Osservava le luci stroboscopiche infrangersi sui divanetto bianchi della discoteca, mentre il vento scompigliava i tetti di paglia dei gazebi utilizzati di giorno dai bagnanti, e ora diventati tempio di aggregazione di centinaia di persone che ballavano, si scambiavano effusioni, riposavano con un drink in mano e chissà cos'altro.
«Pietro, vieni» la voce di Diego lo riportò alla realtà, si sistemò gli occhiali da sole sul naso e osservò l'amico che lo teneva per l'avambraccio.
«È arrivato da bere al tavolo» lo trascinò dietro di sé raggiungendo il privé, in un angolo leggermente rialzato e isolato rispetto alla pista da ballo.Il ragazzo dai capelli dorati lo seguì senza opporre resistenza, aveva voglia di ubriacarsi quella sera, perché per il suo compleanno non lo aveva fatto abbastanza, aveva voglia di dimenticare tutto e lasciarsi andare a quella liberatoria sensazione di sregolatezza e perdita di controllo delle proprie facoltà.
Mentre beveva della Greygoose liscia, con solo un po' di ghiaccio, dal bicchiere in vetro, scrutava le persone accalcate a ballare, poteva percepire l'afa che si annidava in quel luogo.
Non aveva decisamente voglia di buttarsi nella mischia, ma aveva scommesso con Federico e Cosimo di trovare una ragazza con cui andare a letto entro mezzanotte, e non poteva perdere.
Andrea era già sparito da inizio serata, a farsi una ragazza non si sa dove nei meandri del Beach club più famoso di Forte dei marmi.
Sperava solo che, se lo avessero sgamato, non gli avrebbero fatto storie, i proprietari erano vecchi amici di famiglia e non voleva far fare brutta figura a sua madre.«Ce ne sarà pure una che ti piace no, fra?» Diego gli diede una pacca sulla spalla.
«Sei troppo silenzioso Seraf» aggiunse Cosimo, sistemando il colletto della sua camicia bianco ottico, a tratti quasi accecante.
«Sto riflettendo, tranquillo non perderò la scommessa» la voce gli uscì roca e dovette schiarirla prima di terminare la frase.
«Però che musica di merda stasera» commentò abbandonando le spalle sullo schienale del divano, quel raggaeton non lo sopportava proprio, gli toglieva la voglia di uscire, avrebbe quasi preferito tornare a casa.Mentre sorseggiava ancora la vodka, si guardò intorno, dopo poco la figura snella e alta di Faster gli si presentò davanti, era solo. I capelli corvini erano leggermente scompigliati, la camicia nera sbottonata mostrava delle impronte di rossetto intorno al collo.
«Sei tornato di già?» il biondo sorrise imperturbabile, bevendo ancora quel liquidò trasparente fino a finirlo.
Appoggiò il bicchiere sul tavolo e lo riempì di nuovo fino all'orlo.«Sì, carina ma nulla di che, mi ha stufato subito, però mi sono tolto lo sfizio» con tutta la sua leggiadria il moro si lanciò sul divano accanto a Fares, sbilanciandolo e rischiando di fargli rovesciare il contenitore appena riempito.
«Coglione» commentò l'altro cercando di non perdere nemmeno una goccia di quel prezioso liquido.
«Te invece mi sembri solo appollaiato qui tipo uccello dal malaugurio, non stai combinando nulla bro» si avvicinò al suo orecchio perché la musica stava aumentando di volume, segno che si avvicinava la mezzanotte, quando più gente si lanciava in pista.«Quella ricciolina sembra quasi l'amica della rossa da paura, quella che hai tamponato, dai com'è che si chiama? Elisa?» indicò una ragazza che ballava insieme ad altre poco lontano da loro.
Gli occhi di Pietro saettarono tra la folla, cercando la figura indicatagli dall'amico.
«Ma quale?»
«Quella là, eddai» girò con la mano la testa del biondo indicandogli col dito, in maniera molto poco discreta, la persona che intendeva.
In effetti un po' le somigliava, ma non così tanto, solo per i capelli ricci.«Per nulla, Andre, però l'amica bionda è carina»
«E allora che aspetti? Un invito tramite raccomandata? E vai su»
«Non sono abbastanza ubriaco» replicò secco l'altro.
«Se bevi un altro bicchiere di vodka liscia ti riportiamo in ambulanza come l'ultima volta in coma etilico, sarai presto ubriaco, per piacere»
«Prima vieni a fumare con me, da quelle parti» gli uscì quasi come una supplica, che fece sorridere l'amico.
«Va bene, osserviamo la preda prima per capire i movimenti, poi attacchiamo, bella tattica signor Fares» lo lodò abbracciandolo per le spalle e tirandolo su di peso dietro di sé, dondolando mentre camminavano verso la loro meta.***
«Dai, è il tuo momento, ti stanno mangiando con gli occhi, se non ti muovi mi faccio avanti io» gli disse Andrea ondeggiando a tempo di musica e ammiccando in direzione delle ragazze, facendole ridere scompostamente tra loro.
Il biondo sospirò rumorosamente, e si avvicinò al gruppetto, andando dritto davanti alla persona che aveva individuato. Si sentiva leggermente brillo, ma non abbastanza da andare senza troppi pensieri.
«Piacere Pietro, e tu lo sai che sei meravigliosa?»
La ragazza sorrise «non avevi nessuna battuta migliore da sfoggiare?» usò un tono quasi acido, sarcastico, niente male, tutto quello non faceva altro che invogliarlo a continuare la conversazione.
«Niente che sia alla tua altezza, purtroppo» si finse dispiaciuto, tirò su gli occhiali da sole incastrandoli tra i capelli sulla fronte, mostrando i suoi occhi verdi, che ipnotizzarono la ragazza davanti a lui.
«Vieni a ballare con me?» le si avvicinò all'orecchio, sfiorandole i capelli e facendola rabbrividire.
«Sì» rispose sommessamente, afferrando la mano di Fares.In poco tempo scomparvero dalla vista di tutti, o meglio, Pietro cercò di rimanere visibile almeno a Faster, la sua scommessa non poteva andare così persa, dopo tutta quella fatica.
Dopo qualche minuto a ballare e scambiare due parole insieme, le sue labbra e quelle della ragazza si incollarono insieme, la vodka cominciava a dargli alla testa.
Sfiorava i fianchi della bionda, che si chiamava Ambra, e ogni altra forma del suo corpo senza il ritegno che avrebbe avuto se fosse stato sobrio. Era da tanto che non stava con una ragazza, e avrebbe avuto davvero voglia di andare a letto con lei, era carina e gli avrebbe fatto passare una serata diversa, spensierata.Sentiva le labbra ardere sotto al suo contatto, il petto gonfiarsi di una forte eccitazione, le mani pizzicare dal desiderio, voleva portarla via con sé, da qualsiasi parte ma non in quel luogo dove avrebbe potuto nuocere alla reputazione sua e di sua madre.
«Vieni con me in spiaggia» le sussurrò all'orecchio, con le labbra arrossate, il tono di voce caldo, ogni cellula del suo corpo fremeva.
«Non posso, Pietro» le uscì un suono gutturale mentre lui la baciava dietro al lobo dell'orecchio, tenendola stretta per i fianchi «Sono fidanzata» affermò prima di allontanarsi di colpo da lui, lasciando solo una scia di profumo floreale ed un vuoto dove era stata fino a poco prima.Lui rimase così, appoggiato ad una staccionata di legno che delimitava il privé, con la testa che girava e una totalizzante sensazione di impotenza e disinganno.
***
N.d.A
Eccomiii plot twist, capitolo dal punto di vista di Pietruzzo, che ve ne pare? Eheh non ve lo aspettavate vero?
A me è piaciuto scriverlo, mi sa che mi diletterò più spesso in queste cose, ho deciso di scrivere la storia in terza persona anche per poter fare liberamente questi cambi di POV senza stare sempre a scrivere "pov tizio/caio", ed è anche una sfida verso me stessa perché è molto più difficile che scrivere in prima persona (almeno per me). L'ho corretto e ricambiato 20 volte, ma ora è vostro fine, sennò non smetto più.
Bando alle ciance, fatemi sapere che ne pensate, come sempre se vi va.🩷
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Mai sonno || Fares
FanfictionElisa, abituata a fare da sfondo alla vita degli altri piuttosto che essere la protagonista della propria, all'età di ventidue anni ancora non sa cosa voglia fare del suo futuro. Uno "scontro" più che casuale la porterà progressivamente a cambiare a...