Trentasei

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Al sessantanovesimo il numero quindici, Kenan Yildiz, fece il suo ingresso in campo al posto di Chiesa.

Ginevra si lasciò andare ad un sorriso, osservando il biondino entrare in campo, correndo.

Si ricordò la prima volta che lo vide giocare, quando aveva notato il numero che portava sulla maglia. Le emozioni erano le stesse.

Lui era spensierato con la palla tra i piedi e lei era spensierata ad osservarlo mentre faceva la cosa a cui più teneva.

E fece caso che molto probabilmente quello era amore, amore vero. Ginevra si era già resa conto in passato che si stava innamorando ma quel giorno ne ebbe la più vera delle conferme.

Era innamorata di Kenan, di un amore indelebilmente che le aveva circondato l'anima, il corpo, la mente, ogni singolo centimetro di Ginevra era innamorato di Kenan Yildiz. Avrebbe voluto urlarglielo e farglielo sentire dalle tribune quanto fosse innamorata di lui.

I dubbi di Ginevra vennero cancellati e fu convinta che ovunque Kenan gli avesse chiesto di seguirlo, lei ci sarebbe stata. Sempre.

I suoi pensieri vennero interrotti ancora una volta da un secondo goal di Vlahovic poi annullato dal VAR.

Si guardò intorno, notando i tifosi demoralizzati ma che non smettevano di cantare. La Juventus stava tenendo duro e quando finalmente ci fu il triplice fischio di fine partita, chiunque si alzò in piedi per urlare e festeggiare la coppa che i bianconeri si erano appena portati a casa.

Ginevra si alzò immediatamente festeggiando e abbracciando Lucia e Giulia che erano di fianco a lei.

Si girò poi verso il campo, notando Kenan festeggiare con i compagni di squadra. "Vieni, ora li premiano, scendiamo a bordo campo" la richiamò Lucia e Ginevra annuì.

Al trio si aggiunse anche Vanja, la ragazza di Vlahovic e insieme raggiunsero il bordo campo. A Ginevra pareva surreale stare là, faceva un altro effetto.

Un uomo della security le fermò spiegando che avrebbero potuto entrare in campo alla fine dei festeggiamenti ovvero dopo che la squadra avrebbe alzato la coppa.

La castana osservò i ragazzi che uno per uno venivano premiati con una medaglia d'oro e che prendevano posto sul palco dove avrebbero alzato la coppa.

E quando ciò avvenne, i tifosi juventini urlarono alzando nuovamenti i cori e l'uomo della sicurezza diede il via libera alle ragazze che erano ferme in bordo campo, impazienti. Ginevra sorrise, iniziando a camminare per cercare il turco.

Era pieno di fotografi che si muovano a destra e a sinistra cercando di scattare la foto migliore e Ginevra dovette mettersi in punta di piedi per riuscire a capire dove fosse Kenan, che si trovava poco più avanti, anche lui in cerca della castana.

Appena i due si ritrovarono al turco spuntò un sorriso più grande in viso e Ginevra corse verso di lui, abbracciandolo.

"Meleğim*, abbiamo vinto!" quasi urlo Kenan, lasciando trasparire tutta la gioia del momento e facendo sorridere Ginevra che alzò lo sguardo al suo. Lui si chinò, lasciandole un bacio sulle labbra e tornando poi a sorridere felice siccome un compagno di squadra passò al turco la coppa che avevano alzato poco prima tutti insieme.

Kenan fece cenno alla sua ragazza verso la coppa e lei sorrise. Gli occhi del ragazzo erano lucidi dalla gioia, non lo aveva mai visto così felice e a Ginevra le si scaldava il cuore.

Se lui era felice, anche lei lo era.

"Vieni, facciamoci fare una foto" Kenan prese per mano la castana che confusa si lasciò trascinare. Fece un cenno ad un fotografo e cinse un fianco a Ginevra, mentre nell'altra mano teneva la coppa saldamente.

Ginevra sorrise e si strinse a Kenan. Il fotografo scattò diverse foto e dopodiché i due si separarono.

"Andre!" esclamò Kenan facendo cenno all'amico di avvicinarsi. Gli passò la coppa e gli strinse la mano sorridendo "lei è Ginevra".

Cambiaso si presentò alla ragazza, che sorrise contenta. "Yildiz mi ha parlato di te!" esclamò il genovese, facendo colorare le guance di Ginevra di un rosso acceso.

E la serata passò così, con Kenan che presentò Ginevra a tutti i suoi amici prima di entrare in spogliatoio. Ogni volta che la guardava sorrideva,  come se quella sera avesse vinto due volte.

-Autrice
*vuol dire "angelo mio" in turco.

Il numero quindici - Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora