7. L'apoteosi del romanticismo

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Il momento del palco arrivò, si abbassarono un po' di luci e uno di loro si posizionò dietro ad un mixer, il ricciolino che si faceva chiamare Jack.
Poi salirono tutti scompostamente sul palco cantando e saltando su una loro canzone.

«Beh ormai vado io con la presentazione? Sono abituato» iniziò Pietro sistemandosi sulla testa delle cuffie piuttosto ingombranti da usare per un concerto.
«Noi siamo il bunker 44, un collettivo di Empoli, precisamente siamo nati a Villanova»

Elencò i nomi di tutti seguiti da rumori strani emessi dal mixer di Jackson.
La piccola folla, che stranamente non era formata solo da ultrasessantenni - ossia il pubblico che frequenta più assiduamente certi tipi di festa di paese - esultò ad ogni nome, e così fecero anche le due amiche, senza esagerare però. Si erano sistemate non troppo vicino al palco.

«Non so nemmeno una canzone, Già, dai che figura» mormorò la riccia in risposta alle spinte che l'amica le faceva per esultare più fragorosamente.

Prese parola Faster adesso
«Oggi è uscito il nostro album "Farsi male a noi va bene 2.0", vi faremo sentire qualche canzone tratta da quello, e poi ovviamente qualcosa del nostro primissimo album da collettivo. Fate un cazzo di casino se vi piace» urlò l'ultima frase cercando di catturare il pubblico, ed in effetti fu seguito da qualche urlo di approvazione, compreso quello di Giada.

«Che c'è?» domandò retorica quando Elisa la fulminò con lo sguardo.

Ascoltarono le varie canzoni, alcune erano pure carine, doveva ammetterlo suo malgrado Elisa. Pensava che fossero degli scappati di casa, mentre si sentiva che nella produzione di alcuni pezzi c'era lo zampino di qualcuno di bravo.
Non che lei fosse una gran intenditrice, aveva sempre suonato la chitarra, però conosceva bene le melodie più scontate e i quattro accordi che tutti sanno usare.

Rimase stupita dal mix di generi che questi ragazzi proposero, senza risultare fuori posto, certo magari avevano bisogno di un buon vocal coach perché a volte non avevano un gran controllo vocale, ma potevano spaccare se si fossero messi d'impegno e veramente sotto con lo studio di certi aspetti.
Sicuramente il ragazzo dai capelli verdi era quello dalla vocalità più sviluppata e controllata, ma anche il rossiccio, Duccio, era piuttosto bravo. Gli altri sembravano un po' più pratici con le parti parlate o rappate, in certi pezzi cantati non brillavano ma nel complesso non erano per nulla male.

Quella che la colpì di più fu una delle ultime canzoni, le dava le vibes di canzone estiva da cantare o ascoltare al tramonto in riva al mare coi tuoi amici di una vita, oppure al rientro da una serata dopo aver fatto il bagno di notte in spiaggia.
Il ritornello era molto orecchiabile, rimaneva impresso, già si canticchiava da sola nella mente "E ora dove vai, se la notte si ferma e non hai mai sonno?"

Alla fine della canzone fu Pietro a prendere parole, sedendosi sul palco.

«Sto solo fuggendo dalla realtà
I punti hanno la linea retta
Sapessi quanto c'ho messo per ricollegare i pezzi»

Fu complicato decifrarle tutte perché andava veramente veloce, però ne rimase colpita, le cantava come se avessero inferto in lui una ferita ancora non completamente guarita.
Riusciva davvero ad arrivare a lei con quelle parole.

«[..] Perché bevo questo sangue come fosse miele
Ho imparato a sanguinare, tu non sai neanche cadere
Io non mi metto a sedere perché è tutto da vedere ancora»

Una volta suonata l'ultima nota, furono avvolti da un fragoroso applauso, ringraziarono tutti e sparirono dietro al palco.



***


Elisa stava seduta a scrollare i social sul suo cellulare, mentre beveva da una lattina di coca cola con la cannuccia qualche sorso ogni tanto.

«Piaciuto lo spettacolo?» il ragazzo dai capelli verdastri si avvicinò a lei.
«Posso?» chiese indicando la sedia che le stava di fianco.
«Avoglia» rispose lei subito, sorridendo un po' di sbieco.
«Secondo te dove possono essere finiti quei due?» sospirò ormai rassegnata alla sua serata in solitaria perché la sua amica l'aveva scaricata malamente per uno dalla capigliatura discutibile.

Soffocò una risata «con Faster?» cercò di ricomporsi Dario «ci sono solo due luoghi in cui possono trovarsi, conoscendolo.» iniziò per poi fermarsi con le labbra socchiuse
«ma forse non vuoi saperlo»

Elisa fece un salto sulla sedia quando un'altra voce comparve dalle sue spalle, inaspettatamente.
«Oh scusa, non volevo spaventarti» le sfiorò con la mano una spalla il ricciolino tinto di rosso, aggiungendosi alla conversazione.
«Diciamo che Andrea e il romanticismo non vanno proprio di pari passo, anche come luoghi prescelti per appartarsi con una ragazza..»
Tutto quel mistero la stava facendo innervosire, doveva aver paura del destino che era toccato alla sua migliore amica, temere per la sua incolumità.

«Stanno scopando nel cesso chimico» annunciò infine parandosi davanti a loro Barto, prendendo posto sull'ultima sedia libera al tavolo.

«Dio, lo sapevo che era una cattiva idea venire qui stasera» sussurrò Elisa tra i denti.
«Perlomeno potrai dire di aver passato una serata diversa dal solito» tentò di consolarla Dario.
«Oh assolutamente» shignazzò mestamente. «Solo che, anche se so che la mia amica va a letto con i ragazzi, mi piacerebbe non saperlo così apertamente con anche il dettaglio del cesso chimico» si grattò la punta del naso per smorzare l'imbarazzo. Alla fine lei non conosceva nessuno di quei ragazzi, la situazione la stava mettendo in soggezione.

«Se fossi amica di Faster ti passerebbe questa paura, in una, forse due sere» Duccio si mise a ridere non proprio compostamente.
«Per fortuna non ho intenzione di frequentare certa gente» alzò lo sguardo al cielo la riccia.

«La tua amica è chiusa nel Sebach con Andrea» rincarò la dose arrivando anche Pietro, che sembrava più divertito del dovuto da quella situazione.
«Eccone un altro» sospirò più rumorosamente Elisa. «Purtroppo lo so già. E sarà difficile non avere un incubo stanotte per colpa di questa cosa.» aggiunse poi, per bere un po' dalla sua lattina. Qualcuno rise sommessamente.
Il biondo prese una sedia da un altro tavolo e si sedette in circolo insieme agli altri.

«C'è solo un modo per fargli uscire velocemente» solo in quel momento si accorse che dietro di lei c'era anche Jacopo, con in mano una birra e gli occhiali da sole ancora indossati nonostante fossero le undici passate.
«Rovesciare il Sebach» incurvò le labbra in un sorriso quasi malefico. Gli altri risero, non più a bassa voce.

«Direi di no, se non voglio dire addio alla mia migliore amica per sempre» replicò seria la ragazza.
«Stavo scherzando..» la rassicurò Jack «..forse» la fece ridere sta volta. Era il tipo di umorismo che in realtà usava un po' anche lei.
Non sembravano poi così male quei ragazzi, almeno a primo impatto.

«È meglio se andiamo, domani levataccia per andare a Milano» quello che sembrava il più responsabile, ossia Dario, prese le redini della situazione.
«Andiamo al MI AMI, conosci?» Jacopo poggiò una mano sulla spalla di Elisa.
«Mh, forse di nome sì»
«Dai, ci segui sui social? Così vedrai quello che facciamo, se ti è piaciuto torni a vederci» le propose Duccio, mentre imitava gli altri, alzandosi dalla sedia.
La ragazza sorrise, non aveva molta voglia, ma si fece vedere mentre seguiva su Instagram almeno l'account del collettivo.

«Vado a recuperare Faster e la tua amica» annunciò Pietro, con le mani in tasca, con l'atteggiamento di chi si trova a fare certe cose troppo spesso per i propri gusti.

«Vieni con me?»





***
N.d.A
Buondì, oggi capitolo mattutino, anche questo avrei voluto pubblicarlo domani ma in questi giorni ho scritto talmente tanto e fino a notte fonda (robe che pubblicherò tipo tra 10 capitoli ma dettagli) che mi sembrava carino pubblicarlo pure oggi.. poi non vorrei avervi annoiato con quelle cose un po' di passaggio, qui inizia a succedere qualcosa in fin dei conti.
Forse solo da questo capitolo si capisce veramente in che anno sia ambientato, vabbè è il 2022, almeno per ora.

Mai sonno || Fares Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora