Dieci

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Quel sabato pomeriggio pioveva come era solito da un paio di giorni a Torino. Ginevra si stava rotolando nel letto, annoiata. Aveva voglia di uscire e fare qualcosa ma Rebecca doveva studiare, Michele era con la sua fidanzata e sua madre era da un'amica.

Le venne in mente Riccardo che stava sentendo poco in quei giorni siccome ci era rimasto male per il bacio che non era riuscito a darle qualche pomeriggio fa.

L'unica opzione disponibile sarebbe stata Kenan ma si trovava in Ungheria. Le aveva spiegato che sarebbe stato qualche giorno là perchè doveva disputare una partita con la propria nazionale. Però le scriveva molto, anche se lontano cercava di essere presente e questa cosa la castana la stava apprezzando.

Ma alla fine scrisse a Riccardo. Un po' perchè le faceva pena e voleva farsi perdonare e così due ore esatte dopo, era in un bar del centro con il ragazzo corvino.

"Quindi tutto qua, sono spacciato. Ho matematica sotto e non so come fare per l'esame" sospirò Riccardo, portandosi una mano nei capelli disperato.

"Posso darti una mano io" Ginevra alzò le spalle. A scuola era davvero molto brava quindi non le dispiaceva aiutare Riccardo, che non appena ascoltò l'intervento della ragazza sorrise immediatamente. "Davvero?".

"Si, mi piace matematica" rispose la castana beccandosi di risposta un'occhiata stranita da parte del ragazzo "solo tu la trovi interessante".

Così non appena uscirono dal bar, Riccardo la invitò a casa sua in modo che lei potesse capire dove iniziare ad aiutarlo con la materia in cui aveva difficoltà.

Si erano messi in camera del corvino e Ginevra inziò a sfogliare il suo libro di matematica.

"Certo che ti piace davvero tanto come materia" disse sarcastica, riferendosi al libro che era pasticciato per metà delle pagine. "È per cercare di rimanere concentrato" rispose lui, facendo scuotere la testa alla ragazza "non credo funzioni così".

"Io ci provo" alzò le spalle Riccardo. I loro sguardi si incrociarono per qualche secondo. Il ragazzo si mosse verso Ginevra, in modo che i loro visi si trovassero abbastanza vicini ma Ginevra si tirò subito indietro, alzandosi dalla sedia dov'era seduta e lasciando scivolare il libro di matematica sulla scrivania.

"Dai! Perchè fai così Ginevra?" si alzò Riccardo, guardandola negli occhi che subito la ragazza abbassò, trovandosi in imbarazzo.

"Perchè - fece una pausa - perchè.." sospirò non sapendo esattamente cosa dire. Si portò le mani in viso come se avesse voluto cancellarsi dall'universo.

"Mi cerchi, mi scrivi, sei qua ad aiutarmi, insomma sembra che io ti interessi e poi alla fine ti allontani" ritornò a sedersi il ragazzo che iniziò a muovere le dita nervosamente sulla scrivania. "Non per forza io devo provare interesse per te se ti aiuto a fare matematica!" esclamò Ginevra, lasciando cadere le braccia ai fianchi, iniziando ad innervosirsi. "Mi stai praticamente dicendo che mi hai portato a casa tua con la scusa di matematica solo per provare ad avere qualcosa da parte mia?!".

Riccardo la guardò fisso, scuotendo la testa "no! Che cosa hai capito? Io ho davvero problemi in matematica, non tirarmi fuori parole che non ho mai detto".

Ginevra afferrò il suo giubotto "io parlo per quel che vedo" disse, uscendo dalla stanza del ragazzo e raggiungendo la porta d'entrata che chiuse alle sue spalle, lasciando Riccardo ancora seduto, mentre si portava le mani al viso, esasperato.

Erano circa le sette di sera, pioveva ancora e Ginevra non aveva nemmeno l'ombrello. Avrebbe raccontato tutto a Rebecca non appena sarebbe arrivata a casa.

La fermata della metro non era distante da dove abitava il ragazzo, ma comunque riuscii a bagnarsi tutta da cima a fondo per colpa della fitta pioggia che aveva deciso di scagliarsi su Torino. Sembrava che le sfighe ce le avesse tutte la ragazza.

Appena raggiunse casa, notò che si erano fatte le sette e mezza. Si lavò e si cambiò cosicché rimanesse calda e si lanciò sul letto con il cellulare in mano prima di andare a cenare.

Tra poco gioco. Pensami un po' che magari segno.

Uno spiraglio di luce sembrava esser apparso in quella giornata uggiosa. Ginevra sorrise e si portò per qualche secondo il cellulare sul petto pensando a Kenan e a come si fosse preoccupato di scriverle prima di scendere in campo.

Ebbe la risposta sul perchè non sarebbe riuscita a ricambiare un bacio da parte di Riccardo.

-Autrice
Ieri giornata triste per la Juve. Alex Sandro se n'è andato :( .
Nonostante gli ultimi anni difficili è impossibile scordarsi di tutto quello che ha fatto per il club e di quanto sia stato fedele. Più giocatori come lui.
Fino alla fine.

Il numero quindici - Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora