9. Il "battesimo"

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Solitamente si dice "il mattino ha l'oro in bocca" ma per Elisa sarebbe stato più "il mattino ha l'ansia in bocca", quella giornata era iniziata col piede sbagliato, era nervosa per il primo giorno in Radio e tutto sembrava voler andare per il verso storto.
Aveva iniziato col rovesciare la moka sul bancone della cucina a colazione, imbrattando poi tutte le fughe delle mattonelle bianche del pavimento, e aveva passato l'ora successiva a lucidarle per evitare l'ira funesta di sua madre se le avesse viste in quel modo.
Per pranzo si era scordata l'acqua della pasta sul fuoco e aveva inondato l'angolo cottura di acqua e fusilli scotti.

Elisa fai pace col cervello, non puoi presentarti così o finirai per far saltare in aria quel posto di questo passo.

Si impose di rilassarsi mentre entrava sotto la doccia, si lasciò scivolare l'acqua bollente addosso e tentò di rilassare soprattutto i muscoli delle spalle, che erano quelli sui quali di solito accumulava più in tensione.
Passò decisamente più tempo del dovuto sotto l'acqua, ma una volta uscita si sentì come ristorata.

«We, rospo, in bocca al lupo» sua sorella fece capolino dalla porta del bagno.
«Viva il lupo» rispose con un mezzo sorriso. Le soffiò poi un bacio in aria.

Non era solita scambiare troppe dimostrazioni di affetto con sua sorella, o almeno non tanto fisicamente, era in altri modi che si dimostravano costantemente il bene che si volevano.
Claudia era da sempre stata il suo modello, era la sorella maggiore, quella che sapeva già un po' tutto dalla vita, che aveva già esperienza, che conosceva tanta gente e aveva tanto da insegnarle.
Spesso si battibeccavano e non andavano d'accordo ma, quando per un periodo sua sorella era andata a convivere con un suo ex fidanzato - a circa 2 chilometri di distanza da casa loro - Elisa si era messa a piangere per quella "separazione".
Dopo qualche anno purtroppo la relazione era finita ed era tornata a casa con i genitori, e nonostante tutto Elisa era profondamente di avere la compagnia della sua sorellona in casa.

Quando fu pronta, vestita e coi capelli sistemati, nonché un minimo trucco per rendersi di un colorito umano, prese in mano il telefono ritrovandosi i messaggi dei suoi migliori amici.

Giada:[In bocca al lupo cucciola, facci sapere]
Lollo:[Vai e spacca tutto, come solo tu sai fare]

Sbuffò fuori il groppo di ansia in gola, sentiva quel vuoto allo stomaco tipico di quando doveva fare qualcosa di nuovo, ignoto, da cui non sapeva cosa aspettarsi e per cui aveva paura. Sentiva l'aria in pancia gorgogliare e provocarle dei piccoli crampi, tutto come da copione. Non era fame, aveva finito di pranzare da appena un'ora, era l'attesa che la divorava da dentro.
Si chiamava paura fottuta.

Decise di andarsi a fare una camminata intorno ai giardini vicino casa sua, con le cuffie nelle orecchie.
Quando tornò dalla sua passeggiata distensiva, era già decisamente l'ora di avviarsi verso la sede della radio.
Non che distasse molto da casa sua, ci avrebbe messo un quarto d'ora al massimo, ma odiava essere in ritardo per certi appuntamenti. Non poteva permetterselo, al limite avrebbe aspettato mezz'ora, pur di non fare la figuraccia di arrivare tardi.

Saettò tra le stradine di campagna, fino a raggiungere Fibbiana, seguì le indicazioni del navigatore fino a parcheggiare davanti a un palazzo giallo che sembrava un comunissimo condominio.
Scese, incerta di trovarsi nel posto giusto, ma quando vide il citofono con su scritto "Radio Mezzanotte" tirò un sospiro di sollievo. Premette il pulsante, che fu accompagnato da un suono stridulo, e poi da uno scatto di apertura del portone condominiale.

«Ultimo piano» udì in risposta dal citofono, prima di sparire dietro la porta.

Si va in scena, per davvero.




****



«Sveva, lascia stare Pippo» le andò in contro togliendole la coda del povero barboncino di mano. «Così gli fai male, non si fa» le disse prendendola per mano e portandola lontana dal cane.

«Andiamo sullo scivolo dai» cercò di deviare la sua attenzione sui giochi nel giardino di casa, ora che era estate li potevano sfruttare al massimo.
Senza battere ciglio la piccola nanetta cominciò a salire e scendere dallo scivolo ogni volta urlando «Uuuuh» e alzando le mani con un sorriso smagliante.

Elisa scattò qualche foto e video da mandare a Manuela, quella bambina era talmente bella che a tratti non sembrava reale.

Pensava al momento in cui avrebbe dovuto salutarla, se davvero le avessero fatto il contratto di apprendistato per tre anni alla radio, avrebbe dovuto rinunciare a Sveva. Non era ancora pronta a tutto ciò, l'aveva vista iniziare a camminare, a parlare, a correre, a mangiare da sola le prime pappe, avevano tolto il pannolino insieme e aveva iniziato ad andare all'asilo.

Certo, per adesso avrebbe mantenuto entrambi i lavori, anche perché la radio le occupava solo un'ora il pomeriggio o dopo cena, a seconda dei giorni. Erano stati molto comprensivi e cercavano di agevolarla, almeno per l'estate le avrebbero permesso di continuare col babysitting senza vincolarla esclusivamente a loro.

Elisa aveva iniziato ad ascoltare più assiduamente la radio, non era mai stata una grande appassionata, sì che ascoltava ogni tanto la stazione con meno pubblicità che trovava disponibile, ma non aveva la minima idea di come si organizzasse una trasmissione radiofonica.
La sua ansia da palcoscenico però avrebbe potuto giocarle brutti scherzi, anche se nessuno avrebbe visto la sua faccia - fortunatamente non esisteva la radio visione di Radio Mezzanotte - e ciò giocava a suo favore.

Per il momento aveva solo fatto da aiutante, nel preparare le scartoffie, l'ordine di riproduzione delle canzoni e nella scelta dei messaggi degli ascoltatori da leggere - non che fossero molti, era una radio locale, senza grandi pretese.

Fabio, il responsabile, tuttavia le aveva già preannunciato che avrebbe dovuto iniziare anche a parlare.
Per cominciare sarebbe stata insieme a qualcuno dei più esperti, nel caso di un esito positivo della sua prova, avrebbe anche dovuto condurre alcuni programmi in autonomia.

Mentre i suoi pensieri navigavano tra mari di incertezze e curiosità, il suo cellulare nella tasca posteriore dei jeans vibrò.

Fabio:[Ciao Elisa, stasera siamo insieme e ci sarà il tuo "battesimo" in radio, ho scelto un'occasione speciale, non ti anticipo altro]







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N.d.A
Bonsoir! In questi giorni sto scrivendo a manetta e di conseguenza pubblico a manetta, spero di non pentirmene ma ho già mooooolte cosine carine in serbo (e altre meno carine), probabilmente questa storia verrà più lunga del previsto.. a meno che non mi vada via dal nulla l'ispirazione, e spero vivamente di no.
Mi date tanta carica anche voi, e vi ringrazio tanto per questo, ogni stellina e ogni commento mi spronano a continuare e cercare di migliorarmi (in merito a questo, sempre bene accetti consigli, critiche ecc ecc). Bacini 💓

Mai sonno || Fares Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora