Diciotto

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Quel sabato ci sarebbe stata una delle partite più importanti: la Juventus sfidava il Torino. Di conseguenza, il centro di Torino quel pomeriggio era pieno di persone che indossavano la maglia della propria squadra del cuore.

Ginevra quel giorno si sarebbe vista con Riccardo in un bar per studiare matematica. Per quanto volesse ignorarlo, una parte di lei voleva comunque mantenere la sua amicizia.

"Se non riesci a capire questa semplice formula mi spieghi come farai a fare il resto?!" domandò esausta la castana indicando il quaderno di matematica del ragazzo che nel frattempo sbuffava esasperato "te l'ho detto, non ci capisco niente".

Ginevra tirò un sospiro provando a rispiegare il tutto quando i suoi occhi si posarono sull'orologio a parete del bar: le cinque in punto.

Aveva promesso a Kenan che lo avrebbe chiamato prima della partita.

"Puoi aspettare solo un minuto, devo fare una chiamata" disse Ginevra al corvino, che annuì. Così la castana afferrò il telefono e si diresse fuori dal bar mentre con il dito cercava il contatto di Kenan.

Dopo due squilli, il turco rispose "Ginevra!" esclamò. La ragazza fu felice di sentirlo felice "Kenan, come stai?" domandò sistemandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

"Sto bene, sono carico" rispose "tu? Che fai?".

Rebecca si voltò a guardare Riccardo attraverso la porta d'ingresso. "Io sono in giro" rispose semplicemente. "Con Rebecca?".

"No". Ginevra voleva evitare a tutti i costi il discorso Riccardo siccome non aveva idea di come l'avrebbe presa il calciatore. "Non vai a casa a vedermi?" emise una risata Kenan che fece sorridere la castana "e tu come lo sai che non ti vedrò?".

Kenan rise di nuovo e Ginevra si sentiva le gambe molli: ogni volta che ascoltava la sua risata, sentiva le farfalle nello stomaco.

"Allora divertiti a vedermi" disse semplicemente il biondino. "Si, ci sentiamo dopo" e dopo essersi salutati, il calciatore chiuse la chiamata, posando il telefono sulla mensolina sopra al suo posto nello spogliatoio.

"Che succede Yildiz?" domandò Andrea Cambiaso mentre si infilava i calzettoni, tirandoli fin sopra al ginocchio. Il turco alzò le spalle, guardandolo stranito "niente".

"Guarda che faccia che hai! Con chi parlavi?" insistette il numero ventisette. "Parlavo con Ginevra" rispose Kenan, togliendosi la maglia per indossare quella pre-match.

"È seria la cosa?" domandò ancora Cambiaso, sistemandosi i pantaloncini mentre li raggiunse Mckennie. "Credo di sì. Non so quanto lo sia per lei" rispose il biondino infilandosi i calzettoni e gli scarpini.

"Bro fidati, non so chi sia la ragazza ma sarà sicuramente cotta di te" parlò l'americano posando una mano sulla spalla di Kenan come a rassicurarlo. Andrea Cambiaso osservò la scena ridendo "non ha tutti i torti, li vedo i commenti delle ragazzine sotto le tue foto".

Kenan scosse la testa ridendo e scrollandosi la mano di Mckennie di dosso portando poi la sua attenzione ai lacci degli scarpini "ma lei è diversa. Quando ci siamo incontrati mica sapeva che sono un calciatore - si alzò in piedi - e qualche giorno fa mi ha detto che c'è anche un ragazzo che ci prova con lei" sbuffò il turco scuotendo nuovamente la testa.

"Non ci pensare ora, dobbiamo giocare" arrivò da dietro Federico Chiesa che lasciò un pizzicotto sul coppino del più piccolo per poi lasciare lo spogliatoio, mentre Kenan si massaggiava il collo dolorante seguendolo subito dopo.

Dall'altra parte di Torino, Ginevra era tornata da Riccardo da un paio di minuti. "Tutto ok?" domandò il ragazzo e Ginevra annuì "si, dovevo sentire un amico" rispose sistemandosi sulla sedia "ora andiamo avanti o qua non finiamo più".

Quella sera stessa, Ginevra e Kenan si trovavano nella macchina di quest'ultimo che era parcheggiata poco più avanti dalla porta d'ingresso al palazzo dove abitava la ragazza.

La partita non era andata bene e Kenan l'aveva chiamata per sfogarsi un po'. "Dai tranquillo, la prossima andrà bene" cercò di rassicurarlo Ginevra, sorridendogli.

"Speriamo. Tu stai bene? Alla fine oggi con chi eri?" domandò il turco portando lo sguardo verso quello della ragazza che sospirò "ho aiutato un amico a studiare matematica" rispose.

"Un amico?". Ginevra alzò le spalle "un amico". "Va bene" rispose Kenan distogliendo l'attenzione da lei e guardando dritto davanti a sè.

Calò il silenzio per qualche secondo poi Kenan riparlò "sicura sia solo un amico?". La castana si voltò verso di lui, guardandolo stranita non capendo dove volesse andare a parare il ragazzo.

"Perchè insisti?". "E tu perchè non rispondi?" gli occhi del biondino si posarono nuovamente su quelli della ragazza seduta accanto che emise una risata nervosa.

"Lascia stare Kenan" disse Ginevra prima di aprire la portiera e uscire dall'auto sospirando. Si portò due mani in viso ripensando al casino che aveva creato.

Il numero quindici - Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora