L'estate stava scorrendo inesorabile come i pomeriggi di Elisa alla radio, ogni volta sembrava scoprire una sfumatura nuova di quel lavoro che la intrigava, al tempo stesso non si sentiva pronta a lasciare Sveva e stava procrastinando quel fatidico momento.
Solo da pochi giorni era rientrata dalla settimana in campeggio che faceva ogni anno con Lollo e Giada, da piccoli la facevano anche coi genitori, ma da ormai diversi anni si ritenevano abbastanza grandi da passarla da soli loro tre.Settembre era alle porte, e con sé portava tutta la malinconia di quei giorni di fine estate che annunciavano la ripresa del quotidiano tramtram, libero da quella spensieratezza delle vacanze e delle giornate di sole.
In un'afoso serata di fine agosto era stata Allegra a scriverle per invitarla al "Jova Beach Party", che si sarebbe svolto a Viareggio il 2 settembre - e in occasione del quale avrebbero suonato i ragazzi - avevano dei biglietti in più per familiari e amici e avevano pensato ad invitare anche lei.
Le si scaldò il cuore perché non le capitava da molto tempo di avere un gruppo di amici al di fuori di Lorenzo e Giada. E non le succedeva da molto di essere cercata così spontaneamente da qualcuno, solo per il piacere di averla insieme in una qualsiasi occasione.Non farti strane idee, probabilmente non sapevano a chi propinarlo e basta, ma in realtà un sorriso compiaciuto le si dipinse in faccia quando lesse quel messaggio.
Elisa era sempre stata una persona che si sminuiva e aveva poche certezze nella vita, tra cui i suoi due migliori amici da una vita, e si sentiva un po' destabilizzata ad aver trovato altre persone a cui poteva stare simpatica.
Impiegò più di mezza giornata per trovare un outfit adeguato, faceva un caldo bestiale e doveva per forza indossare un costume che non la mettesse a disagio ma che al tempo stesso fosse carino, e pure comodo se vogliamo.
Aveva invitato Lorenzo e Giada, ma oltre a non esserci materialmente più biglietti disponibili, i due l'avevano spronata ad andare sola perché ormai quel gruppo era una cosa "sua".
Lorenzo tra le altre cose voleva proteggere Giada dal tornare ad essere sotto mille treni per Andrea Locci, e andare a quel concerto non avrebbe contribuito a tale scopo.Alla fine, dalla paura di sciogliersi al sole di Viareggio, Elisa raccolse i suoi voluminosi ricci scuri in due space buns giganti, lasciando solo un paio di ciuffi sciolti ad incorniciare il volto.
Si fece dare un passaggio in stazione da sua madre, prendere in prestito una macchina quel giorno non era contemplabile perché sua madre lavorava e sua sorella era partita in ferie con delle amiche.
Aveva quindi finito per optare per il treno fino a Viareggio, poi Allegra o qualcun altro sarebbe andato a recuperarla in stazione, in qualche modo.Si mise comoda su uno degli inconfondibili sedili blu del treno regionale, scegliendo accuratamente un posto lato finestrino perché il viaggio sarebbe durato quasi un'ora e voleva stare comoda, al meglio che poteva offrire quella carrozza di 2º classe - per fortuna non troppo puzzolente.
Elisa:[Ci sono quasi, tra 10 minuti arrivo]
Inviò il messaggio ad Allegra, sperando di ricevere risposta, anche se in fin dei conti la passeggiata fino al luogo del concerto sarebbe stata di circa venti minuti e basta. Poteva accollarsela sicuramente nel caso le avessero dato buca.
Allegra:[Il tuo chauffeur dovrebbe essere già lì, fate veloce che il soundcheck sta iniziando]
Elisa colse un punto di sarcasmo in quella frase, non sapeva cosa aspettarsi, perché dovevano fare così veloce? In fondo lei sarebbe stata solo una spettatrice, non importava che arrivasse così puntuale per il soundcheck, l'importante era che ci fossero i ragazzi.
Scese velocemente le scale che portavano all'uscita della stazione di Viareggio, in ansia per il messaggio che aveva ricevuto. Il sudore le imperlava la fronte quando uscì alla luce del sole, finalmente dopo quel tempo chiusa nell'abitacolo del treno.
Cercò confusa un viso conosciuto, non sapeva nemmeno quale mezzo di trasporto individuare, era il doppio più difficile.
«Elisa, sono qua!» sentì una voce provenire da non molto lontano, alla sua sinistra.
Voltandosi leggermente scorse un ciuffo biondo che spuntava da sotto un casco, degli occhiali da sole scuri a coprire le iridi verdi, un motorino fermo sul cavalletto al suo fianco.
«Pietro» deglutì sorridendo forzatamente mentre si avvicinava. Non era sicuramente la persona che si aspettava potesse venire a prenderla.
Il ragazzo le sorrise mentre le porgeva un casco bianco da poter indossare prima di salire in sella.
E in più, Elisa aveva una paura matta di salire in moto, non aveva mai voluto il motorino quando tutti i suoi coetanei l'avevano anche per quello.«Non dovresti essere a fare le prove te?» gli chiese per smorzare il silenzio, mentre indossava con difficoltà il casco, data la sua acconciatura.
Suo malgrado realizzò che avrebbe dovuto rifare tutto da capo una volta arrivata sul luogo dell'evento.«Dovrei..» rise leggermente il biondo mentre faceva accendere il motorino, con un rumore non troppo rassicurante.
«Ero l'unico con un mezzo di trasporto più veloce di una bicicletta o una macchina in questo traffico viareggino di oggi, e nessuno voleva guidare il mio motorino scassato» spiegò mentre partivano, con il vento «Sai non lo uso molto, l'ho portato al mare da quando non lo uso più a Empoli, inizia ad avere i suoi anni»La mora si aggrappò disperatamente alle maniglie sui lati del motore, almeno sapeva che di solito esistevano, ma si accorse che una era mancante.
«ci porterà a destinazione tutti interi? Perché mi pare già di notare la mancanza di qualche pezzo» rise amaramente, divorata internamente dall'ansia di schiantarsi a breve.
«Tieniti a me se stai più sicura, il tragitto è breve, ti prometto che ti porterò sana e salva»Elisa esitò per qualche secondo prima di avvolgere le sue braccia intorno alla vita di Pietro, ritrovandosi a dover appoggiare almeno leggermente la testa al suo dorso. Nel frattempo il ragazzo sfrecciava tra le macchine facendo manovre di dubbia correttezza verso il codice stradale, qualche volta la riccia dovette chiudere gli occhi per evitare di urlare dallo spavento.
«Siamo arrivati» le annunciò Pietro una volta fermatosi in un vialetto sterrato.
Elisa si accorse di essere ancora ancorata alla sua schiena come un koala.
«Scusa» biascicò imbarazzata «è che ho un po' paura delle moto» scese dalla sella imitandolo e si sfilò il casco, sentendo tutti i capelli ricaderle rovinosamente sulle spalle. Ci aveva messo così tanto a sistemarli, si sentì quasi morire dentro.«Ho notato» sorrise prendendole il casco di mano e riponendolo nel bauletto, mentre il suo era già stato sistemato nel sottosella del motorino.
«Però te lo avevo promesso, sei arrivata sana e salva, no? Ti ho tamponata ma a sto giro sono stato bravo» le disse indicandole di seguirlo lungo un vialetto costernato da cartelli con scritto "Backstage artisti", lei rise sommessamente alla sua battuta, cercando di nascondere le guance che sentiva avvampare.Se ripensava a quanto poco tempo fosse passato da quell'incontro, e quanto invece la sua vita fosse cambiata, le faceva davvero strano.
Venne accolta da Allegra, Ginevra, Huda, Asia e i genitori di alcuni dei ragazzi, Pietro invece sparì in un soffio per andare a fare le prove, da ciò che si udiva gli altri avevano già iniziato senza di lui.Mentre le ragazze l'aiutavano a sistemare il disastro che il casco aveva creato ai suoi capelli, pensò che forse l'artefice di quel cambiamento fosse veramente a Pietro, che negli ultimi mesi insieme agli altri era diventata un po' una costante nella sua vita, dopo quell'incidente.
Un incontro talmente fortuito che sembrava uscito da il primo cinepanettone italiano, eppure da dopo quell'avvenimento la sua vita era davvero cambiata.
Scacciò quei pensieri quando sentì annunciare il nome dei ragazzi e insieme al gruppo famiglie e amici si iniziarono ad appropinquare al palco adibito alla loro esibizione, con una strana sensazione alla bocca dello stomaco.
***
N.d.A
Eccomi tornata con un capitolo un po' più lungo del solito, non ho ancora ben capito se vi abbia destabilizzato l'ultimo dal POV di Pietro, ma spero di essermi ripresa un po' con questo.
La nostra Elisa sembra un po confusa, o forse no, chissà, voi che ne pensate?
Come sempre, attendo con ansia se volete, le vostre opinioni, critiche, consigli. 💓 Grazie sempre, a prescindere.
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Mai sonno || Fares
FanfictionElisa, abituata a fare da sfondo alla vita degli altri piuttosto che essere la protagonista della propria, all'età di ventidue anni ancora non sa cosa voglia fare del suo futuro. Uno "scontro" più che casuale la porterà progressivamente a cambiare a...