11. Farsi male a noi va bene

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«Oh, sì, aspettavo solo il momento giusto» cercò di salvarsi in calcio d'angolo, una goccia di sudore le imperlò la fronte «tutte, o quasi tutte le tracce del vostro ultimo album sono molto introspettive, parlano di interiorità e intimità emotiva di ciascuno di voi - immagino - c'è qualcuna che vi ha fatto più male di altre nello scriverle? Per restare in tema col "Farsi male a noi va bene"»

I ragazzi sorrisero, non riuscì però a decifrare se per pena o perché fossero colpiti dalla domanda.

«Bella domanda, senz'altro c'è un po' di sofferenza personale in ognuna di esse» esordì subito Dario.
«Per me penso che sia senza dubbio "Come un coltello"» affermò con espressione seria Caph.
«Probabilmente quella che mi ha dato più filo da torcere in quel senso è stata "Proiettili"» continuò Faster.
«Pure per me "Proiettili" e forse, in realtà, anche "Mai sonno"» aggiunse Pietro, che fin'ora era stato piuttosto taciturno.

Elisa ebbe un piccolo sussulto perché si ricordò di averlo pensato, quando li aveva visti cantare dal vivo, che sembrava avere ancora delle ferite aperte collegate a quella canzone.
Tentò di rimanere concentrata sulle risposte del resto del gruppo, ma provava una strana sensazione nell'aver saputo interpretare così bene i pensieri di uno sconosciuto.
Si faceva quasi paura da sola.
Tentò di farsi passare quel pensiero dalla testa il più celermente possibile, ma finì per cercare di indagare lo sguardo di quel ragazzo per tutto il resto della chiacchierata.

«Ma Elisa, vuoi raccontarci come hai conosciuto questi ragazzi, eri una loro fan?» la domanda la riportò coi piedi per terra.
Sentì le guance diventare incandescenti, si leccò il labbro inferiore, le sue labbra erano così secche per l'ansia che sarebbero potute cadere a pezzi come la muta di un serpente.

«Mh, è una storia piuttosto divertente a dirla tutta, a guardarla sotto un certo aspetto»
«Pietro l'ha tamponata, io ero presente» e chi poteva essere se non il più cafone, spavaldo, sguaiato del gruppo, coi capelli di due colori diversi? Tra l'altro adesso aveva i laterali blu, e non più rossi, ma comunque rimaneva tamarro e inguardabile.

Faster si guadagnò una gomitata nella casa toracica da parte dell'amico al suo fianco.
Qualcuno di loro emise un suono di stupore mentre altro risero e basta, imitando Andrea.
«Ma pensa un po', come succede nei film» cercò di smorzare gli animi Fabio, probabilmente accortosi di aver tirato fuori un discorso che poteva essere preso male da qualcuna delle parti.

Elisa ricordò che quella sera alla festa del volontariato Pietro non aveva commentato più di tanto, forse non voleva renderlo di dominio pubblico quel fatto. E ora tutti gli ascoltatori di quella radio, ad Empoli e dintorni principalmente, lo sapevano.

«Sì, ma alla fine tutto bene» la ragazza tentò di salvare la situazione.
«Sì, sì, abbiamo risolto non preoccupatevi, e mi raccomando sempre cintura allacciata» Pietro intervenì scherzosamente.
«Serafini sei proprio un ragazzo prudente, complimenti» lo sbeffeggiò ancora Andrea.

Dopo la domanda di Elisa, il discorso cominciò a virare su argomenti non troppo inerenti alla musica, anzi Fabio iniziò a chiedere chi di loro avesse più successo con le ragazze e se già avessero delle "groupie" che li seguivano e cercavano di attirare le loro attenzioni, come le band dagli anni '70 in poi.
Dentro si sé Elisa per l'ennesima volta nell'ultima ora desiderò di scomparire, quella domanda era veramente da boomer e pure poco professionale.

Tutti iniziarono ad indicare Faster, ma anche Piccolo e Caph, e a menzionarsi a vicenda tra loro.

«Non si può dire che non faccia piacere ovviamente, soprattutto alla nostra età» esordì lo spaccone di turno dandosi un sacco di arie.

«E invece c'è qualcuno che prende spesso due di picche?»
Tutti iniziarono a ridere e ad indicare Pietro.
«Senza dubbio Fares»
«Sì, probabilmente io» ammise l'accusato.
«Pietro è il re dei pali, che dico l'imperatore» si gasò della sua risposta Jacopo, che fin'ora era stato taciturno.
«Però è dovuto ad un motivo ben preciso, è proporzionato» intervenne con espressione seria Dario «I suoi standard sono tipo altissimi, a tratti irraggiungibili» alzò la mano come a mimare un'altezza oltre due metri, per rendere l'idea dell'irraggiungibilità.

«No, no ferma» lo interruppe Faster «il fatto è che lui, soprattutto quando si va a ballare, ci prova con tutte quelle che passano e con metodi molto discutibili..»
Iniziarono tutti a sghignazzare, Fares compreso.
«Vabbè ma ogni tanto ti andrà pure bene»lo incalzò Fabio con fare ammiccante.
«Sí, dai qualche volta sì» aggiunse con un filo di imbarazzo il biondo, ed Elisa poteva giurare di aver visto le sue guance farsi rosse per qualche secondo.

Secondo lei era stata sicuramente una domanda un po' infelice, però forse è anche questo che vogliono sentire di ascoltatori di oggi? Soprattutto quello che seguono degli artisti così giovani?
Le sarebbe sicuramente piaciuto proporre qualcosa di più costruttivo, ma a pensarci bene ci stava anche un momento "cazzeggio" per smorzare un po' l'atmosfera e chiudere con più leggerezza.

Dopo poco, in maniera a dir poco caotica i ragazzi abbandonarono il piccolo studio di registrazione e iniziarono a racimolare i loro effetti personali sparsi nel guardaroba.

La mora si ritrovò a guardarli a braccia conserte, in attesa che fossero pronti, per accompagnarli verso l'uscita come una brava "padrona di casa" anche se di padrona non aveva proprio nulla lei.

«Oh, te qualche volta sei venuta all'Ottobit!» Duccio le sfiorò un braccio, facendola leggermente trasalire «Se vuoi stasera c'è il Dj set di Ghera per la chiusura della stagione, e a mezzanotte festeggiamo il compleanno di Pietro» afferrò l'amico - che stava passando poco distante - tirandolo per le spalle abbassandolo alla sua altezza, in modo da fare capolino dietro di lui, per poi battergli contro il petto con una mano.
Pietro sgranò gli occhi e poi si lasciò sfuggire un sorriso. «Più siamo meglio è» aggiunse il ragazzo dai capelli color amaranto, facendole un'occhiolino fugace.

«Duccio così la spaventi» intervenne Dario, guardandola con un pelo di compassione.
«Giuro che siamo innocui» aggiunse piegando la testa di lato e strizzando leggermente gli occhi mentre sorrideva di sbieco, indossava un cappellino con motivo tie-dye sui toni del malva, che lo rendeva ancora più tenero. Aveva dei lineamenti proprio dolci, o forse così sembrava ad Elisa perché lo percepiva davvero come una persona dolce.

«Parla per te, scemo» Andrea lo colpì con una spallata, spostandolo di peso.
«Vabbè, noi togliamo il disturbo» Ghera riportò un po' di ordine, cercando di spingere gli altri verso l'uscita.
«Grazie di tutto, davvero, e scusate per la confusione..»

Elisa si ritrovò sulla soglia della porta, a sventolare la mano lentamente mentre osservava in un misto tra divertita e spaventata la scena di quei 7 che cercavano di entrare tutti insieme in un ascensore con capienza massima di 4 persone.







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N.d.A
Buona domenica! Eccoci col continuo, non so quando arriverà il prossimo perché appunto vado in ferie, ma prometto che sarà abbastanza presto (sono già pronti i prossimi capitoli). Chi sa se la nostra ragazza accetterà questo invito, voi che ne dite?
Per questo capitolo  ho ovviamente preso ispirazione da qualche intervista fatta dai ragazzi, chi di voi le ha viste saprà di sicuro riconoscerle, non è tutta farina del mio sacco insomma ahah perdonate il titolo, non ho avuto idee migliori se non il titolo dell'album e dell'omonima canzone

Mai sonno || Fares Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora