Quarantatré

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Sono sotto, scendi.

Il telefono di Ginevra vibrò sul tavolo, durante la cena. La castana si pulì velocemente la bocca, alzandosi sotto gli occhi dei genitori e del fratello.

"Scusate, devo scendere un attimo. Tanto non ho più fame" parlò la castana, senza dar tempo ai genitori di ribattere siccome raggiunse subito la porta d'ingresso che chiuse immediatamente, correndo per le scale del condominio.

La castana, prima di aprire il portone che dava accesso al palazzo, tirò un sospiro e poi la chiuse alle sue spalle, maledicendosi per essere uscita a maniche corte siccome faceva abbastanza fresco quella sera.

Raggiunse l'auto del turco, che la stava attendendo, picchiettando nervosamente le dita sul volante. La ragazza entrò in macchina, scambiandosi un veloce sguardo con il ragazzo che sospirò rumorosamente.

"Allora? Che cosa devi dirmi?" parlò lui, spezzando quel silenzio che pesava come un macigno sulle spalle dei due amanti. "Dovresti dirmi la stessa cosa anche tu" rispose la castana.

Kenan rise nervosamente ma si trattenne e si portò due mani in volto, nascondendosi. "Mi dispiace averti detto quella cosa".

"Perchè non mi guardi quando lo dici?" disse Ginevra, che al contrario del ragazzo aveva lo sguardo puntato su di lui. Kenan alzò lo sguardo, guardando Ginevra negli occhi.

Il turco notò i suoi occhi stanchi e come d'istinto allungò la mano sul viso di Ginevra, posandola sulla guancia per qualche secondo. Lo feriva vederla così. "Scusami". La castana lo guardò accennando un sorriso. Quel gesto aveva messo insieme i pezzi del suo cuore.

"Dispiace anche a me aver reagito male, pensavo non ti fidassi di me" parlò la ragazza, abbassando lo sguardo. Kenan tirò indietro la mano "io mi fido di te. Sono gli altri di cui non mi fido" concluse il biondino "dai, vieni qui" allungò le braccia verso Ginevra per stringerla in un abbraccio che durò qualche minuto.

"Avrei voluto venire a vederti stasera" mormorò Ginevra, lasciando le braccia del fidanzato che sorrise "ci saranno altre mille partite a cui puoi assistere".

Ginevra a quelle parole sentì un calore improvviso, come se Kenan le avesse giurato amore eterno. "Verrò a tutte allora" sorrise osservando il ragazzo che le diede un bacio sulle labbra.

"Poi ci sono gli europei tra poco, puoi venire a vederle tutte le partite lo sai" parlò Kenan dopo il bacio e Ginevra rise "lo sai che ho gli esami".

Il ragazzo alzò gli occhi al cielo "dai, qualche giorno. Ti porti da studiare, tanto sei brava, bravissima ma ti prego vieni in Germania a vedermi qualche volta" Kenan avvicinò il viso a quello della ragazza lasxiandole un bacio sulla guancia, facendola ridacchiare "d'accordo, verrò".

"Ich liebe dich amore mio, grazie" parlò Kenan lasciando un altro tenero bacio sulle labbra di Ginevra che arrossì a tutto quell'affetto da parte del calciatore. "Ti amo anche io".

"È bello sapere che mi ami" Kenan le lasciò una carezza tra i capelli, sorridendole dolcemente mentre Ginevra si lasciò andare al suo tocco amorevole.

I due finirono per passare ancora qualche minuto in auto insieme, sotto casa della castana per parlare del più e del meno, lasciandosi la discussione alle spalle, consapevoli che al momento avevano bisogno l'uno dell'altro.

-Autrice
Fine dell'aggiornamento settimanale :(
Ho due capitoli pronti ma li posterò spero durante questa settimana, perchè sono davvero illeggibili. Un po' come questo d'altronde. Grazie per le mille stelline vvb<3

Il numero quindici - Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora