34. Alleviare il dolore

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Elisa entrò nella sala prove, aspettandosi di vederli già cantare, ma sentiva solo un borbottio di sottofondo.

«"Cosa ci resta" prima o dopo "Veloce"?» chiese Caph guardando pensieroso un foglio bianco a terra, pieno di scarabocchi fatti a pennarello.
«Non ci credo che state ancora decidendo la scaletta, il tour inizia tra una settimana!» sospirò, consapevole del fatto che non sarebbero mai cambiati.
«Ecco vieni a darci una mano te» gridò Pietro indicandola con la mano.
«Non voglio entrare in mezzo a queste discussioni, basta che non togliate "Mai sonno" e io sto bene»
«Okay allora "Moto blu" non si fa»
«NO» urlò fin troppo forte per poi tapparsi la bocca, Dario e Duccio sghignazzarono.
«Come "Moto blu" no?» si ricompose, sedendosi accanto a loro e iniziando a leggere «E nemmeno "Ultimo giro"?» chiese scioccata rileggendo l'elenco scelto dai ragazzi e non scorgendo quel nome.
«Sono troppe, sennò dobbiamo sacrificare altro, la teniamo per il concerto di Firenze, lì faremo il panico» Faster rise compiaciuto, da solo.
«Vabbè, allora mi pare abbiate già fatto da soli, non vi servo io.. provate o no?» li incitò con tono quasi materno, misto a risentito perché le avevano chiesto consiglio quando avevano già fatto da soli.
I sei amici ubbidirono tutti alzandosi in piedi e mettendosi nelle loro postazioni, ciascuno con un microfono.

Come al solito, finirono col fare i cazzoni, non solo tra una canzone e l'altra ma anche durante le singole tracce che provavano. Andrea si tolse la maglietta e iniziò a danzarle intorno a petto nudo per darle fastidio sulle note di "Guida spericolata", gli tirò un calcio sullo stinco fin troppo leggero, facendolo allontanare.

I ragazzi erano ben allenati, da quando andavano da una nuova vocal coach anche vocalmente erano molto migliorati, e riuscivano a reggere bene i ritmi incalzanti di quella scaletta e di alcune canzoni in particolare. Ogni tanto capitava qualche svista, ma era perfettamente comprensibile e ci si poteva passare sopra.

Iniziò la sua preferita e sentì subito il cuore riscaldarsi, un sorriso le balenò sul viso immediatamente, era in quei momenti che sentiva davvero che quei ragazzi erano diventati Casa per lei.

Arrivati al pezzo di Pietro, lui le si avvicinò, posando una mano sulla sua spalla in modo da farle appoggiare la testa sul suo addome mentre le porgeva il microfono ridendo appena, rimase un secondo zitta per poi iniziare a cantare.

"Sto solo fuggendo dalla realtà
I punti hanno la linea retta
Sapessi quanto c'ho messo per ricollegare i pezzi
Facendolo da me se ho perso di quella pazienza
Che ora non ci ripenso
Ho lasciato in fondo tutto quello che non posso più trovare
Quando ci sono cascato ho pianto cascate
Mentre scalavo la salita per risollevarmi"

Il cuore le era risalito in gola e sperò che lui non avvertisse che stava leggermente tremando, era completamente spiazzata da quell'iniziativa e poi quella canzone la stravolgeva dentro ogni volta, era un colpo basso.
Poi dopo gli accadimenti degli scorsi giorni, significava ancora di più, il ricollegare i pezzi, l'alleviare il dolore.

Fares riprese la parola e le loro voci si accavallarono sui versi "Serve alleviare il dolore" guardandosi per un fugace attimo mentre lui si allontanava e andava verso l'asta del microfono concludendo la strofa poco dopo.
La mora avvertiva ancora il cuore andare a mille, le rimbombava nelle orecchie, quasi ovattandole l'udito.

Avevano gli occhi di tutti addosso finita la canzone, ma per fortuna Erin riportò l'ordine ricordando a tutti il pezzo successivo ed iniziando a suonare le prime note alla tastiera.







***





«Cioè tu usi una settimana delle tue ferie per farti il tour con noi?» Duccio pronunciò queste parole mentre teneva abbracciata l'amica, lei con la testa appoggiata sulla sua pancia, entrambi sdraiati sul divano dello studio di registrazione.
«Pensa che stupida, Pippi» scoppiò a ridere mentre il ragazzo dai capelli amaranto le accarezzava i capelli «vengo pure a lavorare non pagata, tra l'altro» aggiunse con un pizzico di risentimento.
«Invece ce lo devi, è giusto così» Faster si avvicinò ai due, sdraiandosi sopra entrambi e schiacciandoli sotto al suo peso.
«Mi stai uccidendo, rincoglionito» lo spinse giù la ragazza, facendolo cadere con un tonfo sordo a terra.

«Ti toccherà dormire con lo staff tecnico, tipo Barto» scherzò Jacopo mentre mangiava del gelato direttamente dal barattolo con un cucchiaio da minestra.
«Puoi anche dormire con me, ci stringiamo» Andrea le scoccò un occhiolino e fece schioccare la lingua contro il palato.
«Piuttosto dormo sotto ad un ponte abbracciata ad un barbone» lo canzonò nascondendo il viso nel petto di Duccio, che sghignazzò stringendola a sé.
«Puoi chiedere alla tua amica, esperienza da provare, questo cavallo da monta campagnola ha molto da offrire ad una cucciola come te» continuò imperterrito, ammiccando nuovamente.

«Non mi sono mai piaciuti i cavalli in effetti, e poi direi più asino» insistette lei facendo ridere Duccio «Locci, se non ti conoscessi abbastanza direi che ci vuoi provare con me» alzò gli occhi al cielo e incrociò le braccia sul petto, appena sotto al seno.
«Per carità, non oserei mai, ma dimmi come sta Giada?»
«Sta benone, senza di te» lo rimbeccò seccata.
«E invece mi risponde sempre alle storie, chissà perché» affermò con tono altezzoso.
Elisa rimase con la bocca socchiusa, stupita da quell'affermazione.
«Non ti credo» disse seria, guardandolo male.
«E fai male invece..» sghignazzò fiero di sé uscendo dalla stanza.
«Ragazzi andiamo» sentirono la voce di Gherardo chiamarli, Jack rispose quasi subito, uscendo dalla stanza ancora con il cucchiaio in bocca e il barattolo del gelato in mano.

«Ma va, stava scherzando» cercò di consolarla il rosso appena furono soli.
«Lo spero..» rispose mordicchiandosi un'unghia.
«E invece te e Pietro?» chiese a voce bassa l'altro, rompendo il ghiaccio.
«Io e a Pietro cosa?» farfugliò, presa alla sprovvista da quella domanda.
«Non so, dimmelo tu cosa succede Eli» continuò con tono dolce, accarezzandole ancora i lunghi capelli ricci.
«Non succede proprio nulla, Duccio» la voce le tremò, nel tentativo di non apparire nervosa, in cui fallì miseramente. Nascose la faccia nello schienale del divano, cercando di evitare il suo amico.
«Da quant'è che ti piace?» andò dritto al punto, senza girarci troppo intorno, volutamente, ormai la conosceva e sapeva che avrebbe evitato quel discorso come la morte.
«Ma che stai dicendo, sei impazzito?» si sedette di botto, e le girò la testa per la velocità con suo si era tirata su.
Le iridi chiare del ragazzo si specchiarono in quelle scure di Elisa, le sorrise appena, e con un solo sguardo le fece capire che con lui poteva parlarne, senza pensieri, senza aver paura.

Le mani iniziarono a tremarle e sentì quello strano peso sul petto che conosceva fin troppo bene, il groppo in gola che faticava a deglutire.
«Non qua, Pippi» mormorò cambiando espressione.
«Non ora» aggiunse poco dopo.
«Va bene, quando vuoi tu, ma credo che ti faccia bene parlarne, sai?» la prese per mano e strinse le sue esili dita nel suo palmo.

«Quindi venite alle prove o no?» Andrea si affacciò sulla porta richiamandoli, e guardandoli storti quando li vide l'uno davanti all'altra mano per la mano.







***
N.d.A
Saaaalve, capitolo di alti e bassi, perché Pietro ed Elisa sono un po' "tu mi porti su e poi mi lasci cadere", so che mi odierete ancora perché non è successo ciò che sperate, ma non demordete, non vi tedierò ancora a lungo con questa attesa (o forse sì?).
Questo Locci è sempre più un rompiscatole, che dite è un personaggio buono o cattivo nella nostra storia? Capoship oppure antagonista?
Grazie sempre ❤️

Mai sonno || Fares Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora