«Mi sembra un po' azzardato fissare un tour quando c'è ancora l'incognita Sanremo di mezzo, non pensi Ghera?» chiese Elisa guardando il poster con le date del tour invernale, "I love Villanova", previsto per febbraio 2024, stesso periodo di Sanremo, mentre si trovava semidistesa nel salotto del bunker su una poltrona.
«Ancora pensi che passiamo?» Faster le gridò da dentro lo studio.
«Vabbè al massimo lo spostiamo» rispose il manager del gruppo, mentre fumava inondando di odore di erba tutto l'ambiente.
«Non è proprio una cazzata spostare un tour, Gherardo» precisò la ragazza, tossicchiando, l'unico odore che le dava noia del fumo era quello.
Spesso si chiedeva come facessero ad andare avanti con un manager come lui, certo era suo amico e gli voleva bene, ma non aveva molta competenza in materia e a volte sembrava che fossero un po' lasciati allo sbaraglio, come tirava il vento. Menomale che un po' ci pensava pure l'etichetta, non che facessero chissà che, obiettivamente.«Cucù» Allegra apparse dalla porta principale.
«Alleeee» Elisa le corse incontro abbracciandola.
«Ecco sì fai l'affettuosa, non mi cerchi più, stai sempre con questi bruttoni» si finse offesa la bionda, per poi lasciarle un bacio tra i folti ricci.
«Sto sempre a casa tua, lo sai, che ti ci vuole a scendere?» la redarguì la corvina.
«Buonasera» Pietro fece la sua apparizione poco dietro Allegra.
Dei sommessi e sparsi «Ciao» riempirono l'ambiente in risposta al saluto del biondo.«Sono già qua, Piè» lo richiamò Andrea dallo studio «muoviti che ho bisogno di te»
Con le mani in tasca, Pietro attraversò il salotto proponendo un sorriso a chi lo occupava, e passandosi una mano tra i capelli, che sembravano appena lavati, lucenti e profumati.Allegra le ammiccò, beccandosi un'occhiataccia in risposta.
«Stavamo parlando del tour di febbraio» riprese Elisa, spiegando all'amica, e cercando di evitare che parlasse di quella cosa.
«Ah sì, grande cazzata, per me finisce per essere rimandato perché passate a Sanremo»
«Ecco, ogni tanto qualcuno mi dà ragione» puntualizzò la mora guardando il maggiore dei fratelli Stagi.«Senti, sali su? Mamma e babbo vogliono salutarti da un sacco, ti rammentano continuamente» le propose indicando la porta d'uscita.
«Volentieri, tanto questi producer non chiedono il mio aiuto» alzò il tono di voce per farsi sentire di proposito da Andrea, che non la interpellava mai quando faceva lui i beat, contrariamente a ciò che facevano Dario e Jack.
«Gnegnegne» udì provenire dallo studio, mentre chiudeva la porta alle sue spalle.Alla fine, il saluto a Chicco e Cristiana impiegò più del previsto, era sempre così con loro a dire la verità, tra una chiacchiera e l'altra finirono per farsi un aperitivo nel loro giardino, interrotto da una chiamata dal capo di Elisa.
«Va bene, Fabio, arrivo il prima possibile» riattaccò visibilmente scocciata.
«Tutto apposto?» le chiese Allegra mentre vedeva che si alzava di fretta dal tavolo.
«Il collega prima di me ha mandato malattia tipo mezz'ora fa, devo coprirlo io e fare doppio turno stasera in radio» sbuffò ricomponendosi.
«Grazie di tutto come sempre» baciò entrambi i genitori Stagi congedandosi velocemente.«Recupero le mie cose giù al bunker e scappo, ciao Allix» la baciò su una guancia accelerando il passo.
Una volta entrata, trovò solo Pietro là dentro, che canticchiava a bassa voce e scarabocchiava su un foglio, mentre scriveva anche sulle note del telefono.
Recuperò la sua borsa, realizzando che fosse rimasta a piedi.
«Cazzo ma sono senza macchina oggi, mi aveva portato Andrea, mi ha mollata qua» pensò a voce alta, constatando che del corvino non c'era l'ombra.
«Coglione» imprecò.
«Hai bisogno?» Pietro si dondolò sulla sedia, abbastanza da arrivare a guardarla dalla porta dello studio, che la nascondeva parzialmente.Ci penso su un attimo, cercando con tutte le sue forze di non dare in escandescenza.
«Devo scappare a lavoro, ho detto sì ma senza pensare che sono a piedi, mi doveva riportare Andre a casa e poi sarei andata poi con la macchina di mia sorella»
«Vabbè ti porto io, che fa?» si alzò subito, infilandosi il cellulare in tasca e lasciando tutto com'era.
«Ma sei sicuro? Sento Allegra, o Chicco se mi danno uno strappo» deglutì guardandolo mentre tirava fuori le chiavi della macchina.
«Ma scherzi? No, faccio io. magari mi fai anche vedere cosa c'è dietro la tua trasmissione» propose un po' impacciato, sorridendole. Era un'iniziativa completamente inaspettata, da parte di entrambi, Fares era stupito di se stesso.«Oh sì, va bene» sentì le guance riscaldarsi, e distolse lo sguardo, portandosi la borsa sulla spalla e dirigendosi verso l'uscita.
Mentre l'auto di Pietro sfrecciava per arrivare il prima possibile, passava in sottofondo proprio Radio mezzanotte, Elisa fu abbastanza divertita da questo fatto, fin quando non le squillò il telefono.
«Non serve più Andre» disse un po' seccata «c'è stato un imprevisto col collega prima di me, mi sta portando Pietro, però potevi anche avvertirmi» Fares pensò che lo stava sgridando con una dolcezza inaudita, non riusciva ad essere cattiva anche quando era arrabbiata.
Aveva le sopracciglia leggermente aggrottate e le labbra arricciate, ma non sembrava una persona arrabbiata, tutt'altro.
Cercò di non distogliere troppo lo sguardo dalla strada, mentre la ascoltava bisticciarsi col suo migliore amico, una scena veramente esilarante.«Va bene ciao Fastweb, divertiti con Akhen al parco, a quanto pare il tuo cane vale di più di una delle tue più care amiche» attaccò con fare offeso.
«Permalosa la ragazza» la canzonò il biondo, sghignazzando.
«Ma ti pare che si offre di darmi il passaggio e poi se ne va a prendere Akhen a casa per fare una passeggiata senza avvisarmi, mi avrebbe lasciata a piedi senza pensarci due volte» si rannicchiò nel sedile, incrociando le gambe e le braccia dall'arrabbiatura. Sorrise di sottecchi, intenerito da quell'immagine.«È pur sempre Faster, Eli» puntualizzò lui.
«Eccoci qua» aggiunse subito dopo, arrestando la corsa della macchina davanti al palazzo della radio.
«Ma non vieni più?» chiese lei, con un pizzico di delusione nel tono di voce, in piedi davanti alla portiera aperta. In fin dei conti, ci sperava davvero, ma forse il ragazzo lo aveva detto solo per circostanza.«Mi vuoi davvero? Non disturbo?»
«Certo, devo passare 4 ore anziché 2 da sola là dentro, se tutto va bene, un po' di buona compagnia non guasta.» spiegò, guardando la strada per non rischiare di essere investita da nessuno «sempre se non hai di meglio da fare» aggiunse subito dopo, per paura di risultare insistente.«No, parcheggio e ti raggiungo, dai» replicò sorridendole.
Tralasciando l'iniziale imbarazzo con le presentazioni tra Fabio e Pietro, Elisa si sentì quasi subito a suo agio nonostante lo sguardo dell'amico su di lei per tutto il tempo.
Ridacchiò vedendolo cantare il jingle della sigla della radio, la sapeva perché l'ascoltava veramente, e non riusciva a capire se quella consapevolezza la rendesse felice o la facesse sentire a disagio.Era davvero incuriosito da quel tipo di lavoro, nelle pause intervallate dalle canzoni si fece mostrare tutti comandi e i vari tasti utili durante le registrazioni, non era così facile come sembrava.
Quelle ore insieme sembrarono volare, era un tempo che solitamente Elisa passava volentieri in solitudine perché era un po' diventato il suo luogo, ma condividerlo con Pietro era stato veramente speciale quella sera. Si sentì come di aver mostrato a lui un po' della sua intimità, quella del suo lavoro, che in pochi suoi amici conoscevano.
«Kebab e poi a nanna?» le propose mentre uscivano dall'appartamento della radio, salutando la collega che avrebbe concluso la serata.
Solo in quel momento realizzò che all'alba delle 22 nessuno dei due aveva minimamente pensato a cenare, tanto erano presi da quel tempo in condivisione.
Annuì, seguendo la figura del biondo che oltrepassava la porta dello studio, con un sorriso spontaneo e un po' da ebete stampato in faccia.
***
N.d.A
Buondì, capitolo super mattutino oggi, alterniamo per dare un po' di brio dai!
Non voglio dire tanto a riguardo, ma questo capitolo è piuttosto importante per la storia, ricordatevelo.. e poi basta, qui no spoiler zone lo sapete!
Grazie per tutto l'affetto che mi date, so che sta diventando pesante questo slowburn ma vi assicuro che le gioie sono vicine, più di quanto immaginiate.
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Mai sonno || Fares
FanfictionElisa, abituata a fare da sfondo alla vita degli altri piuttosto che essere la protagonista della propria, all'età di ventidue anni ancora non sa cosa voglia fare del suo futuro. Uno "scontro" più che casuale la porterà progressivamente a cambiare a...