La cena stava andando per il verso giusto. Ginevra aveva notanto come Kenan andasse d'accordo con la famiglia di lei, anche perchè avevano tutti una cosa in comune: il calcio.
"A proposito della Coppa Italia" iniziò a parlare Kenan, volgendo uno sguardo a Ginevra che era seduta accanto a lui. "Non so se Ginevra vi ha accennato qualcosa ma vorrei tanto che lei venisse con me a Roma".
Ginevra si lasciò andare ad una risata nervosata mentre i genitori si lanciarono un'occhiata e il padre annuì più volte "non c'è problema, tanto quanti giorni di scuola dovresti saltare?".
Il cuore di Ginevra fece un balzo e sul suo viso si mostrò un sorriso compiaciuto "solo due" rispose velocemente, abbassando lo sguardo verso il piatto e continuando a mangiare.
Anche Kenan, che aspettava quella risposta da giorni sorrise compiaciuto e posò una mano sulla coscia della ragazza accanto a lui, che si girò a guardarlo e gli sorrise, arrossendo.
"Buffo, io la partita me la guardo da casa e mia sorella ci va gratis solo perchè è la r-" Michele non ebbe il tempo di terminare la frase che Ginevra da sotto il tavolo gli tirò un calcio, provocando in lui una smorfia di dolore.
Dopo cena Kenan e Ginevra si chiusero in camera di quest'ultima. Il turco si mise seduto sul letto e la castana lo seguì. "Scusa se ti hanno tartassato, ma è stata una sorpresa anche per loro" alzò le spalle la ragazza.
Kenan sorrise, tirando Ginevra a sè, accogliendola sotto il suo braccio "tranquilla, a me non è dispiaciuto. La tua famiglia è simpatica" concluse, lasciandole un bacio sulla testa che la castana apprezzò.
"Amore mio" spezzò nuovamente il silenzio il calciatore "la parola che ti ho detto prima di salire, vuol dire amore mio in turco".
Ginevra, con le gote ormai rosse e il cuore a mille, alzò lo sguardo verso Kenan che incatenò gli occhi ai suoi. "Non so se lo sai, ma in Turchia tra gli innamorati non si usa quasi mai il nome proprio. Se c'è un forte legame nella coppia si utilizzano spesso i nomignoli".
"Mi dispiace non sapere il turco" Ginevra si sciolse dalla presa di Kenan che rise alle sue parole per poi tornare serio. "Quello che voglio dirti è che tu mi fai stare bene Ginevra e magari per te è troppo presto ma vorrei che tu fossi la mia fidanzata" sputò fuori il turco, lasciando a bocca aperta la ragazza di fianco a lui.
Sicuramente non si sarebbe mai aspettata che glielo chiedesse in quel modo, senza preavviso e dopo una cena imbarazzante con la famiglia di lei. Boccheggiò prima di rispondere e arrossì "si, certo che voglio esserlo".
Il calciatore sorrise, afferrando il volto di Ginevra tra le mani e lasciandole un bacio sulla punta del naso "tu mi piaci davvero tanto, non stavo così da quando ho fatto il mio debutto in Serie A" mormorò Kenan a pochi centimetri dal viso della castana, che lo guardo stranito "mi stai paragonando ad una partita di calcio?".
"Certo, la più importante della mia vita" rise Kenan, lasciando un bacio sulle labbra della castana che imbarazzata non sapeva cosa dire dopo tutte quelle belle parole da parte di quello che ormai era diventato ufficialmente il suo ragazzo.
"Mio papà mi farà il terzo grado appena lascerai casa" si separarono i due e la risata di Kenan risuonò per la stanza. "Che gli dirai? Che ci siamo conosciuti dopo che io ho bucato la gomma della macchina?".
Ripensando a quella notte, Ginevra sorrise. Non riusciva a crederci a come il destino avesse preso piede nella sua vita in quel modo. Non che lei non ci credesse ma non aveva idea potesse manifestarsi in maniera così positiva.
Ginevra non poteva chiedere di più, negli occhi di Kenan ci vedeva quello che al momento aveva di più caro e non riusciva a non pensare a come sarebbero stati quei mesi se lui non ci fosse stato. Si coccolarono ancora un po' nella stanza della castana prima di salutarsi e quando ciò avvenne e Ginevra ormai era sola, in pigiama e nel suo letto che tentava di prendere sonno, suo padre entrò in camera.
"Come stai? Sei felice con lui?" domandò il padre sedendosi di fianco alla ragazza che si trovava ormai sotto alle coperte. Lei annuì, lasciando trasparire un sorriso sul suo volto.
"Non voglio che tu stia male, lo sai? Prendi queste parole con le pinze, se ti faccio questo discorso è perchè a te ci tengo come figlia" fece una pausa il padre, passando una mano tra i capelli della figlia "Kenan ora è qua, ma devi tener conto che essendo un giocatore di calcio, tra qualche anno può essere anche dall'altra parte dell'Europa".
Ginevra ascoltò e d'improvviso il suo sorriso sparì. "Lo vedo come ti impegni a scuola, io voglio che tu sia concentrata sulla carriera che tu stessa hai sempre sognato fin da piccola. Non mi va di veder che tu stia male da un giorno all'altro per qualcosa che non puoi controllare" concluse, lasciando alla castana un bacio sulla fronte.
Dopodiché lasciò la stanza e Ginevra si trovò sola, con mille dubbi e paranoie in testa.
-Autrice
Due capitoli mattutini per ringraziarvi delle 10mila letture vvb <3
STAI LEGGENDO
Il numero quindici - Kenan Yildiz
FanfictionSe dovessero chiedere a Ginevra di parlare del destino, molto probabilmente userebbe come esempio lei e Kenan. Parlerebbe di come il suo telefono, cadendo a terra quella sera allo Juventus Stadium, le avesse fatto incrociare gli occhi brillanti del...