49. La certezza del ricordo

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«Comunque alla fine Elisa aveva ragione, siamo passati anche 'sta volta» disse Duccio, mentre erano diretti verso Villanova dopo il pernottamento a Sanremo in seguito alla loro convocazione negli ultimi 50.

Dopo un'iniziale discussione sulla musica da mettere, aveva vinto Huda, con al sua playlist preferita. Avrebbero comunque alternato, come facevano sempre, per scendere a compromessi con tutti.

«Stai attento, l'ultima volta che l'abbiamo nominata qui è successo il putiferio» commentò Dario in maniera lievemente provocatoria, riferendosi agli occupanti del sedile posteriore.
Adesso Marco sedeva in mezzo ad Andrea e Pietro, quasi a mimare la divisione tra loro dopo il piccolo dissidio che c'era stato. In realtà, erano abituati ad discutere, e poco dopo l'accaduta avevano scherzato insieme, senza pensarci troppo.

Pietro aveva riflettuto molto sulle frasi di Andrea, anche grazie a Duccio, e aveva capito che l'amico voleva solo il bene suo e di Elisa.
Solo che l'orgoglio di entrambi stava un po' prevalendo sull'affetto reciproco, succedeva sempre così, fino a che non avevano occasione per fare i deficienti insieme e tutto passava in un batter d'occhio, come se nulla fosse mai accaduto.

«Alla finale ce la portiamo dietro, se ci arriviamo» esclamò Jack dai meandri del van.
«Ovviamente» rispose subito Gherardo alla guida.
«Se qualcuno non rovina prima tutto» si fece spazio Faster, lanciando una frecciatina al biondo naturale.
«Non iniziate, bimbi» il platinato aprì le mani come per mimare un segnale di tregua.

Le iridi verdi di Fares saettarono sul soffitto, ma non sentiva rabbia, questa volta, bensì pensò di dover essere più umile e ascoltare chi aveva da dirgli qualcosa.

«Magari il nostro latin lover può darmi dei consigli, se vorrà» cercò lo sguardo del corvino, dandogli una botta sul ginocchio.

Andrea lo guardò per capire di aver inteso bene, e quando l'altro annuì facendogli un occhiolino, sorrise come se avesse ricevuto la notizia migliore della sua vita.

Gli battè in cinque, avvicinandosi per abbracciarlo, nonostante ci fosse Caph in mezzo. Diede una pacca sulla spalla all'amico, gridando in preda alla gioia più assoluta «Finalmente!» mentre delle risate aleggiavano nella cabina dell'automezzo.







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«Nonostante sia uscita da quasi due mesi rimane ancora nella nostra top ten "Fari spenti" di Elodie, pezzo che ha rapito il cuore un po' a tutti noi, e che svetta su tutte le classifiche.
Vorrei prendere come spunto questa canzone per chiacchierare un po' con voi stasera, come sempre potete scriverci tramite sms o su whatsapp o mandarci un vocale per farci sapere cosa vi passa per la testa. Io mi interesso abbastanza a queste cose, e ho letto che Elodie ha raccontato in un'intervista che la canzone parla di un amore che è come una fiamma che brucia sotto la cenere. "È un amore che si vive in segreto, che non si vuole mostrare al mondo".. testuali parole.» il cuore le si strinse pensando a quell'amore che lei tanto bramava, di cui aveva avuto un assaggio così effimero da lasciarle l'amaro in bocca. Era lei a viverlo in segreto, ormai da troppo tempo, e quel fuoco era stanco di rimanere sotto alla cenere, ma allo stesso tempo si sentiva destinata a rimanerne seppellita.
Osservò il timer che indicava che doveva mandare la canzone a brevissimo davanti a lei, in numeri rossi scintillanti, e si affrettò a salutare.

«Bando alle ciance, vi lascio all'ascolto, fatemi sapere se voi avete mai vissuto un'esperienza simile.» premette il pulsante facendo partire la traccia, per poi appoggiarsi allo schienale della sedia, stressata da quel suo discorso.

Ma perché doveva sempre cacciarsi in queste situazioni complicate? Non basta a introdurre con due parole? No, lei doveva sempre fare l'"ufficio compilazioni affari semplici".

E sento ancora addosso le tue mani,
Ti vedo mentre guidi a fari spenti
Vite fragili come origami
Ed era tutto lì, in quei pochi istanti il mistero di cercarsi

La pellicola del film dei suoi pensieri scorreva inesorabile davanti ai suoi occhi, lei davvero sentiva ancora le mani di Pietro addosso, le sue labbra, il suo sapore, il suo odore, per pochissimi, e purtroppo fugaci istanti.

Ed era davvero tutto lì il significato del suo vivere, della sua sofferenza negli ultimi mesi, il mistero di cercarsi che era come andato in fumo dopo quella sera.

Mentre l'ultimo ritornello di "Fari spenti" risuonava nelle sue orecchie vide il cellulare della radio illuminarsi, mostrando la notifica di un messaggio vocale. Quando l'ascoltò in cuffia per poco non rischiò il crepacuore, riconoscendo al primo secondo la voce di Pietro.

Dovette ricomporsi, cercando di inventarsi due parole per presentarlo, una delle poche volte in cui ricevevano riscontro non poteva non mandarlo in onda, per quanto imbarazzante e sconvolgente fosse.
Nel primo ascolto non aveva seguito una parola, scioccata dalla sua voce, e dal fatto che ancora una volta la stesse ascoltando, per cui prestò attenzione solo quando anche tutti gli ascoltatori potevano udirlo.

«Ciao Radio Mezzanotte, io sono sempre stato un tipo di persona che preferisce nascondere certi aspetti di sé sotto alla cenere - come dice Elodie - piuttosto che fare i conti con la realtà, ero quello che ai pranzi di famiglia da piccolo non parlava perché non si sentiva capito né accettato, e mi sono sempre sentito così anche in amore. Non ho mai trovato nessuno che volesse far uscire la relazione da sotto la cenere, che ci tenesse abbastanza da volerlo far vedere al mondo, e forse adesso che ce l'ho davanti da un po' di tempo sto sprecando un'occasione.. come si fa a convivere con questo pensiero?»

Sentiva il battito del suo cuore rimbombarle nelle orecchie, fino a quasi sovrastare i pensieri.
La vista annebbiata dall'emozione, uno strano formicolio in petto che le solleticava l'anima.
La sua salivazione si era praticamente azzerata, i palmi delle mani le sudavano e sentiva qualche goccia pure scorrerle sulla fronte, ringraziava di trovarsi sola in studio quella sera perché le avrebbero fatto domande a cui non avrebbe voluto dare risposta.

«Il nostro ascoltatore ci fa una domanda molto difficile, e probabilmente sono la persona meno idonea per rispondere perché non sono mai stata brava nelle relazioni, forse gli direi di parlare chiaramente con la persona in questione, cercare un dialogo, perché alla fine le incomprensioni e le occasioni sprecate nascono sempre da un'assenza di dialogo. Chiedo scusa se è una risposta banale, aspettiamo altri suggerimenti se volete darcene.» rise quasi istericamente, cercando di salvarsi il culo, per dirla male.

«Adesso ho parlato un po' troppo, per vostra fortuna subentra Achille Lauro con la sua nuova ganzissima canzone "Stupidi Ragazzi"» tirò un respiro di sollievo, le sembrò quasi di essere reduce da una maratona, tanto era affaticata e ansimava concitatamente.

"Ganzissima"? Ma che cavolo le saltava in mente, sembrava una boomer, non era in sé.

La testa le girava, si sentiva in estasi, non riusciva più a connettere.
Sapeva solo che doveva arrivare alla fine della trasmissione, anche se il cellulare le si era già illuminato mostrando un messaggio dal colpevole dalla chioma bionda.

[Me la ricordo ancora quella scommessa, mi devi ancora un appuntamento, l'altro l'ho rovinato io.]

La mano le traballava mentre leggeva dal display del telefono, le labbra si incurvarono in un sorriso spontaneamente, iniziando anch'esse a tremare.
Ringraziò di avere qualche altra canzone in coda da mandare prima dell'intermezzo parlato, così avrebbe potuto riprendersi.

Per tutto quel tempo si era convinta che lui non ricordasse quella sera, che per lei aveva significato tutto e nulla, che le aveva dato il mondo e poi glielo aveva tolto da sotto i piedi.

E invece lui ricordava, ricordava benissimo, e ora anche Elisa lo sapeva.






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N.d.A
Ciaoooo bellezze, che si dice?
Mi sono fatta perdonare, che dite? Non so, questo capitolo lo pensavo da un po' ma sono riuscita a metterlo nero su bianco solo oggi, come succede spesso ultimamente, procrastino fino all'ultimo.
Spero ne sia uscito qualcosa di decente, siamo proprio agli sgoccioli ve lo dico.

Mai sonno || Fares Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora