Quaranta

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Ginevra, con gli occhi colmi di lacrime si passò una mano per asciugarli "scusa" mormorò, sotto lo sguardo di Kenan. "Ginevra cosa succede?" domandò, accarezzandole la guancia.

La castana incatenò lo sguardo a quello del turco e tirò un sospiro cercando di calmarsi. "Mi dispiace averti detto di no" parlò Ginevra. "Stai piangendo per questo?" chiese ancora il turco. "Non solo per questo. A volte ho paura di non essere abbastanza per te".

Kenan tirò un sospiro e si avvicinò per lasciarle un bacio sulla guancia. Le asciugò con il pollice la guancia umida dalle lacrime che avevano solcato il suo viso qualche secondo prima e le sorrise. "Aşkim perchè dici così? Tu per me sei tutto".

"Non sminuirti, te l'ho già detto: tu sei bellissima così come sei e non importa se domani ci sarai o meno, io lo sento comunque il tuo amore" concluse Kenan, posando le mani sui fianchi di Ginevra.

La castana tirò un sospiro rimanendo in silenzio e abbassando lo sguardo. "Mi vuoi lasciare?" Kenan spezzò il silenzio e fece alzare subito lo sguardo a Ginevra che iniziò a scuotere la testa più volte "cosa? No, no assolutamente" rispose, asciugandosi del tutto la faccia.

"È solo un periodo stressante per me, non so mai cosa fare in certe situazioni e sono un po' emotiva" concluse la castana. Kenan le passò una mano sulla guancia "pensavo volessi liberarti di me" disse, ridendo.

Ginevra accennò ad un risata "io sono venuta fin qua e ti ho aspettato per dirti che alla fine penso di venire domani. Prenderò il treno e verrò a Bologna". Il calciatore sorrise "ricordati che non sei obbligata".

La castana annuì posando poi la testa sul petto di Kenan che ne approfittò della situazione per parlare nuovamente "lo sai che a giugno devo partire con la nazionale? Ci sono gli Europei".

Ginevra ascoltò "me l'ha detto mio fratello" tirò un sospiro "starai via tanto?". "Starò via un po'. Purtroppo mi perderò il tuo esame" concluse e la castana alzò le spalle. "Tranquillo Kenan, non pensiamoci ora" terminò il discorso la castana.

"Vuoi andare a casa? O rimani da me stasera?" Kenan aprì la portiera, facendo scendere prima Ginevra e poi chiudendo l'auto e il garage. "Se ti va avviso i miei e rimango qua". "Certo, che mi va".

I due passarono la serata e la notte insieme. Kenan la mattina seguente, accompagnò Ginevra a casa per prendere le cose per la scuola e l'essenziale da portare a Bologna.

"Ci vediamo stasera allora" il turco le lasciò un bacio sulle labbra prima che la castana scendesse dalla macchina per raggiungere Rebecca impaziente di sapere cosa fosse successo la sera precedente a casa del calciatore.

E così dopo la scuola e il viaggio in treno che diventò più lungo del previsto causa ritardi, Ginevra arrivò finalmente a Bologna. Si fece aiutare dal navigatore per arrivare allo stadio che si stava già riempiendo ad un'ora e mezza prima della partita.

"Hai mangiato?" le domandò Rebecca. Si trovavano al telefono insieme per farsi compagnia. "In realtà no, credo mangerò dopo la partita con lui". "Alla fine ieri com'è andata? Non mi hai più detto niente a scuola" sbuffò scocciata la bionda.

"È andata bene Rebecca. Anche se mi ha ricordato che deve partire per gli Europei" sospirò Ginevra, sedendosi nel posto a lei assegnato. Kenan la sera precedente le aveva lasciato il pass per accedere allo stadio. "E ti dispiace?" domandò Rebecca.

"Non è che mi dispiace. È il suo lavoro, la sua passione non devo dispiacermi se lui non c'è. Solo che preferirei stare con lui e che magari anche lui stesse con me, ecco".

"Valuta quando sono gli scritti e quando avrai gli orali e magari scappi qualche giorno in Germania da lui" parlò Rebecca mentre Ginevra venne distratta dall'entrata in campo delle due squadre per scaldarsi. "Non lo so, valuterò. Ieri mi ha detto che si dovrà allenare tutti i giorni. E io dovrò studiare tutti i giorni".

"Che palle che sei con questo studio Ginevra, andrà bene il tuo esame. Sono io che devo preoccuparmi" la castana alzò gli occhi al cielo mormorando una parolaccia nei confronti dell'amica che quando la sentì, fece partire un bisticcio tra le due che scoppiarono poi a ridere.

Nel frattempo Kenan era in campo che si scaldava. Palleggiava con Kean e Federico Chiesa. "Sapete dov'è la tribuna vip?" domandò il turco ai due. Chiesa indicò un punto a destra dello stadio. "Perchè? Chi nascondi?".

"Chi devo nascondere Kean? C'è Ginevra stasera" rispose Kenan, passandosi il pallone tra i piedi e volgendo lo sguardo alla tribuna. Fece un cenno ai suoi compagni e con una corsetta raggiunse l'altra metà campo.

"Sta arrivando Kenan" disse Ginevra ancora al telefono con la bionda. "In che senso sta arrivando?". "Sta correndo verso di qua".

Kenan si posizionò sotto alla tribuna che perlustrò e quando trovò lo sguardo sorridente della castana, alzò il braccio per salutarla. Ginevra ricambiò, guardandolo poi allontanarsi.

"Quindi?". "Niente, è venuto a salutarmi" parlò la castana "Rebecca, credo di amarlo tantissimo".

Il numero quindici - Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora