Trentatré

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Ginevra cercava di muoversi tra la folla della stazione di Roma Termini per raggiungere l'uscita.

Era stanca, il viaggio era durato fin troppo. Dopo ben cinque ore di treno, la castana era riuscita ad arrivare a Roma. Erano le cinque e mezza del pomeriggio.

Si era fatta scrivere da Kenan il nome dell'hotel in modo da poterlo raggiungerlo direttamente là e così fu: i due dopo una mezz'ora si ritrovavano nella stanza d'albergo insieme.

"Sei stanca?" domandò il turco mentre preparava la borsa che avrebbe portato con sè allo stadio. Ginevra annuì lasciandosi cadere a peso morto sul letto "un po', tu sei nervoso?" la ragazza si girò a pancia in giù, posando la testa sul palmo della mano ad osservare il calciatore.

Si era tirato indietro i capelli con un po' di gel a  Ginevra piaceva quando li pettinava in quel modo. "Si, parecchio" le sorrise in modo dolce, sedendosi sul letto accanto a lei che nel frattempo si era tirata su, sedendosi a sua volta.

"Pensavo che magari potresti raggiungere lo stadio con le altre ragazze" parlò Kenan, sistemandosi il ciuffo e tenendo lo sguardo fisso sulla sua ragazza, che però lo distolse.

Non ne conosceva nessuna se non di vista e in tutta onestà non sapeva nemmeno se sarebbe stata simpatica a tutte loro.

"Io vado via tra mezz'ora tu rimarresti da sola, almeno ceni con loro" continuò il turco, notando il cambiamento d'umore da parte di Ginevra. Era ben consapevole della timidezza della castana ma non voleva comunque pensarla sola quella sera.

Ginevra alzò le spalle "d'accordo". Kenan sorrise e si chinò per lasciarle un bacio "siamo tutti nello stesso albergo, sicuramente vi incontrerete giù all'ingresso mentre noi andiamo con il bus verso lo stadio" parlò Kenan, alzandosi dal letto sotto gli occhi attenti della ragazza che sembrava volesse studiare ogni suo movimento.

"Va bene" Ginevra si mise in piedi stiracchiandosi. "Ah si! Guarda" parlò, tirandosi giù la cerniera della felpa e sfilandosela di dosso, mostrando la maglia numero quindici.

Kenan rise camminando verso di lei "sei più bella ora" la guardò divertito mentre Ginevra gli fece un smorfia spingendolo leggermente.

"Posso sempre mettermi altro, non ci metto molto a cambiarmi" concluse la castana lasciando che Kenan ridesse di lei. "Sei bella sempre, per questo è meglio che tutti sappiano che tu sia mia".

Kenan le spostò i capelli dietro le spalle e Ginevra arrossì. Le mani fredde del turco avevano sfiorato la pelle nuda del suo collo e un piccolo brivido percorse la sua schiena da cima a fondo.

Lui si avvicinò alla castana, abbassando il volto e iniziando a baciarle le labbra focosamente, tenendole le guance. Ginevra andò a sbattere con la schiena contro il muro della camera e tenne stretta alla maglia del ragazzo tra le mani mentre si godeva quella foga.

Si lasciò andare sotto al suo tocco. Le mani del turco iniziarono a vagare sotto la maglia, cercando il suo seno che Kenan non impiegò molto a stringere, lasciando che un mugolio uscisse dalle labbra di Ginevra che, staccandosi dal bacio per riprendere fiato, rise imbarazzata mentre Kenan le lasciò un bacio sulla guancia, separando le mani dai seni della castana.

"Faccio ritardo, non posso permettermelo" parlò allontanandosi da Ginevra che si ricompose, mentre Kenan si levò la maglia per indossare la camicia con cui avrebbe raggiunto l'Olimpico.

"Ti aiuto". Kenan le si avvicinò e Ginevra iniziò ad allacciare ogni singolo bottone della camicia ridendo.

"Bello coperto così nessuno ti guarda troppo" concluse, allacciandogli anche il bottone del colletto e lasciandogli poi una pacca sul petto a cui Kenan emise una risata.

Le diede un bacio in fronte, osservandola per qualche secondo mentre era intenta a sistemargli qualche piega sulla camicia: si accorse di esserne davvero innamorato.

Il numero quindici - Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora