Dodici

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Il giorno successivo a scuola, Ginevra non riusciva a non pensare a come liquidare Riccardo.

Riccardo era un bravo ragazzo e per quelle poche volte che lo aveva visto e ci aveva parlato, l'aveva sempre trattata bene e lei si era sempre trovava molto a suo agio con lui.

Sospirò chiudendo il libro di tedesco e lasciando la classe siccome era suonata l'ultima campanella. Rebecca la raggiunse subito dopo "allora?".

Ginevra la guardò, camminando verso l'uscita della scuola "cosa?". Sapeva si riferisse alla sera precedente dove le aveva chiesto di mentire. "Lo sai benissimo, non fare la finta tonta"  parlò Rebecca, dandole uno spintone.

La castana rise "ma niente". "Niente? Sicura? C'entra Riccardo?" domandò nuovamente Rebecca. Ginevra, ricordandosi che ci sarebbe stato Kenan fuori dai cancelli ad aspettarla, si fermò in mezzo al cortile davanti alla scuola, mentre rifletteva su cosa rispondere all'amica.

"È complicato Rebe" rispose, grattandosi la nuca ma non appena l'amica fu pronta per ribattere, Alessio le raggiunse. Fu la prima volta che Ginevra fu felice della sua presenza nonostante ancora non capisse se i due si frequentassero o meno.

"Noi andiamo Gine. Ricordati che mi devi ancora raccontare tutto" disse Rebecca, lasciando un bacio sulla guancia alla castana e allontanandosi.

Prima di uscire dai cancelli, aspettò qualche secondo. Si specchiò con la fotocamera del telefono, sistemandosi due ciuffi di capelli fuori posto e dopodiché uscì, cercando tra le varie macchine nel parcheggio davanti a scuola, quella di Kenan e non appena la trovò, iniziò a camminare velocemente verso di essa.

Kenan, che la stava aspettando, appena immediatamente sorrise quando notò la sua presenza e si allungò per aprirle la portiera e appena Ginevra fu in auto, i due si scambiarono un timido saluto. "Come stai? È andata bene oggi?" domandò il turco, mettendo in moto l'auto.

Non avevano organizzato niente di particolare. Kenan l'avrebbe solamente riportata a casa siccome quel pomeriggio sarebbe dovuto partire per Roma subito dopo aver accompagnato la ragazza.

"È andato tutto bene si, tu sei pronto?" domandò Ginevra ricevendo come risposta un sorriso da parte di Kenan, uno di quelli che solo lui era in grado di fare "sono pronto si. Mi vedrai?".

"Sicuramente mio fratello metterà su la partita domani quindi si, ti vedrò" rispose Ginevra, abbassando lo sguardo e iniziando a giocherellare con la cerniera del giubbotto che aveva slacciato prima di salire in auto siccome il ragazzino tendeva a tenere il riscaldamento al massimo.

"Allora spero di giocare bene e poi mi aspetto i tuoi complimenti per messaggio" disse Kenan facendo scuotere la testa a Ginevra che emise una risata "va bene".

Qualche minuto dopo furono sotto casa della castana. I due si scambiarono uno sguardo e poi Kenan parlò "senti non so se si è notato, ma tu mi interessi Ginevra".

A quelle parole, la ragazza arrossì tenendo gli occhi fissi su di lui. Non riusciva a dire nulla, non si era mai trovata in una situazione del genere e sicuramente non si sarebbe mai immaginata che quelle parole gliele avrebbe dette un bel calciatore della Juve.

Prima che Ginevra potesse parlare, Kenan si tirò in avanti, lasciandole un lungo bacio sulla guancia che le fece perdere un battito al cuore. Nel movimento che aveva fatto, aveva lasciato una lunga scia di profumo che alla castana tanto piaceva.

Il calciatore si tirò indietro, sorridendo e mostrando la sua fossetta. Ginevra abbassò lo sguardo arrossendo e allungò la mano verso la maniglia per aprire la portiera "grazie Kenan, ti scrivo dopo" disse semplicemente, uscendo dall'auto.

Ma prima di richiudere la portiera alle sue spalle, si fermò qualche secondo mentre si aggiustava lo zaino sulle spalle. "Anche tu mi interessi tanto Kenan" disse, guardandolo e ricevendo un altro sorriso da parte sue.

Richiuse la portiera e si allontanò dall'auto. La castana lo guardo partire e sfrecciare via mentre sorrideva. Si toccò la guancia dove il biondino le aveva lasciato il bacio. Non si era mai sentita così.

Mentre si voltò, fece un balzo, portandosi una mano al petto. Rebecca era lì ad osservarla. "Chi era quello?".

"Rebe, Gesù che spavento!" esclamò Ginevra, avvicinandosi al portone di casa e tirando fuori le chiavi. Voleva evitare a tutti i costi il discorso.

"Chi era Gine?" domandò nuovamente l'amica, seguendola all'ingresso del palazzo. Ginevra sbuffò portandosi una mano al viso "Rebe, dai" cercò di liquidarla.

"Dimmelo Gine, perchè non mi dici mai nulla?" domandò nuovamente la bionda, salendo le scale dietro la castana che nel frattempo si stava maledicendo per non essere stata attenta.

"Dimmelo o dico a tua mamma che le hai mentito" disse Rebecca con un ghigno, prima di entrare a casa insieme alla sua amica che sospirò "Smettila!".

"Va bene, vado" la bionda, appena attraversò la soglia di casa fece per cercare la madre dell'amica che immediatamente esclamò "No!". La prese per un braccio, trascinandola fino in camera. Chiuse la porta, gettò il giubbotto e lo zaino sul letto e si mise due mani in viso mentre Rebecca prese posto sulla sedia della scrivania "Quindi?".

"Era Kenan" parlò Ginevra. "Kenan?" domandò l'amica, stranita.

"Kenan, si. Il giocatore della Juve".

-Autrice
Doppio aggiornamento nonostante io sia distrutta oggi :) . Ma volevo anche ringraziarvi per le 800 letture.
Un bacio <3

Il numero quindici - Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora