Ventitré

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@kenanyildiz_official ha iniziato a seguirti.

Ginevra, il mattino seguente, si svegliò così. Quella notifica l'aveva spaventata perchè valeva dire che quello che stava capitando con Kenan, era sempre più reale.

E la ragazza era spaventata da ciò. Non da Kenan in sè, ma da quello che ruotava intorno a lui.

La sera precedente, dopo che il calciatore aveva lasciato casa della castana, lei si era chiusa in camera tartassata dalle mille domanda del fratello che voleva sapere a tutti i costi cosa stesse succedendo. Ginevra l'aveva liquidato dicendogli di farsi gli affari i suoi ma soprattutto di non dire nulla ai loro genitori.

Poi c'era anche Rebecca, che continuava a chiamarla siccome voleva capire che cosa fosse successo tra Kenan e Alessio.

Tirò un sospiro cercando di non pensarci più, anche se effettivamente a scuola, quei problemi si ripresentarono.

Rebecca come ogni mattina, era alla fermata della metro con Alessio. "Ginevra! Quindi? Non si risponde più al telefono?" prima che la castana potesse rispondere, intervenne Michele "scusala ieri era impegnata dato che aveva Yildiz in camera da letto".

Ginevra gli tirò un'occhiata ma soprattutto una manata sul coppino provocando al fratello una smorfia dal dolore. "Cosa?" esclamò la bionda.

"Cristo non è successo niente, ok?! Alessio, scusa per ieri se sono scappata senza lasciarti spiegazioni" Ginevra si rivolse al corvino che alzò le spalle. "Kenan aveva scambiato Alessio per Riccardo e si è agitato, tutto qui. Poi è venuto a casa e mi ha chiesto scusa, solo questo!".

"Perchè Rebecca lo sapeva e io no? Sono tuo fratello me le devi dire certe cose, soprattutto se esci con un giocatore della Juve!" gesticolò Michele, agitato. Ginevra gli fece segno di abbassare la voce "ma tu cosa vuoi, non sei mio papà che ti devo dire con chi esco e cosa ne faccio della mia vita".

"Aspetta che papà lo venga a sapere, poi vediamo". Ginevra alzò lo sguardo al cielo, tormentata. La metro arrivò e così raggiunserò la scuola.

La giornata si concluse tranquilla al di fuori della testa di Ginevra che invece era piena di dubbi e domande. E fu così anche nei giorni successivi.

Kenan ormai aveva concluso quelle partite in trasferta di cui aveva con Ginevra. Finalmente era a Torino, e la sera prima della partita Juventus-Milan, aveva deciso di vedere Ginevra, che un po' emozionata lo era.

Il loro primo appuntamento. Così l'aveva definito il giocatore nel messaggio dove invitava ad uscire la ragazza. Ginevra era in camera a prepararsi con il fratello sdraiato sul letto.

"Perchè sei sempre in camera mia se tu hai la tua?" domandò esasperata la castana, mentre piastava i capelli "perchè così passo del tempo con te, la mamma dice che è importante". Ginevra gli rivolse un'occhiata scuotendo la testa.

"So cosa vuoi Michele". Il fratello si alzò dal letto "dai, ma tu prova a chiederglielo, che ti costa!". "Michele non chiederò a Kenan di farti venire allo stadio domani. Ha invitato me, non te".

Michele uscì dalla camera affranto e Ginevra guardò l'ora. Era in ritardo, così smise di sistemarsi la chioma e si infilò il vestito che aveva scelto per la serata: un vestito stretto nero a maniche lunghe che arrivava sopra al ginocchio.

Si infilò i suoi stivaletti neri ed uscì di casa, dicendo alla mamma che si sarebbe vista con Rebecca e che probabilmente faceva tardi. La mamma di Ginevra non fece molte domande, era il padre che di solito la tormentava, ma siccome sarebbe stato via ancora qualche settimana per lavoro in quel periodo era un po' più libera di gestirsi le uscite.

Kenan era già giù in auto che l'aspettava. Indossava una camicia nera e un jeans largo ed anche lui era parecchio emozionato per l'uscita. Quella mattina aveva avuto allenamento vista la partita l'indomani e ne aveva parlato con Cambiaso che gli aveva consigliato alcuni ristoranti che scartò uno a uno, reputandoli "troppo da grandi".

"Guarda che non siamo poi così distanti d'età!" aveva  risposto il numero ventisette, dando un pizzicotto a Kenan. Alla fine optò per portare la castana ad un sushi alla carta che frequentava ogni tanto con qualche amico.

Ginevra fece il suo ingresso in auto salutando Kenan con un sorriso, che immediatamente ricambiò notando anche quanto fosse bella e curata la ragazza quella sera.

"Andiamo prima che mio fratello ci segui fino in auto" sbuffò la castana. "Lo sa?!" esclamò Kenan mettendo in moto l'auto. Ginevra lo guardò stranito "ah vedi te... Ti sei precipitato in casa mia settimana scorsa sotto ai suoi occhi, secondo te non se n'è accorto?".

Kenan rise, ripensando alla scena "non ci avevo fatto caso, io cercavo te" concluse la frase, facendo arrossire la ragazza accanto a sè.

Arrivarono al ristorante dove il calciatore aveva prenotato quel pomeriggio e presero posto al suo interno. Durante la cena parlarono del più e del meno, passando da Kenan che provava a spiegare cosa fosse il fuorigioco a Ginevra che invece cercava di elencare le uniche cose che effettivamente conosceva del calcio. Così si concluse la cena tra i due che si trovarono sempre più vicini l'un l'altro.

Il numero quindici - Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora