4. Disinvoltura

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«Sbrigatevi, siamo in ritardo come sempre, lo sapete che ci fanno storie e ci cancellano la prenotazione» gridò Lorenzo in presa all'esasperazione con due borse a tracolla su un braccio e due buste di carta - contenenti il regalo per la festeggiata e gli addobbi per la torta e per il tavolo - accavallate sull'altro.

«Amo ti avvii tu?» urlò in risposta ironicamente Giada, sistemandosi la gonna plissettata color argento, mettendo in ordine ogni piega su di essa, e sistemando le spalline del top nero che indossava.

«Giada non giocare con la mia pazienza..»
«Scherzoooo, abbiamo finito, vero Eli?» cercò conferma negli occhi dell'amica che stava finendo di disegnarsi il contorno delle labbra con una matita color nude.
Le curve morbide della riccia erano risaltate da un paio di pantaloni beige a palazzo, sopra una camicetta satinata nera, con un leggero scollo a V elegante e per nulla volgare. Oggettivamente, pensò Giada, era difficile che qualcosa apparisse volgare su Elisa.

«Gloss e ci sono» rispose frettolosamente rovistando nella trousse piena di trucchi.
«Prendi le giacche, Giady» aggiunse mentre si passava il gloss sulle labbra.

«La festeggiata può arrivare tardi no?» constatò più che domandò la rossa mentre i suoi tacchi ticchettavano sull'asfalto nel tragitto verso la macchina di Lorenzo.
«Quella è la sposa, Giada» la corresse l'amica, lasciandosi sfuggire una risata.
«Vabbè i miei invitati mi amano talmente tanto che sono come la loro sposa, va bene lo stesso.. ora Lollo, ti prego metti il turbo»

I tre si guardarono e sorrisero insieme mentre l'auto partiva verso il ristorante prescelto per festeggiare il compleanno di Giada.




****


«Non ci credo, il vestito che volevo» urlò con tono acuto la ragazza dopo aver aperto il regalo dei suoi migliori amici, lanciando per aria una cartapesta color rosa pastello, che avvolgeva fino a poco prima il capo d'abbigliamento in questione.
«Come facevate a saperlo?» chiese retorica, strabuzzando gli occhi in preda alla felicità per il regalo ricevuto.
«Mi prendi per il culo» intervenne il ragazzo «ci mancava che tappezzassi la statale di cartelloni con scritto quanto desiderassi alla follia questo vestito.» enfatizzò la frase che la rossa aveva ripetuto più volte, parlando del vestito in questione.

Giada finse un'espressione stupita e si girò verso Elisa cercando conforto, che non arrivò, anzi quest'ultima scosse il capo con un mezzo sorrisetto.
«Ci hai letteralmente trapanato le orecchie con questo vestito»
Il tavolo di invitati iniziò ad applaudire e i tre si unirono in un abbraccio.

«E ora si va a ballare fino all'albaaa!» strillò la festeggiata ancora con le braccia strette ancora intorno al collo dei due amici.



****



«Non ci credo che l'hai lasciata sola e ubriaca, per un attimo che sono andata in bagno senza di voi, Lorenzo e che cazzo!» imprecò la riccia cercando disperatamente la chioma rossa della sua migliore amica tra la folla presente nella discoteca.
«Magari è tornata a bere» disse sconsolato affondando una mano nella tasca dei pantaloni, mentre con l'altra si grattava la nuca in preda all'ansia e l'imbarazzo per il rimprovero ricevuto.

«Ecco peggio mi sento» ribattè ancora più alterata iniziando a farsi spazio tra le persone con i gomiti tesi.

Il gruppo del compleanno si era disperso nella discoteca, e come sempre erano rimasti loro tre.
Elisa aveva sempre avvertito un po' di più il senso di responsabilità in queste occasioni, era lei l'amica che portava a casa sani e salvi quelli troppo ubriachi, che evitava che facessero cose compromettenti, o che si cacciassero nei guai.
Era sempre stata così e perdere il controllo da un momento all'altro l'aveva destabilizzata, in più si era aggiunta della tangibile preoccupazione per l'incolumità della sua migliore amica.

«Eccola» gridò da dietro la spalla di Lollo, indicando la figura sbilenca dell'amica che si trovava appoggiata a quello che sembrava decisamente il petto di un ragazzo, che la stava cingendo per i fianchi.
«Oh santa pace» respirò rumorosamente prima di andare verso di lei e afferrarla per una mano «tu mi farai prendere un colpo prima o poi!»

Giada, paonazza in volto, cominciò a ridere a più non posso, e anche i ragazzi che la circondavano. Dal canto suo, Elisa le confiscò subito il drink di mano e lo passò a Lollo perché se ne disfacesse. E in meno che non si dica il bicchiere pieno di ghiaccio e liquido trasparente affogò in uno dei sacchi neri per la pattumiera intorno alla pista da ballo.

«Stai tranquilla, gioia, la tua amica era in buone mani, non le avrei mai fatto nulla» solo in quel momento squadrò il ragazzo davanti a sé e realizzò che lo aveva già visto.
«O almeno non qui davanti a tutti» fece un occhiolino verso i suoi amici ricevendo qualche pacca sulla spalla di apprezzamento.
«E dai Faster, piantala» un ragazzo dai capelli rasati e di un colore non ben definito lo rimproverò.

Faster, quel nome lo aveva già sentito.
Oh cazzo, sì, era l'amico di quel Pietro che l'aveva tamponata. Quell'energumeno tamarro si era confermato quello che lei pensava che fosse, Elisa dovette trattenere la rabbia, non aveva voglia di litigare, non in quel luogo e non con Giada in quelle condizioni.

«Ci stavamo divertendo, Eli, io e Faster, quello del bunker quattro quattro» disse mimando con entrambe le mani il numero appena pronunciato «sono diventata una di loro» biscicò tornando ad abbracciare il ragazzo, il gruppo rise all'unisono, e per un secondo anche Elisa pensò che sarebbe scoppiata a ridere ma doveva mantenersi concentrata sull'obiettivo: salvare Giada.

«Giada, mi sa che è ora di andare» parlò per la prima volta Lorenzo, cercando di staccarla dal petto del moro.
«E fattela una risata, per una volta, fai festeggiare la tua amica come vorrebbe.. dovrebbe essere lei a decidere cosa fare» ribattè impertinente il ragazzo dai capelli corvini, rivolgendosi direttamente alla mora.
«Non mi sembra assolutamente in grado di scegliere per se stessa, grazie per il consiglio, la prossima volta puoi tenertelo per te perché l'unica cosa per cui potrebbe tornarmi utile sarebbe pulirmici il culo» non sapeva nemmeno lei doveva avesse trovato la forza di rispondergli così, ma le persone sbruffone e maleducate le facevano saltare i nervi, non era riuscita a trattenersi. Forse anche per quel briciolo di alcool in più che circolava nel suo sangue e la rendeva un po' più disinvolta.

Un «oooooh» di sorpresa misto ad entusiasmo avvolse il gruppo di ragazzi.
«Bro ti ha blastato malissimo» udì mentre prendeva la sua amica a braccetto, intenzionata a non voltarsi mai più indietro.

«E adesso ce ne andiamo, con permesso» si girò sorreggendo insieme a Lorenzo l'amica e dirigendosi verso l'uscita.

«Sorella hai slayato» fu l'unico commento che fece Lollo non appena furono fuori dal locale.
La riccia fece spallucce e sorrise con metà bocca ripensando al fatto che davvero aveva tirato fuori una risposta coi controcazzi.
«Quando ce vo ce vo.» finì per dire semplicemente, mentre faceva accomodare Giada sul sedile posteriore della macchina.





***
N.d.A
Buondì, oggi capitolo mattutino, anche se ovviamente leggerete quanto potrete (capitan ovvio mi chiamavano).
Questi ragazzacci sembrano proprio perseguitare la nostra Elisa e il gruppo di amici, chissà cosa ci riservano le prossime avventure.

Questo capitolo l'ho praticamente riscritto per metà adesso, allo smonto notte, spero che possiate apprezzare perché a me al momento si incrociano gli occhi e non capisco più cosa sia decente e cosa no.
Grazie a tutte le persone che commentano assiduamente, mi scaldate il cuoricino 💕 e ovviamente anche a chi mette solo la stellina ma non commenta, non siate timid* però non ho mai mangiato nessuno ✨

Mai sonno || Fares Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora