38. Altarini

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Ormai Pietro stava girando da una mezz'ora per le strade disperse tra i campi intorno Empoli - cercando di mantenersi non troppo lontano da casa perché la stanchezza era tanta - per allungare il tragitto ma anche per finire di ascoltare quella trasmissione, che ormai era diventata quasi un appuntamento fisso per lui.

Dopo un paio di volte che la beccava per caso, aveva capito che fors" qualcuno" - non credeva in Dio e nemmeno nel destino, ma probabilmente qualcosa che governava il tutto c'era, solo non voleva dargli un nome - voleva che continuasse ad ascoltarla, e lo faceva davvero, quando ne aveva modo.

Ultimamente capitava spesso che lei avesse lo slot finale, quindi la beccava quando rientrava dalle serate, ma spesso pure durante il giorno.
Gli sembrava quasi di fare una chiacchierata tra amici, con la sola differenza che era solo lei a parlare e lui commentava le scelte musicali e i vari discorsi tra sé e sé.
A volte si sentiva veramente stupido ma era una cosa che lo faceva sorridere, in maniera genuina, come poche cose nella sua vita negli ultimi tempi.
Avevano parlato di Ambra una volta, è vero, ma dopo non era più ricapitato, forse per imbarazzo suo o perché semplicemente non c'era stata altra occasione.

Sarebbe stato sicuramente meno faticoso e più produttivo confrontarsi con lei di persona, però non aveva mai avuto il coraggio di dirle che l'ascoltava, non voleva spaventarla o suscitarle strane idee. Anche se in realtà non c'era nulla di male, ne era consapevole, pure lei ascoltava le loro canzoni, era all'incirca la stessa cosa - ma nella mente contorta di Pietro Serafini in fin dei conti non lo era.

«Carissimi ascoltatori, siamo sempre qui, questa era l'ultima canzone prima della buonanotte. Un po' triste lo so, ma penso che ognuno di noi, e lo dico volutamente al plurale, abbia avuto una persona che pensavamo proprio come Madame nella sua "Quanto forte ti pensavo". Qualcuno amato così tanto da toglierci il respiro, magari un amore non sempre ricambiato, ma che era una luce nel cielo buio.
Con questa Elisa un po' filosofica, vi saluto, come sempre ci risentiamo qui su Radio Mezzanotte. Buonanotte, vi auguro dei sogni d'oro.» la voce della sua amica fu seguita da un jingle di chiusura, il solito che ormai sapeva quasi a memoria, con la mano girò la rotella dell'autoradio fino a spegnerla.
Un po' di silenzio non avrebbe guastato fino a casa.

Mentre imboccava la strada che lo avrebbe portato alla via di casa sua, si interrogò sulle parole di Elisa, non erano così vicini da parlare di certe cose, ma aveva percepito una certa verità nelle sue parole. Come se le provasse attualmente o se le avesse provate di recente, non aveva avuto notizie di sue storie amorose, eppure gli pareva che ne stesse parlando con troppo trasporto per essere qualcosa di passato.

Non era solito farsi i fatti altrui o "indagare" sugli inciuci, però una lampadina di curiosità si accese nel suo cervello, e iniziò a vagliare le possibilità, ultimamente si era molto avvicinata ad Andrea e a Duccio, ma gli sembrava molto strano non essersi accorto di qualcosa, se fosse stato con i suoi amici.
Passava molto tempo insieme a loro, ma ciò non escludeva la possibilità che potesse trattarsi di qualcun altro.

«Non siete il centro del mio mondo» diceva sempre, a mo' di scherzo, la riccia.

Inserì la retromarcia e parcheggiò con una sola manovra davanti casa, afferrò il pesante mazzo di chiavi che ticchettarono nel suo palmo e si avviò al grande portone bianco di entrata, pensando che probabilmente sarebbe stato più intelligente parlarle, confrontarsi su quelle cose di cui discuteva lei, non solo ciò che aveva ascoltato quella sera.

Ogni qualvolta gli venivano certi impulsi, poco dopo gli passavano, aveva rinunciato ad interagire col genere femminile per un po', anche se si trattava di una sua amica stretta come in questo caso.

Si buttò sul suo letto da una piazza a mezzo indossando solo i boxer, accese l'aria condizionata e iniziò a fissare il soffitto, riflettendo a voce alta.

Elisa era una sua amica, era una bella ragazza in realtà, era davvero bella sé ci pensava, ma non l'aveva mai vista come una "ragazza" in senso stretto, perché quel legame affettivo che avevamo non gli suscitava certe emozioni. Almeno non fino a quel momento.

Era una persona pacata, disponibile, paziente, a suo parere estremamente talentuosa - sapeva suonare, un po' produrre brani, cantare, si era reinventata speaker radiofonica, ed era brava coi bambini -, spiritosa ed autoironica, al punto giusto, e soprattutto sapeva sempre trovare un punto di incontro per tutti. Era veramente ciò che mancava al bunker, se non fosse mai arrivata, probabilmente non sarebbero stati gli stessi, si sarebbero scannati e presi a botte già da tempo.

Probabilmente era ciò che mancava anche nella sua di vita, ma era troppo preso da altro per accorgersene.







***





«Banzaaaai» Andrea la spinse nella piscina saltando alle sue spalle, andò giù inaspettatamente, inalando una grossa quantità di acqua.
«Brutto coglione» urlò facendo ridere tutti gli altri loro amici fuori dalla piscina a casa Serafini a Forte dei Marmi.
Gli prese la testa e la affondò sotto la superficie cristallina della piscina.

L'estate era quasi volta al termine, e finalmente erano riusciti ad organizzare quella giornata di cui parlavano da giugno, al concerto di Firenze.
Giada li guardava dal prato, sorridendo serafica, quei due si sarebbero sempre presi a parole, ma in fondo in fondo si volevano bene.

Pietro si unì a loro lasciandosi a bomba e inondando tutti i presenti sul bordo di piscina di schizzi.
«Siete proprio fatti per essere migliori amici voi due eh» commentò Elisa, passandosi una mano sulla faccia.

«Qualcosa in contrario?» Pietro rise in maniera malefica avvicinandosi a lei e solleticandole la pancia, Andrea l'afferrò da dietro e la tenne ferma mentre rideva a crepapelle per il solletico. Insieme la sollevarono da terra e la gettarono in acqua.

«Ma perché mi dovete sempre bullizzare?» riemerse sputando acqua.
«Perché è divertente» esclamò il biondo circondandole le spalle con un braccio.
«Ci dai soddisfazione» aggiunse il corvino sghignazzando.
«Eddai basta» Duccio si immerse nell'acqua raggiungendoli.
«Ecco l'avvocato del diavolo» lo schernì Faster.
Elisa si avvicinò subito al rosso, nascondendosi tra le sue braccia «l'unico che mi vuole bene davvero»

«Mi sento personalmente offesa da questa affermazione!» urlò stizzita Huda.
«Amore ma tu non conti, tu sei la mia cucciola» le gridò di rimando la riccia.
Risero tutti, mentre Duccio le lasciò un bacio sulla fronte umida.
«Duccio si ascolta anche le tue trasmissioni radio?» chiese Pietro, con tono fiero.
«Perché tu le ascolti?» Andrea rise del suo amico, che rimase però con un'espressione neutra. Pensava che scherzasse, ma quando lo guardò bene capì che forse non era così.

«Qui abbiamo il tuo fan numero uno, attenzione» ridacchiò Duccio.
«È geloso il ragazzo» commentò Jack saltando in acqua.
«Si scoprono altarini» Marco imitò il producer del collettivo.

Elisa lo guardò stupita «mi ascolti?» chiese un po' scioccata, non se lo aspettava sicuramente. Era rimasta ferma a quell'affermazione.
«Pietro Pietro, non ce la racconti giusta» disse Huda, tutti iniziarono a ridere e i ragazzi in piscina cominciarono a schizzare il biondo, anche quelli che si trovavano fuori saltarono dentro per continuare la gara di schizzi e prese in giro.
Si alzò come un'onda, d'altronde una decina di persone che smuovono l'acqua non sono poche.

Elisa stette al gioco, ma le sue paranoie correvano nel suo cervello come un criceto sulla ruotina. Cercò di non diventare paonazza, ma per fortuna erano concentrati tutti su un'altra cosa, quindi comunque non lo avrebbero notato.







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N.d.A
Ultimamente capitoli notturni, che dite vi piacciono o preferite quelli durante il giorno?
Capitolo un po' shock, un po' importante, succedono varie cose ma lascio a voi i commenti.. come sempre vi leggo con piacere, se vi va 🩷

Mai sonno || Fares Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora