Trentasette

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"Kenan, lasciami" sussurrò ridendo la castana dopo che il turco la tirò su in braccio.

Lui rise, mentre con la mano cercava nella tasca la tessere per aprire la porta della stanza d'albergo. Era davvero tardi, erano rimasti tutta la sera a festeggiare la Coppa Italia appena vinta.

Quando Kenan riuscì finalmente ad aprire la stanza vi entrò, accendendo le luci e chiudendo la porta col piede mentre tra le braccia aveva ancora Ginevra che non riusciva a non smettere di ridere.

Il ragazzo si avvicinò a letto, dove ci lanciò la castana che dopo qualche minuto, si levò il giubbotto mentre osservava Kenan slacciarsi la camicia con cui era arrivato allo stadio.

"Ti sei divertita?" domandò, sfilandosi del tutto la camicia e rimanendo a petto nudo sotto gli occhi di Ginevra che arrossì immediatamente. "Si, mi sono divertita parecchio" rispose lei, togliendosi le scarpe e sbadigliando.

Kenan si sdraiò accanto a lei a pancia in giù, tirando a sè il cuscino su cui appoggiò il capo. "Brava, sono felice che tu ti sia divertita" sorrise il turco, allungando la mano verso la guancia di Ginevra, accarezzandola dolcemente.

"Ho una cosa per te" sputò fuori la ragazza. Kenan la guardò stranito "che cosa?". "Ti ho fatto un regalo per il compleanno. Non abbiamo potuto festeggiarlo siccome stavi male e ho pensato di farti un pensiero".

Kenan si tirò su, mettendosi seduto accavallando le gambe "che cosa mi hai regalato?" domandò impaziente di sapere cosa fosse. Ginevra rise "è davvero una cavolata" rispose mentre cercava nello zaino il piccolo pacchetto che aveva preparato quella sera prima di partire da Torino. Quando lo trovò, ritornò sul letto accanto al turco e gli allungò il regalo.

"È una cosa stupidissima davvero, ma mi sembrava un'idea carina" parlò ancora Ginevra, mentre Kenan osservò il pacchetto e iniziò a strappare la carta. Lo spacchettò del tutto e sorrise appena lo vide.

"È la prima volta che ci siamo incontrati. Da quel giorno non ho mai smesso di guardare questa foto e a pensare ai nostri destini intrecciati insieme" concluse la castana, torturandosi le mani.

Kenan ascoltò le belle parole e non riuscì a non far caso a quanto fosse bella la sua ragazza. Non solo bella fisicamente, Kenan trovava bello anche quello che Ginevra aveva dentro.

Era pura, pulita e semplice. Aveva la testa sulle spalle e Kenan si era innamorato di lei, sapeva sarebbe stata il suo punto di riferimento dato che era fermamente convinto che tra i due lei era quella con più razionalità e con i piedi per terra. Sapeva che solo lei sarebbe riuscita a portarlo sulla retta via in caso di smarrimento.

"Ti amo" parlò Kenan, alzando lo sguardo sulla ragazza di fronte a lui che sorrise immediatamente.

Quelle due parole smossero in lei un fiume di emozioni inspiegabili, sembrava che ogni parte di lei avesse inciso quel momento in modo da renderlo indimenticabile.

Ginevra si avvicinò a lui, spostandogli la foto che Kenan teneva ancora stretta tra le mani e la posò sul comodino accanto a letto. Gli cinse il collo e gli lasciò un bacio sulle labbra che durò qualche secondo.

Poi lo guardò negli occhi e sorrise. "Ti amo anche io" arrossì immediatamente e Kenan mostrò la fossetta sulla guancia, quella di cui Ginevra era tanto innamorata.

Il turco le cinse i fianchi, lasciandole qualche bacio sul collo mentre con le mani accarezzava la pelle nuda sotto la maglia bianconera che ancora la ragazza indossava.

"Kenan" lo richiamò Ginevra. Il biondino portò l'attenzione su di lei e le sorrise "dimmi". Ginevra attese qualche secondo prima di parlare nuovamente "facciamo l'amore insieme stanotte".

-Autrice
Capitolo penoso come l'Italia di stasera.

Il numero quindici - Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora