Venticinque

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"Io prendo i mezzi e tu hai l'autista privato" sbuffò Rebecca facendo alzare gli occhi al cielo alla castana. "Che palle che sei Rebecca. È già buona se ho dato il pass a te e non a Michele, che sicuramente mi tartassera per questo".

Entrambe erano sotto al palazzo ad aspettare Kenan. In realtà solo Ginevra doveva aspettarlo ma Rebecca aveva insistito per attendere con lei e rivolgere un saluto al calciatore, poi sarebbe scappata in metro.

"Non mi hai ancora detto niente di ieri sera" parlò Rebecca mentre si aggiustava i capelli specchiandosi nella fotocamera del telefono. "Siamo usciti, tutto qua" alzò le spalle Ginevra "mi ha baciato". Rebecca spalancò gli occhi, dando una manata sulla spalla dell'amica.

"Cosa?! E quando pensavi di dirmelo?" esclamò, posando il telefono in tasca. "In verità il primo bacio ce lo siamo dati giorni fa, quando ha quasi picchiato Alessio" abbassò lo sguardo, arrossendo mentre ripensava alla scena, sotto gli occhi dell'amica incredula "perchè non mi dici mai le cose" sbuffò tirando un braccio alla castana e abbracciandola.

"Finalmente, diventi grande anche tu. Il tuo primo bacio" mormorò la bionda, staccandosi dall'abbraccio e mimando di starsi asciugando una lacrima. "Smettila" la spinse via, ridendo e rivolgendo poi l'attenzione all'auto che stava arrivando da lontano "oh, eccolo. Rebe mi raccomando niente figuracce, ok?" l'avvisò la castana e Rebecca annuì più volte.

Il calciatore accostò, abbassando il finestrino. Automaticamente sul viso di Ginevra apparve un sorriso. Era sempre ben pettinato e indossava una polo a maniche lunghe nera. Appena il finestrino fu del tutto abbassato, si era scontrata subito con il prufumo indimenticabile del turco, anch'esso sorridente nel vedere la castana con addosso la maglia della squadra, consapevole che dietro alla schiena portava il suo cognome.

"Ciao! Io volevo solo salutarti, ora me ne vado" spezzò il silenzio Rebecca, mimando il saluto con la mano verso Kenan, che ricambiò ridendo. "Ci vediamo là" si dileguò la bionda, salutando Ginevra con un pizzicotto sul braccio.

Dopo aver osservato l'amica per qualche secondo mentre si allontanava, salì in auto. "Sembra simpatica la tua amica" disse Kenan, avviando la macchina. "Lo è".

"Voleva venire con noi?" chiese il calciatore, distogliendo lo sguardo per qualche secondo, per osservare la castana che scosse la testa "no, in realtà prima doveva passare a casa del suo amico o fidanzato non lo so, non sono tanto sicura di cosa siano quei due" concluse Ginevra, sospirando.

"Ti sta davvero bene la maglia" cambiò discorso il turco, allungando la mano verso la guancia della ragazza e stringendola piano. "Smettila e pensa a guidare" ridacchiò Ginevra, arrossendo e distogliendo lo sguardo, imbarazzata.

Qualche minuto dopo arrivarono allo stadio, Kenan parcheggiò l'auto e prima di scendere allungò un pass, spiegando alla ragazza che strada doveva percorrere per arrivare al proprio posto. Ginevra ascoltò, con un po' in ansia che qualcuno li vedesse insieme in auto, ma era consapevole che prima o poi tutto sarebbe uscito fuori allo scoperto e che forse sarebbe stato meglio godersi la giornata.

"Guardami tanto e pensami, così gioco meglio" disse Kenan facendo ridere Ginevra "affidi questa responsabilità a me?". "A chi dovrei sennò? Fatti insegnare qualcosa da Rebecca così ne capisci qualcosa anche tu della partita".

La castana annuì volgendo lo sguardo verso quello del turco, che sorridendo si avvicinò al viso della ragazza, lasciandole un delicato bacio sulle labbra che a Ginevra tanto erano mancate nonostante non erano passate neanche ventiquattro ora dall'ultimo contatto con esse.

"Divertiti!" esclamò la ragazza, prima di scendere dall'auto e avviarsi al suo posto. Rebecca le aveva scritto che era appena partita con il bus e che ci avrebbe impiegato si o no una mezz'ora per arrivare.

Lo stadio, nonostante mancasse un'ora e mezza prima dell'inizio della partita, era già pieno di gente e Ginevra si stupì di quanta gente si divertisse a vedere il calcio. È incredibile come uno sport possa far avvicinare così tante persone. Kenan quando le parlava del calcio aveva gli occhi che si illuminavano e lì capiva di quando fosse importante per lui quello sport.

E mentre si guardava intorno, dopo qualche minuto, raggiunse il suo posto. Sbuffò notando che era sola al momento: non vedeva l'ora che arrivasse Rebecca a farle compagnia.

E con l'arrivo dell'amica anche lo stadio iniziò a riempirsi così come la tribuna dove era sedute le due ragazze. "Te non lo sai ma quella è la ragazza di Chiesa" disse Rebecca indicando di nascosto una ragazza accanto a noi.

Era sicuramente una modella siccome aveva un bel viso scolpito e un corpo da urlo. "Non so nemmeno chi sia Chiesa" rispose, beccandosi una gomitata dall'amica.

La partita ebbe iniziò e gli occhi di Ginevra si posarono solo sul numero quindici. Nella sua testa c'era solo lui e nient'altro. Non riusciva a dare retta nemmeno a Rebecca che ogni tanto parlava e le dava qualche dritta sulla partita. Era come se ogni volta che Kenan giocasse, la rapisse nel suo mondo.

E lei era felice di accompagnarlo nella sua realtà, lo avrebbe accompagnato ovunque.

-Autrice
CIIIIIAOOOO io super fiera per la vittoria dell'Italia ieri.
E Chiesa finalmente sta giocando nel suo ruolo e son felice anche per quello.

Il numero quindici - Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora