Trenta

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"Dai sei bella, che ti importa di sistemarti i capelli" sbuffò Michele, dopo l'ennesima domanda da parte della sorella. "Sei inutile, va a cagare".

"Quindi ci devo prendere l'abitudine ad avere un giocatore della Juve a casa per cena?" rise Michele, provocando un ghigno sulla faccia di Ginevra "ci spero" alzò le spalle.

"Spero di riuscire a farmelo amico stasera così mi fa conoscere gli altri" si alzò dal letto della sorella il ragazzino. "Non esagerare, non mi va che pensi che lo usi per andare allo stadio".

Michele fece una smorfia e lasciò la stanza mentre Ginevra aveva lo sguardo fisso verso lo specchio. Non sapeva minimamente cosa avrebbero pensato i suoi appena avrebbero visto il calciatore varcare la soglia di casa.

Il papà della castana lo conosceva bene come calciatore dato che anche lui era un tifoso accanito della Juventus. La madre un po' di meno ma comunque seguiva la squadra.

Sospirò lasciando la stanza. Il turco si trovava sotto casa di Ginevra, ancora in auto. Attese qualche minuto prima di scendere da quest'ultima siccome aveva lo stesso un po' di ansia di presentarsi ai genitori della castana.

Le scrisse un messaggio dicendo che si trovava sotto e che voleva che lei scendesse per qualche secondo. Ginevra lesse immediatamente il messaggio. "È arrivato, scendo un attimo" disse alla famiglia che nel frattempo stavano sistemando la tavola.

Scese velocemente le scale e aprì il portone, trovandosi davanti il turco che accolse con un sorriso. "Ciao" Kenan mostrò il suo solito sorriso di cui Ginevra era ormai innamorata.

"Ti stanno benissimo i capelli così, ti si illumina il viso" parlò Kenan, riferendosi alla coda alta per cui aveva optato Ginevra quella sera. Lei arrossì e abbassò lo sguardo.

Si sentiva sempre come se fosse la prima volta che incontrava il ragazzo. "Dai andiamo o pensaranno che io sia scappata" sorrise rialzando il viso verso quello di Kenan che le lasciò un bacio sulle labbra.

"Andiamo aşkım" le afferrò la mano Kenan, sotto lo sguardo stranito della ragazza "come?".

"Cosa?". "Hai detto qualcosa, dopo l'andiamo" gesticolò Ginevra, mentre trascinava Kenan all'interno del palazzo.

Lui alzò le spalle "il significato te lo dovrai guadagnare". Ginevra lo guardò scocciata ed insieme iniziarono a salire le scale, battibeccando e lasciandosi nel frattempo dei baci rubati.

"Non ho nominato il tuo nome ai miei" si fermò davanti alla porta la ragazza sospirando. "Ti conosconono anche molto bene, quindi per favore non spaventarti, ok?" concluse Ginevra, posando la mano sulla maniglia della porta, facendo ridere Kenan.

Aprì la porta ed entrò la ragazza per prima e notò come i genitori smisero di dare attenzione alla tv e si avvicinarono alla porta, sorridenti.

Ma quando la figura alta di Kenan fece capolino da dietro la porta, il sorriso dalla faccia del padre sparì mentre la mamma si avvicinò al ragazzo accogliendolo "Ciao, piacere sono Lucia" allungò la mano, stringendo quella di Kenan che sorrise e ricambiò la stretta "Kenan".

"Oh, papà, non dici niente?" parlò Michele ridendo sotto ai baffi mentre si trovava seduto al tavolo. La madre di Ginevra gli rivolse uno sguardo.

"Ma te hai capito chi è?" domandò il padre, rivolgendosi alla moglie che scambiò uno sguardo con Kenan e con il marito, scuotendo la testa mentre Ginevra si portò una mano in viso, nascondendo l'imbarazzo.

"È Kenan Yildiz, gioca nella Juve, ti ricordi?!".

La madre guardò Ginevra, spalancando la bocca per poi rivolgere uno sguardo al figlio seduto dietro di lei, che iniziò a ridere.

Kenan nel frattempo si grattò la nuca imbarazzato e Ginevra che lo notò, fermò quella situazione che si era creata. "Dai su! Lui è mio papà Fabio e lui è Michele, mio fratello" terminò Ginevra, rivolgendo la sua attenzione al turco e aiutandolo a levarsi il giubotto che appese al porta abiti lì accanto.

"Hai ragione, scusa ti abbiamo circondato all'ingresso, vieni siediti pure" lo invitò il padre a prendere posto al tavolo seguito da Ginevra che non riusciva a non trattenere una risata mentre guardava il padre che goffamente faceva posto a Kenan che ringraziò del gesto.

"Gine vieni a darmi una mano con i piatti!" esclamò la mamma e la castana rivolse un'occhiata a Kenan per rassicurarlo che sarebbe tornata siccome Michele e il padre avevano iniziato a tartassarlo di domande.

"Da quanto tempo va avanti questa storia?". "Mamma..." sbuffò Ginevra, aprendo la credenza e contando i piatti che sarebbero serviti per la cena. "Non ci hai mai detto niente? Com'è successo?" domandò nuovamente la madre, rivolgendole uno sguardo.

"Ti spiegherò poi tutto" cercò di liquidarla la figlia. "C'era di mezzo lui per il castigo della scorsa settimana?". La castana tirò in sospiro poggiando la schiena alla cucina "si".

Il numero quindici - Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora