19. Usurpatori

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«L'avete fatto tutto voi?» chiese Elisa mentre girava per quella stanza quasi in ammirazione, era un lavoro notevole per dei ragazzi, avevano tirato su un bello studio.
Dei computer e una postazione professionale stava sul muro centrale, pannelli fonoassorbenti costernavano tutte le pareti.

«Con qualche modifica nel tempo, all'inizio era molto più artigianale» specificò Allegra.

«E questa bellissima chitarra di chi è?» gli occhi della riccia di illuminarono indicando uno strumento musicale posto in un angolo su di un supporto apposito per chitarre.
Si trattava di una chitarra elettrica bianca, dalle cromature nere opache.

«È di Caph» Jacopo si alzò in piedi.
«Provala se vuoi» la incitò.
«No dai, non mi sembra il caso» agitò le mani davanti a sé come per dissentire da quella proposta.

«Ma va, non lo saprà mai, e poi mica gliela rompi» la incalzò ancora, portandole vicino uno sgabello.

La ragazza ci pensò su ancora qualche secondo, le pizzicavano le mani dall'ansia, aveva paura di poterla rovinare o di poter offendere Marco - dato che le avevano raccontato che fosse molto permaloso - quindi non si sentiva molto sicura.

«Dai, due secondi, Eli» la incoraggiò anche Allegra.
Sospirò «e va bene» si mise a sedere sullo sgabello girevole, indossando la fascia dello strumento e iniziando a sgranchirsi le dita.
Comunciò a pizzicare le corde, rendendosi conto che fosse scordata, e non poco.

«Registrate con una chitarra scordata?» un'espressione dubbiosa si palesò sul suo volto.
«Non registriamo la chitarra elettrica da un bel po', a dire la verità dovremmo farlo in questi giorni, ma Caph è sempre troppo pigro per accordarla.»
«Capisco la sensazione» la riccia annuì leggermente come a concordare con il ragazzo, anche se il diretto interessato non era presente.

Iniziò a concentrarsi e piano piano ad accordare lo strumento, facendo tutti quei noiosi passaggi su ogni singola nota.

«Finalmente» esclamò alzando il tono della voce più di quanto desiderasse, quando anche l'ultima nota suonò in maniera corretta.

«Dato che sei qui, ti va di provare a fare questo giro di accordi? Sono due o tre battute e basta, più o meno» le propose il ragazzo mostrandole uno spartito al computer.
«Io registrare? Ma nemmeno per sogno» si coprì la bocca con una mano, realizzando di essere stata forse un po' scortese «scusa» balbettò «intendo dire che non mi sento all'altezza, insomma, non sono una chitarrista.»
«Nemmeno Caph, forse l'unico vero chitarrista che abbia messo piede qui è Daniele Belli, tranquilla» la rassicurò Allegra, dandole una spinta amichevole sul braccio, come per spronarla.

«Vabbè fammi leggere intanto, poi vediamo» alzò le spalle in segno di resa, avvicinandosi allo schermo luminoso del pc di Jacopo.

«Suona tipo così?» iniziò a riprodurre le note scritte sullo spartito, e vide il ragazzo muoversi a tempo.
«Sì, ma più veloce»
Seguì le indicazioni e vide un sorriso dipingersi sul volto di Jack mentre ondeggiava ancora più insistentemente a tempo di quella musica «esattamente così!» si alzò dalla sedia di scatto.

«È perfetto, si registra» disse perentorio, sistemandosi alla sua postazione e iniziando a premere mille pulsanti diversi sul pc e sul mixer, avvicinandole infine un jack che inserì nella chitarra stessa.

Alla fine la obbligò registrare almeno una trentina di secondi di accordi, a Elisa in fin dei conti non dispiacque, e improvvisò qualche arpeggio sulla fine, vedendo Jack veramente soddisfatto, si sentiva tale anche lei.

«Oh oh usurpatori» la voce del ragazzo dai capelli color platino giunse alle loro spalle.

Una volta giratasi, la mora scorse accanto a questo anche Faster e Fares, e rimase immobile con un'espressione inebetita stampata in faccia.

Mai sonno || Fares Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora