Ventotto

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Ginevra aveva scontato una settimana di castigo dopo aver mentito alla madre.

Avevano discusso parecchio, sotto gli occhi di Rebecca che nel frattempo se la rideva sotto i baffi siccome era un po' colpa sua se la castana era in quella situazione.

Ma alla fine Ginevra aveva inventato la scusa che fosse uscita con un'altra amica che la madre non conosceva e che quindi non voleva farla preoccupare troppo ma questo non le diede modo di evitare il castigo.

La settimana passò veloce ma soprattutto Ginevra e Kenan erano riuscivano a vedersi lo stesso qualche minuto dopo la scuola.

"Come stai oggi?" chiese Ginevra al telefono con il calciatore che purtroppo quel giorno non stava tanto bene tant'è che avrebbe saltato la partita quella sera. "Sono stanco e non sto molto bene. Mi dispiace che non giocherò" terminò la frase il turco seguito da un sospiro "non puoi proprio venire a farmi compagnia?".

Ginevra rise, sistemandosi sul divano. Era a casa sola mentre aspettava sua madre e suo fratello Michele che ritornassero a casa dato che erano andati a prendere il padre che sarebbe ritornato dal suo viaggio.

"Kenan, no. Sarei già venuta sennò" fece una pausa la castana "tra l'altro è anche un po' colpa tua se sono in questa situazione". "Mia? Tu hai mentito ai tuoi genitori, mica io" si difese il biondino, ridendo.

"Appunto, io non ho mai detto nessuna bugia, sei tu che mi stai facendo diventare matta e ora mi ritrovo a mentire per vederti" concluse Ginevra, lasciandosi andare ad una risata. "Allora diglielo e tutto si risolve".

"La fai facile tu" sospirò la castana. Dopo ancora qualche minuto passato al cellulare, i due si salutarono e Ginevra si lasciò andare ad un altro sospiro rumoroso.

Non aveva ancora detto ai suoi genitori di Kenan, tantomeno gli aveva chiesto di andare a Roma per la finale di Coppa Italia.

Rebecca le aveva detto che era un ottimo momento per presentarlo a casa visto il ritorno del padre, ma Ginevra aveva paura che la cosa andasse male e rimandava sempre il momento anche se Kenan contunuava a dirle che aveva bisogno di una risposta al più presto.

I pensieri della ragazza vennero interrotti dall'entrata in casa dei genitori e del fratello. Ginevra si precipitò subito ad abbracciare il padre che si mise a raccontare ogni singolo dettaglio del suo viaggio alla famiglia.

Quella sera stessa era venuta a cena anche Rebecca e le due si chiusero in camera.

"Mi sto perdendo la partita, lo sai questo?" domandò la bionda prendendo il telefono e sedendosi sul letto della castana che nel frattempo era sdraiata in esso.

"Non m'importa, hai fatto te il danno e quindi mi consoli" le puntò il dito contro Ginevra. "Ancora con questa storia..." non ebbe il tempo di terminare la frase che la castana intervenne ancora "ti ho detto mille volte di avvisarmi quando hai intenzione di venire da me, non l'hai mai fatto!".

Rebecca le tirò un pizzicotto sulla gamba ridendo "hai pensato a come dire ai tuoi di Kenan?". "Lascia perdere, non ho idea di come farò" sospirò, mettendosi seduta accanto all'amica che la strinse in un abbraccio.

"Vorrei avere anche io il problema di dire ai miei che mi frequento con un giocatore della Juve".

-Autrice
Scusate il ritardo e il capitolo di passaggio.
Come state? Spero bene. Grazie mille per le 9mila letture :) vvb.
Sono ancora molto delusa dall'Italia vi giuro. Sapevo sarebbe andata così ma vederlo fa un altro effetto.

Il numero quindici - Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora