48. Arrendersi al destino

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La testa di Pietro ciondolava davanti al vetro del finestrino lievemente appannato e macchiato dalla pioggia del giorno prima, il gomito appoggiato allo sportello a sorreggere il capo che stanco e barcollante seguiva i movimenti del furgone sull'autostrada dei Fiori, diretta a Sanremo. Con il braccio libero scrollava svogliatamente Instagram in cerca di un contenuto interessante, fin'ora mai arrivato.
La sua gamba distesa si insinuava tra i sedili davanti, dove Dario e Duccio facevano i deejay accanto a Gherardo, l'autista come sempre.
Andrea sonnecchiava al suo fianco, in maniera scomposta e con un rivolo di bavetta disgustosa sul mento, ogni tanto gli dava una spallata per scrollarselo di dosso ed evitare di farsi il bagno con la sua saliva.
Dall'altro lato, Marco ascoltava della musica isolato con le sue cuffie.
Nei sedili posteriori, Jackson e Huda facevano qualche giochetto stupido dei loro coadiuvati da Lorenzo, il fotografo, che non si sa perché li avesse seguiti anche in quella fase così precoce del talent a cui concorrevano. O meglio, in realtà non erano ancora concorrenti ufficiali.
Non dovevano fare shooting né altro, era più per compagnia e amicizia che si era unito a loro.

«Fermi fermi, videoconferenza» annunciò Duccio stoppando la musica che stava suonando in sottofondo.

«Ciaoo» una voce fin troppo familiare al biondo risuonò nell'abitacolo del van.
«Ciao Eliii» urlò Dario sbracciandosi per entrare nell'inquadratura del telefono del rosso, e così fecero anche gli altri a ruota.
«Buongiorno raggio di sole» esclamò la riccia guardando Faster che assonnato si stropicciava gli occhi, disturbati dall'eccessiva luce e frastuono che lo circondava.
«Oh ciao riccioli d'oro» bofonchiò stiracchiandosi su Pietro e tirandogli quasi un pugno in faccia.
«Ahia!» si massaggiò lo zigomo offeso.
«Eddai principino non te la prendere per così poco, vuoi un bacetto sulla bua?» gli schioccò una serie di baci in aria come si fa per richiamare i gatti, perculandolo.
«Bambini, basta litigare» la mora cercò di riportare l'ordine dall'altro lato dello smartphone.
«Dove sei di bello?» urlò a gran voce Huda dal fondo del mezzo, per farsi sentire.
«Sono al bunker, con Alle» mostrò la ragazza al suo fianco, inquadrando poi la sua gamba distesa su uno sgabellino imbottito.
«Come va il piede?» si intromise Marco, che aveva tolto le cuffie dalla testa solo poco prima.
«Meglio, sto a casa un altro giorno e poi rientro a lavoro, forse con le stampelle, ma rientro. Ma non parliamo di me, voi come state? Carichi?»
«Ci manchi» Piccolo avvicinò il telefono al suo volto mostrandole un broncio gigantesco, facendola ridere.
«Confermo» concordò Erin, mostrando un pollice all'insù.
«E di qualcosa pure tu dai, ti vuoi conservare la voce per la cantata?» Andrea tirò una pacca sulla spalla a Pietro, riportandolo alla realtà, non aveva ancora proferito parola se non salutato all'inizio.
Detto ciò, rubò il telefono dalle mani del minore puntandoselo addosso, e mostrando anche il biondo al suo fianco.
«Ciao Eli, comunque manchi pure a me» un mezzo sorrisetto comparve sul viso del malcapitato, che la salutò con un debole gesto della mano.

Sentì il cuore sobbalzarle nel petto, e le braccia iniziare a tremare mentre sorreggeva l'apparecchio elettronico.
«Dai, ragazzi, su con la vita, andrete benissimo, non è vero Alle?» chiese supporto all'amica, anche per salvarsi, fiondandole il cellulare in mano.

La chiamata si prolungò per pochi altri minuti, poi si salutarono promettendosi di aggiornarsi una volta usciti dagli studi di Sanremo Giovani.

«Giuro che se non ti dai una mossa quella si troverà un altro e ti starà bene» Andrea incrociò le braccia sul petto, con fare scocciato, esausto quasi.
«Cosa insinui?» lo fulminò Pietro, disturbato da quell'atteggiamento.
«Che ti devi dare una mossa, prendi una decisione, non aspettare sempre che la Paolina ti trovi la soluzione Pietro, per Dio, hai davanti una persona che ti piace e che ti vuole davvero bene, apri questi cazzo di occhi e fai qualcosa. Non puoi rimanere attaccato alla gonna di mamma ancora molto.» sbottò passandosi una mano tra i capelli un po' arruffati.

La mascella di Fares rimase semiaperta, in segno di stupore, poi si irrigidì, la sua mano si chiuse in un pugno. Contò nella mente fino a dieci, espirando profondamente, e cercando con ogni forza di non scoppiare
Nel frattempo era calato il silenzio tombale in quell'auto.

«Scusa, quand'è che ti ho chiesto un opinione?» sibilò contro il suo compagno di sedile, girandosi verso di lui e appoggiando la schiena alla parete del veicolo.
«Ragazzi basta litigare dai» Huda fece capolino dal vano posteriore, mostrando un sorriso forzato e facendo cenno a quelli davanti di rimettere la musica.

La tensione si allentò, ma Pietro si voltò verso il finestrino dando le spalle all'altro, nascondendosi nel cappuccio della felpa grigia che indossava, mentre Faster iniziò ad aggeggiare al suo cellulare.

Nessuno dei due rivolse più la parola all'altro, per tutto il tragitto.






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«La tua faccia è impagabile» la canzonò Allegra non appena ebbe abbassato il cellulare che stava sostenendo per la videochiamata.
«Ma che vuoi?» le rispose sorridendo, facendole una linguaccia.
«Pensavo ti venisse un colpo col primo piano di Pietro così all'improvviso» la bionda si sdraiò su di lei, appoggiando la testa sul suo grembo «ti si legge in faccia che sei persa, devi fare qualcosa» affermò guardandola da sotto al suo mento.
«Se solo non mi avesse messo K.O nell'unico momento in cui eravamo soli noi due» scoppiò a ridere nervosamente per l'ironia della sorte.
«Beh in effetti non ha avuto un buon tempismo, poteva metterti K.O in altri modi..» si mordicchiò un'unghia ridendo da sola.
«Allegra!» gridò agitando le braccia in aria in preda all'agitazione, diventando paonazza in volto.
«Ti prego, dovresti vedere la tua faccia» si rotolò sul divano continuando a ridere.
«Allix piantala, io sto in ansia» cercò di mantenersi seria, per quanto possibile.
«Per Sanremo o per Pietro?» la sua amica si mise a sedere con le gambe incrociate, a fianco a lei, sistemandosi la felpa che si era sollevata dai suoi fianchi nel rotolarsi.

Il viso della corvina si corrucciò in un'espressione pensierosa, arricciò le labbra e poi rispose «Per entrambi»
«Con tutti i cupidi che avete intorno mi sembra impossibile che ancora non abbiate compicciato nulla» affermò l'altra, alzandosi per recuperare un sacco di patatine dal tavolo in mezzo alla stanza, porgendoglielo subito dopo.
Pescò una manciata di patate, iniziando a sgranocchiare «Duccio e?» iniziò a pensare a chi potesse alludere.
«Andrea, Giada, un po' pure io» spiegò scossandosi dalle mani le briciole.
«Forse non è semplicemente destino che accada, Alle» sospirò strofinando le mani tra loro per togliersi i residui delle briciole pure lei.
«Sei davvero il tipo di persona che si arrende così al volere altrui, di un qualcosa che si fa chiamare o che vogliono chiamare "destino"? La ragazza che ho conosciuto per caso quasi due anni fa e che in questo tempo ha cambiato le sue prospettive di vita, l'andamento della sua vita, mettendosi sempre in gioco? E poi, chi credi che abbia deciso di farti incontrare quel ragazzo che ti fa tanto struggere il cuore quel giorno che ti ha tamponato?»

Elisa sentiva le rotelle nel suo cervello muoversi a tutta velocità, incepparsi e liberarsi un secondo dopo, stridere tra loro e poi scorrere nuovamente a manetta.

Ed era vero, Allegra aveva ragione, lei era sempre stata la ragazza che faceva da sfondo alla vita altrui, e finalmente era diventata la protagonista di un qualcosa che le piaceva, che la rispecchiava a pieno e la rendeva fiera di sé stessa.
Era davvero già arrivato il momento di arrendersi ad un qualcosa che nemmeno sapeva esistere realmente, senza lottare?





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N.d.A
Cucù, eccomi qua! Pensavate che me ne fossi scordata eh? Ma io non me ne scordo mai, rifletto, ci penso molto bene, ci metto un po' a scrivere ma poi arrivo sempre.
Capitolo un po' shock, forse? Non saprei come definirlo, quindi lascio che siate voi a farlo.
Vi ricordo che siamo sempre più prossimi alla fine, bacetti.

Mai sonno || Fares Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora