Venti

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Mentre Ginevra sistemava lo zaino tranquilla alla fine dell'ultima ora, Rebecca la raggiunse in classe "ti muovi!" esclamò indicando la classe ormai vuota.

"Un attimo, ho finito di fare l'interrogazione appena è suonata la campanella" spiegò all'amica che si era appoggiata alla porta attendendola "poi è venuto Kenan a prendermi quindi è anche giusto che si svuoti un po' la scuola" concluse, tirando lo zaino su una spalla e uscendo dalla classe.

"Guarda che prima o poi verranno a saperlo tutti" disse Rebecca. Ginevra aveva messo in conto questa cosa, c'erano un sacco di ragazzine che avrebbero fatto un patto col diavolo pur di essere al suo posto e sicuramente se fosse uscita anche solo una foto di lei e Kenan insieme, sarebbe scattata una guerra nei suoi confronti.

"Per ora meno persone lo sanno, meglio è" sospirò la castana, uscendo dalla scuola. Fuori dal cancello le attendeva Alessio che doveva mettersi d'accordo con Ginevra per le ripetizioni di Fisica.

"Ciao Rebe" il ragazzo salutò prima la bionda con un bacio spostando poi l'attenzione su Ginevra che sforzò un sorriso "da quanto tempo che non parliamo io e te" disse Alessio, spezzando il ghiaccio.

"Io devo lasciarvi o mia madre mi ucciderà con lo sguardo, posso vederla da qua" sbuffò Rebecca per poi allontanarsi. Ginevra alzò un braccio per salutarla e mentre la guardava, il ragazzo di fianco a lei iniziò a parlare "allora? Come stai?".

"Io sto bene, tu?" rispose, proponendo la stessa domanda ad Alessio che alzò semplicemente le spalle "anche io".

I due iniziarono a chiacchierare senza far conto del tempo. Difatti Kenan, che era proprio là fuori ad attendere la castana, non si accorse che fosse tardi siccome aveva la testa impegnata al telefono e quando notò l'ora, alzò lo sguardo in cerca della castana, stranito dal suo ritardo. Così i suoi occhi si posarono su Ginevra che stava parlando con un ragazzo a lui sconosciuto.

Posò subito il telefono in tasca, sistemandosi sul sedile. "E ora chi è?" si domandò tra sè il calciatore, sbattendo nervosamente le dita sul volante. E se fosse stato Riccardo? D'altronde poteva anche essere lui. Ginevra glielo aveva descritto alto e con i capelli neri.

Il ragazzo che parlava con lei era proprio alto e con i capelli neri. Si portò una mano al viso, ricordandosi di quello che si erano detti la sera precedente: gli faceva solo delle ripetizioni.

Però Ginevra stava ridendo. Era divertente la matematica?

Ma in realtà Ginevra rideva perchè con Alessio stava rivivendo dei ricordi delle elementari "mi ricordo quando eravamo vicini di banco e tu mi pasticciavi ogni quaderno che avevo tra le mani" sorrise la castana. "Te mi rubavi i pennarelli" rise Alessio allungando due dita sulla guancia destra  della ragazza, stringendola tra esse.

Ma Kenan, che si trovava in auto e aveva visto la scena che fu seguita da una smorfia dolorante da parte di Ginevra, scese dall'auto sbattendo la portiera e raggiungendo la coppia sul marciapiede.

Il biondo si precipitò immediatamente sul ragazzo prendendolo dal colletto e Ginevra fece un passo indietro, stranita. Non l'aveva riconosciuto subito ma appena riconobbe che il ragazzo che stava tenendo stretto Alessio era proprio Kenan, gli afferrò un braccio, tentando di allontanarlo "cosa stai facendo?!" esclamò sorpresa.

"Che cazzo vuoi?" quasi urlò Alessio, tentando di liberarsi dalla presa stretta del turco, che non parlava e non sembrava volesse proferire parola. "Kenan, smettila! Vattene!" gridò Ginevra, stringendo la presa sul braccio del turco per allontanarlo.

Kenan strinse nuovamente il colletto del ragazzo per poi mollarlo di colpo, spingendolo. "Ma che cazzo vuoi?" reagì Alessio, avvicinandosi al biondo e spingendolo a sua volta. "Alessio!" esclamò Ginevra, tirandolo per un braccio dato che Kenan si era riavvicinato.

"Te ne vai Kenan?! Vattene!" gridò la castana, tirando Alessio verso di sè. Rimase poi ferma ad osservare il ragazzo allontanarsi e salire in macchina facendo manovra e uscendo dal parcheggio.

-Autrice
Son distruuuuuutta, sono andata a lavoro nonostante non stia ancora benissimo, ma eccovi un capitolo.
Avete visto l'amichevole ieri? Diciamo che si può far meglio di così ma vedremo dai.

Il numero quindici - Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora