Trentadue

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"Kenan..." mormorò tra le risate Ginevra "Kenan, devo andare dai" parlò nuovamente la castana mentre era stretta sotto la presa del turco che si era sdraiato sopra di lei.

I due si trovavano a casa del calciatore il lunedì prima della partenza di quest'ultimo per Roma. Ginevra avrebbe raggiunto la capitale il giorno stesso della finale in modo da passare anche il giorno successivo insieme a Kenan.

Prima della partenza Kenan aveva voglia di vedere la castana così quel pomeriggio era andato a prenderla a scuola e al momento erano sul letto a rotolarsi insieme.

"Vuoi scappare via di già?" mugolò Kenan, con il viso appoggiato sulla pancia della ragazza, che rise "no, ma devo studiare siccome domani ho una verifica e devo anche iniziare a fare la valigia!" concluse, portando una mano tra i capelli del turco, che strinse leggermente.

"Valigia? Stai via una sera e una mezza giornata, cosa devi portarti?" alzò lo sguardo Kenan, fissandola stranamente. La mano di Ginevra si posò sulla morbida guancia del ragazzo e sorrise "non ho la minima idea di cosa mettere la sera allo stadio è sempre meglio essere pronte a tutto".

Kenan rise, allungandosi verso il viso della castana. "Ti metti la mia maglia così non hai problemi".

Ginevra rise, incatenando gli occhi a quelli di Kenan che ormai si trovava col viso a pochi centimetri dal suo "e allora metterò la tua maglia" terminò la frase e il calciatore ne approfittò per lasciarle un lungo bacio sulle labbra "brava".

"Ora devo veramente scappare o mi costringeranno a non vederti più" la mano di Ginevra si posò sul petto di Kenan che spinse via a malincuore. Giá le mancava quel calore. Si tirò su dal letto e si diede una sistemata, sotto gli occhi attenti del ragazzo "mi scriverai?".

"Si, tu pensa alla partita però, non distrarti troppo". "Io non mi distraggo, anzi tu mi metti coraggio" concluse Kenan, sedendosi a bordo letto e facendo arrosire Ginevra con quelle parole.

"Smettila..." mormorò la castana, infilandosi il giacchetto e sistemandosi nuovamente i lunghi capelli. Kenan la osservò.

Si alzò sorridendo, cingendo i fianchi di Ginevra e chinando il capo, le lasciò un lungo bacio sulle labbra che la ragazza non poteva che non ricambiare.

"Ora devo proprio andare o perdo il bus" si staccò dal bacio uscendo dalla stanza del turco che la seguì. "Ti accompagno io".

"No, mi sei già venuto a prendere a scuola. Rilassati, stai tranquillo. Io mi arrangio" concluse Ginevra, lasciandogli un veloce bacio sulle labbra e allontanandosi verso la porta di ingresso. Prima di uscire lo salutò nuovamente, alzando la mano nella sua direzione e dopodiché chiuse la porta alle sue spalle.

Si diresse verso casa e mentre stava nel bus Ginevra si ritrovò a ripensare a quello che il padre le disse la sera che Kenan era venuto a cena a casa.

Ne aveva parlato con Rebecca. Ginevra conosceva Kenan come persona ma non aveva idea quale fosse il suo profilo da calciatore e su ciò l'amica la rassicurò dicendole che Kenan amava la Juventus e che sicuramente non se ne sarebbe andato a breve.

Non aveva idea di perchè si facesse così tante paranoie. Magari quella relazione sarebbe durata solo qualche mese e lei si stava preoccupando inutilmente. Ma solo il pensiero che Kenan a settembre non sarebbe stato più a Torino, la torturava.

Arrivata a casa, Ginevra ripassò per la verifica del giorno dopo e sistemò le ultime cose nello zaino che aveva intenzione di portarsi a Roma con la speranza di riuscire a trovare un momento per parlare dei sui dubbi con il turco.

-Autrice
MA COSA HA FATTO ZACCAGNI IERI?!
Speriamo bene per sabato.

Il numero quindici - Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora