33. Una brava osservatrice

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Lo aveva osservato per tutto il pomeriggio, in disparte mentre ascoltava gli altri discutere e registrare, senza mai sorridere né scherzare con nessuno, non era da Pietro.
Se si fosse trattato di Duccio non se ne sarebbe fatta un problema, erano quotidianità le giornate in cui il rosso si presentava e se ne stava zitto a disegnare in un angolo senza contribuire in nessuna maniera al processo creativo in corso.

«Ti vedo più chiuso in te negli ultimi tempi» dichiarò non appena Faster fu uscito dalla stanza e abbastanza lontano per non origliare.
Si era tenuta dentro per tutto il tempo quella preoccupazione, e per una volta nella sua vita fu impulsiva e gliela palesò senza troppi giri di parole.
Il biondo si bloccò mentre si alzava dal divanetto, la bocca aperta e le braccia ancora piegate nello sforzo di alzarsi in piedi.

«Cerco solo di concentrarmi sul tour» buttò fuori, sconcertato dalla constatazione dell'amica, i suoi occhi si incupirono e il tono di voce si fece più basso.
«Sai, non voglio che ne parli con me, perché non pretendo che tu abbia tutta questa fiducia.. ma almeno con Andrea, Duccio, non so chi vuoi, dovresti toglierti qualche peso se lo hai, e te lo dice una che è abituata a tenersi tutto dentro.»
«Loro non capirebbero..» si sedette vicino a lei sulla sedia di Jack, la desolazione nel suo tono di voce.
«Ne sei così tanto sicuro?»
«Al mille per mille» sentenziò perentorio.
«Okay, non insisto oltre, allora» si alzò mettendosi la borsa in spalla e avviandosi all'uscita.
«C'entra una tipa, sai» rimase qualche passo più indietro, spiazzandola con quella dichiarazione.
Elisa dovette sforzarsi di non morirgli davanti, prese un respiro profondo e si girò, guardandolo dritto negli occhi.

«Ne vuoi parlare?» pronunciò quelle parole come se davvero avesse voluto ascoltare le pene d'amore della persona per cui si struggeva da mesi, però era più forte di lei, non poteva ormai tirarsi indietro. Era stata lei a chiedergli cosa non andasse, e si doveva assumere le sue responsabilità.

Si spostarono nell'auto di Pietro, per evitare orecchie e occhi indiscreti su di loro.
Passarono la successiva ora a parlare di questa Ambra, di come l'avesse conosciuta una sera in discoteca e ci fosse rimasto sotto. Di come aveva scoperto fosse fidanzata e nonostante ciò dopo mesi e mesi avesse deciso di andarci a letto, e di come lei si fosse comportata male abbandonandolo e chiedendogli di non contattarla più, dopo averlo un po' illuso.

Dopo quella storia era stato con diverse ragazze, nessuna delle quali aveva lasciato un segno dentro di lui, era stato più un chiodo schiaccia chiodo che invece che farlo sentire meglio aveva fatto tutt'altro. Si sentiva una merda per averle usate e soprattutto aveva fatto del sesso occasionale e pure deludente.

Ogni parte di quel racconto era come una coltellata nell'addome, che incassava cercando di non dare a vedere quanto le stesse facendo male.

«Tu meriti molto di più, Pietro» gli accarezzò la mano che lui aveva avvolto con forza intorno al freno a mano della sua auto, posteggiata fuori dal bunker.
«Lo credi davvero?» chiese con voce spezzata, cercando conforto negli occhi dell'amica.
Lo abbracciò forte senza pensarci.

«Lo credo fortemente, con ogni cellula del mio corpo, te lo giuro su chi vuoi» sentì che Fares si lasciò sfuggire una risatina.
«Sarò sempre qui quando avrai bisogno di rimettere insieme i tuoi pezzi, a questo serve l'amicizia o no?» si staccò dall'abbraccio afferrandolo per entrambe le spalle e costringendolo a guardarla negli occhi.

Oh brava, bella mossa, diventa pure la confidente delle pene d'amore per l'uomo per cui tu stessa hai delle pene d'amore, mi sembra proprio una splendida idea Elisa.

Pietro annuì sorridendo appena.

«Grazie, Eli» sussurrò con un mezzo sorrisetto.
«E di che, scemo?!»
«Sei una brava osservatrice..» constatò mentre girava la chiave nel quadro di accensione dell'auto.
«Più di quanto pensi» mormorò «scappo a cena, buon appetito» scese dalla macchina e sbattendo la portiera dietro di sé, e quel tonfo sordo fu l'eco del tonfo che fece il suo cuore nel petto.

Aveva così tanta voglia di piangere, le lacrime premevano nei suoi condotti come un fiume pronto a rompere una diga.







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«Stai troppo a casa ultimamente, perché non vieni con me a Forte questo weekend?» Asia lo scosse, mentre era assorto completamente nei meandri dei suoi pensieri.

«Non ho voglia, Asia» sbuffò mentre se ne stava coricato sul divano di casa, la mano sinistra che accarezzava il pelo chiaro di Sangy.
«Non è da te non avere voglia di Forte, è sempre per la stessa storia?»

Pietro rimase in silenzio, non volendo rispondere a quella domanda che anche lui si era posto più volte ultimamente.
Non riusciva ormai più a stupirsi di come sua sorella lo comprendesse senza nemmeno guardarlo negli occhi, semplicemente gli bastava essere nei suoi paraggi per avvertire il suo disagio.

«Puoi avere tutte le ragazze che vuoi, Pietro, perché proprio quella?» si sedette accanto al fratello, facendosi spazio vicino alla sua gamba.
«Forse è proprio il fatto che fosse difficile averla, ad avermi incastrato, e tutte le altre, non contano niente, non sono servite a nulla» si passò una mano sul viso stropicciandosi gli occhi.

«Hai bisogno di staccare, non puoi iniziare un tour così» la più piccola gli accarezzò dolcemente il viso, arricciando alcune ciocche di capelli selvagge del fratello tra le dita.

«Basta, organizzo una serata con tutti i nostri amici del mare, sabato sera, vietato mancare»
«Ma non è necessario» provò a salvarsi in calcio d'angolo, con scarsi risultati.
«Non hai facoltà di ribattere, piantala» ribattè la biondina, corrugando la fronte e fingendosi arrabbiata.

La abbracciò forte, e mentre si stringevano, dietro le spalle della sorellina scorse una loro foto incorniciata sul muro, avranno avuto lui 5 e lei 2 anni all'incirca, si abbracciavano nel cortile di casa dei loro nonni.
Incredibile quanto fossero cresciuti ed al tempo stesso rimasti uguali, lui sapeva che Asia ci sarebbe sempre stata, e lui lo stesso per lei. Sapeva che non aveva bisogno di essere protetta, ma avrebbe ucciso per la sua sorellina, senza pensare alle conseguenze.

Asia amava profondamente Pietro, sarebbe sempre rimasto l'uomo della sua vita, anche se avesse avuto il fidanzato migliore al mondo, nessuno avrebbe superato suo fratello.

Le loro anime erano indissolubilmente legate, niente o nessuno lo avrebbe mai cambiato, e ricordarsi di avere una persona come sua sorella al suo fianco, lo fece stare un po' meglio quella sera.








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N.d.A
Hellooo, scusate per la sparizione, e per il capitolo leggermente triste, ma vi assicuro che coi prossimi recupererò un po'!
Spero che questa storia non vi stia annoiando, tutta questa attesa vi giuro che servirà a qualcosa (oppure no?).
Come sempre vi aspetto se vi va nei commenti, e sennò mi accontento anche delle letture e delle stelline silenziose, vi vedo tutt* 🩷✨

Mai sonno || Fares Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora