» sentiva le mani tremare e il petto crepitarle, il cuore accelerato, non in positivo.
«Ho un drum che mi ha girato poco fa Duccio» estrasse l'oggetto dalla tasca posteriore dei jeans, accendendolo direttamente tra le labbra di Elisa.

La mora iniziò a camminare sul vialetto che portava a casa Stagi, senza proferire parola, ma lasciando soltanto che il fumo penetrasse dentro di lei con la speranza che sciogliesse un po' della tensione che provava.

Non sapeva nemmeno lei l'origine di quel malessere improvviso, era abituata al senso dell'umorismo dei ragazzi del bunker, anche a quello di Andrea - purtroppo o per fortuna - eppure per quella cosa ci era rimasta particolarmente male.
Si era sentita vulnerabile, umiliata, messa a nudo, senza preavviso, senza avere possibilità di difendersi.

La verità era che aveva paura di giocare a carte scoperte, perché quello che le era stato chiesto di fare era una cosa che la spaventava a morte, era terrorizzata dalla reazione che avrebbe potuto avere perché sentiva i suoi sentimenti per Pietro farsi sempre più veri, nonostante provasse a negarlo a se stessa in ogni modo esistente.

Quando le rimase tra le dita solo il filtro del drum, fece un respiro profondo chiudendo gli occhi, facendolo cadere a terra per poi calpestarlo con forza.
Avvertiva ancora un po' di formicolio alle mani, ma sentiva il petto meno oppresso, la testa lievemente più libera.
Attacco di panico scampato.

«Dopo questi interminabili minuti di silenzio stampa, posso sapere che ti prende? C'entra la proposta di Faster?» le si avvicinò Allegra, per la prima volta da quando erano uscite. Aveva capito che la sua amica aveva bisogno di lei, ma al tempo stesso aveva bisogno di un po' di tempo per sé, e glielo aveva lasciato volentieri. Ma aveva pure bisogno di chiarezza.

Tentennò un attimo prima di rispondere un sommesso «Sì»
«Beh sappi che le nostre scommesse sono come patti di sangue, cazzi tuoi che hai accettato, ti tocca farlo» la canzonò facendola sorridere almeno appena.
«Non è questo il punto, Allegra» puntualizzò guardandosi intorno per controllare che non ci fosse nessun altro.

«E quale sarebbe?»
«Credo di essere innamorata.»








***
N.d.A
Buongiorno, spero abbiate passato un buon Ferragosto, come state? Mi auguro tutto bene!
Eccoci con un capitolo un po' di epifania per la nostra Elisa, il sig Locci rigira il dito nella piaga, chissà dove vuole andare a parare il ragazzo.
Mi piaceva di più quando l'ho scritto sto capitolo, rileggendolo non mi convince proprio a pieno ma non ho molte altre alternative.
Vi aspetto nei commenti, come sempre, solo se vi va. Grazie 🩷

Mai sonno || Fares Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora