43. Nulla

376 36 12
                                    

Faster scosse il corpo immobile riverso a pancia in giù che russava sul divano, mentre lui si trovava semi-sdraiato per terra nel salotto di casa sua. Con la mano scuoteva l'addome del ragazzo addormentato profondamente.

«Pietro sveglia»
Il biondo mugugnò contraddetto, girò la testa dalla parte opposta, coprendosi il volto con una mano dalla luce che filtrava attraverso i rotolanti.
«Dobbiamo salire in camera, i miei tra un po' si alzano» insistette, scuotendolo con ancora più foga.

Fares si rigirò ritrovandosi supino, passò una mano sulla faccia per svegliarsi almeno un minimo, poi aprì gli occhi e guardò l'amico senza proferire parola.

«Perché non sei con la rossa?» chiese a bassa voce, riconnettendosi con la realtà, mentre salivano le scale.
«Ha avuto un imprevisto, diciamo» rispose facendo strada all'amico in camera sua, anche se conosceva benissimo il tragitto. Sperò che non fosse abbastanza lucido da fare domande a riguardo, e si sentì sollevato quando questo grugnì senza portare avanti la conversazione.

Giada gli aveva fatto promettere solennemente di non dire nulla, e lo aveva fatto con un tono di voce e un'espressione piuttosto minacciosi, per cui si era attenuto alle sue indicazioni.

Si buttarono insieme sul letto da una piazza e mezzo di Andrea.
Avevano passato così tanti post serata lì, ora erano diventati pure un po' troppo grandi per starci insieme in quel letto, ma si arrangiavano bene.

«Non penso che dormirò più» asserì Pietro, portandosi le mani sulla pancia e guardando il soffitto.
«Ah, e io che volevo dormire fino a stasera» esclamò deluso il moro. Aveva come un guilty pleasure per le dormite lunghe, senza sveglia, e dare il buongiorno alle cinque del pomeriggio quando gli altri concludevano la loro giornata. Era anche vero che spesso si ritrovava a fare le ore piccole, quindi alla fine dormiva abbastanza ore rapportate all'orario in cui si coricava.

«Vabbè Andre, torno a casa» stronfiò tirandosi su di botto, nervoso.
«Hai ancora troppo alcol in corpo sicuramente, quindi non ti muovi di qua» lo redarguì, la persona meno idonea per fare una roba simile.
«Perché te non hai guidato per riportarci qui stanotte? Siamo pari» incrociò le braccia sul petto, imbronciato.
«Ti sei svegliato nervoso, princi?» lo schernì con sorriso sornione.
«No, è che ho ricordi confusi di una cosa successa ieri sera, e mi scoppia la testa» bofonchiò cercando tra i cassetti della memoria, visualizzando bene il viso di Elisa e il suo corpo avvolto in quel vestito così bello.

Era ubriaco, sì, ma ricordava alla perfezione quegli istanti, come se si fossero impressi in maniera indelebile nella sua mente.
Si era sentito uno stupido, per averla fatta fuggire sul più bello, senza dirle nulla e nemmeno andare a cercarla.
Ma infondo sapeva che lui non era buono a niente, solo a rovinare le cose belle che aveva.
Ogni secondo riacquisiva più lucidità e consapevolezza di quanto effettivamente fosse un idiota.

«Mi vuoi dire che cosa è successo per turbarti così tanto?» lo incalzò il corvino, trepidante di sapere se fosse collegato alla crisi di panico che aveva avuto Elisa la sera prima.
Doveva esserci un collegamento, per forza.

«A dire la verità non ne ho molta voglia» borbottò tornando a sdraiarsi, non riuscendo a trovare un punto fermo.
«Da quando io e te abbiamo segreti?»
«E chi sei la mia ragazza?» lo fece ridere, anche se pronunciò queste parole con una serietà disarmante.
«Dai Pietro, non farmi dormire con questo pensiero, mi preoccupo per te cucciolo» Andrea gli strizzò una guancia tenendola tra l'indice e l'anulare della sua mano, come fanno le vecchie zie - meglio se zitelle - coi nipoti ai pranzi di Natale.
«Sei proprio una pettegola impicciona sai, quando ti ci metti» fece l'ennesimo sospiro scocciato da quando aveva aperto le palpebre.
Faster annuì, inumidendosi le labbra con la lingua, e guardandolo interessato, in attesa di quella notizia.

«Nulla, non è successo nulla, ti stavo perculando» iniziò a ridere cercando di apparire il più attendibile possibile.

L'espressione di Andrea fu neutra, poi passò ad essere interdetta, fino a concludersi con un sorriso.

«Quindi vabbè, dormiamo?»
«Dormiamo, sì, bro»







***






«Cara mia mi sa che ti sei scordata che oltre ad essere il tuo post sbornia peggiore al mondo, ed il giorno dopo Halloween, oggi è venerdì quindi significa solo una cosa...»
«Venerdì malo!» un urlo di Lorenzo stridette nei timpani della povera Elisa, che si tappò le orecchie cercando di attutire quel suono invano.

«Non si può fare un'eccezione speciale per oggi?» sospirò scocciata, mentre si vestiva con qualche capo di abbigliamento rubato a Giada, una tuta che probabilmente non indossava da anni. Giada non indossava tute.
«Quel vestito te lo puoi tenere, evoca brutti ricordi» disse svogliatamente mentre indicava il suo abito della sera precedente.
«Non scherzare, lo ha fatto su misura per te Ginevra» la sgridò subito la rossa, con il dito puntato verso di lei.
«Potrei buttarlo nel caminetto di casa di nonno se potessi, quindi fidati, è meglio se lo tieni te» rincarò la dose, con le mani sui fianchi, innervosita.
«C'è solo una cosa che può risollevare una serata del genere» Lorenzo le interruppe «serata cinema!» urlò entusiasta saltellando su se stesso e prendendole entrambe per mano, tentando di trasmettere loro la sua felicità.

Dopo aver riaccompagnato Elisa a casa almeno per cambiarsi e salutare i suoi genitori, che non l'avevano vista dal giorno prima, si recarono al cinema più vicino.

Si riempirono di schifezze, ma alla fine la povera ragazza che dovevano far svagare si addormentò sulla poltroncina, non troppo dopo l'inizio del film. Era uno dei motivi principali per cui non guardavano mai film o serie tv insieme, Elisa aveva una sorta di repulsione, e su di lei avevano un effetto soporifero - a maggior ragione quel giorno dopo essersi ubriacata e aver concluso una serata in maniera non troppo felice.

Mentre la riccia sonnecchiava appallottolata come un riccio in posizione difensiva, Giada cercò di indagare meglio, massaggiando con Faster, dopo aver saputo che Pietro aveva passato la notte da lui.

La lealtà che provavano entrambi verso i rispettivi migliori amici li spingeva a non voler rivelare troppo di ciò che avevano raccontato loro, Lollo provò ad incalzare Giada ma con scarsi risultati.

«Gli uomini etero sono proprio la rovina dell'umanità» esclamò mentre i titoli di cosa apparivano sul maxi schermo, mentre con una mano risvegliava la corvina accarezzandole la massa aggrovigliata di ricci.

«Cuore, finito pisolino di bellezza, lo continui tra poco a casa» la baciò sulla guancia «guarda che principe che hai davanti, profumatissimo, coi capelli ordinati e gentile, altroché» la schernì, facendola sorridere, con gli occhi ancora appannati dal sonno.






***
N.d.A

Buonsalve, torno dopo diversi giorni (mi perdonerete, l'ultimo concerto del tour mi ha impegnata un po') e con un capitolo piuttosto scarico e poco interessante devo dire, non sono molto soddisfatta ma non sono riuscita a tirare fuori di meglio. Sono un po' messa male con la scrittura dei prossimi, spero di mantenere la mia frequenza solita di aggiornamento.
Fatemi sapere che cosa ne pensate dei due punti di vista che abbiamo in questo capitolo.

Cambiando discorso, chi di voi c'era a Milano? Come avete preso questa fine del tour? Io sento già la mancanza! Bacini 🩷

Mai sonno || Fares Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora